Il mercoledì della badante
Il mercoledì era una giornata particolare per Nadia. Il suo lavoro non era male, ma il mercoledì era tutt’altra storia. Come ogni mattina, entrò in casa Deroni ed iniziò a rassettare e pulire le stanze, consapevole del fatto che alle undici e trenta, quando se ne sarebbe andata l’infermiera, sarebbe iniziata la sua sessione privata.
Terminata la cucina, Nadia andò a fumare una sigaretta sul terrazzo. La città le sembrava così lontana da quell’appartamento di periferico.
-Nadia, io me ne vado. Arrivederci.- disse l’infermiera.
-Arrivederci Paola.
Era giunto il momento. A breve il campanello avrebbe suonato. Suonava sempre.
Tin, tin.
Nadia entrò nella stanza, sorridente e ammaliante.
-Salve Nadia.
-Salve signor Deroni.
-Che dice d’iniziare subito?
-Va bene.
Deroni abbassò le coperte, slacciandosi il pigiama. Da tre mesi erano arrivati ad un accordo è tale accordo consisteva in un pompino settimanale a cadenza di ogni mercoledì, per cui Nadia avrebbe ricevuto quattrocento euro in più a fine mese.
Da quando aveva accettato quel nuovo “accordo”, aveva iniziato a comperare vestiti più carini ed aveva ripreso ad andare in palestra. Ovviamente suo marito non ne sapeva niente e questo le garantiva la possibilità di spendere quei soldi clandestini, esclusivamente per i suoi bisogni.
Prese in mano il pene di Deroni ed iniziò a massaggiarlo con cura, mostrando le tette a quel vecchietto tutto spelacchiato.
Ci volle un po’ prima che il cazzo diventasse vagamente duro. Nadia aprì la bocca e diede una lunga leccata al cazzo che temeva tra le mani, iniziando poi a succhiarlo, prendendolo in bocca.
La verità era che le piaceva fare pompini. Era brava a farlo e accogliere nella sua bocca un pisello fino a farlo sborrare era una cosa che le riusciva bene. Era un servizio e come tale le era pagato, ecco tutto.
Il suo datore di lavoro era stranamente più in forma del solito, probabilmente grazie al cocktail di vitamine somministratogli dalla nuova infermiera. Il cazzo era molto più duro del solito e ci stava mettendo decisamente più tempo del dovuto a venire.
La sua saliva aveva dato vita ad una satina opaca lungo tutta la struttura del pisello eretto.
Deroni tirò su col naso e afferrando con una mano la testa di Nadia, la spinse con veemenza verso la base del suo cazzo, pronto ad eiaculare.
Sborrò dritto dritto nella gola della sua badante, sorridendo soddisfatto.
Nadia cercò di liberarsi per prendere fiato, cercando di sputare anche lo sperma del suo vecchio datore di lavoro in qualche fazzoletto usato.
-Stai ferma. Voglio che rimani così ancora un po.
Nadia non disse niente. Non avrebbe potuto parlare facendosi capire, visto il pene in erezione che le otturava la bocca.
Lo sperma iniziò a scenderle dalle pareti della gola, scivolandole lungo la bocca, fino a tornare sul cazzo di Deroni.
Provò nuovamente a liberarsi, delicatamente, per non offendere il suo capo.
-Ferma… respira col naso. Lentamente.
Capii che la perversione del giorno sarebbe stata il sentir terminare l’erezione nella sua bocca.
-Infilami un dito nel culo.
Nadia scivolò con una mano sotto il sedere flaccido del suo capo e infilò l’indice nel buco del suo culo.
-Sì, così può andare piccola. Così può andare.
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