Lo stabile n° 56

Sesso selvaggio con una punk

Tre mesi di fisioterapia per riequilibrare la distorsione del braccio sinistro. Lì nel palazzo in via Ripamonti n°=56,un’ottimo ambulatorio avrebbe potuto aiutarmi a risolvere in maniera più rapida il problema. Mi reco frettolosamente al  centro per  prenotare le terapie  ed  iniziare il prima possibile. Dopo circa 8 giorni mi telefonano per avvisarmi che dal lunedì  seguente avrei iniziato le cure. Ogni giorno  per un’ora e trenta minuti mi recavo nello stabile.Trascorsi i primi 6-7 giorni mi ero resa conto che una situazione strana continuava a ripetersi.Appena entravo nel palazzo,beccavo subito la guardiola con il portiere a seguito.Ogni giorno mi faceva sempre la stessa domanda <A che piano va?> e mi squadrava dalla testa ai piedi.Non finivo di salire nemmeno la prima rampa di scalinate che me lo ritrovavo appoggiato alla ringhiera intento a guardare sotto la mia minigonna. Avevo una passione per le gonne corte e ne facevo sfoggio in ogni occasione. All’uscita dopo circa un’ora e quaranta , il custode calcolava perfettamente il tempo che impiegassi ad effettuare la terapia e a scendere la scala,visto che lui tempestivo si faceva trovare appoggiato alla ringhiera , pronto per gustarsi  la discesa , ossia il secondo tempo.Devo ammettere che la questione m’intrigava,sentivo una fitta attorno al clitoride che accresceva sempre di più, quando  pensavo che proprio in quel momento,  mentre salivo e scendevo quella scala,    qualcuno  lì sotto , fosse impegnato  a spiare  la mia intimità, e questo mi faceva bollire  la fica …Un giorno , mi preparo per fare uno scherzetto al portiere curiosone , decido di non indossare gli slip.Solito orario,solita domanda,ed alla prima rampa , lui è già appoggiato alla ringhiera ; Improvvisamente , mi fermo e fletto una gamba sui due scalini  avanti , inscenando di allacciare il laccio delle stringhe, La fica completamente scoperta e  flessa e lui  sbirciava da sotto. I suoi  occhi  si sbarrano,  sale un paio di scalini,  toccandosi il pisello scalpitante. Resto in quella posizione ancora per qualche minuto , per dargli la possibilità di sbirciare un’altro pò tra le mie cosce. Apro la porta dell’ambulatorio, lasciandolo a bocca aperta. Al solito orario , invece di scendere la scala , vado a rinfrescarmi nella toilette;  Metto in funzione il vibratore che conservo nella borsetta per le occasioni d’urgenza e con esso gioco nel buco della patata.  Al momento dell’orgasmo stringo forte le gambe che schiacciano il vibratore contro la fica. Il portiere al solito orario avrà notato  che non sono scesa ,  proprio oggi che non avevo le mutande…<Sarà andato giù di matto> , suggerivo a me stessa…

Il tutto , provocava in me forte eccitazione e voglia di prenderlo a ripetizione. Lentamente  dò   una sbirciatina  giù alle scale  per curiosare se fosse  ancora lì ad  aspettarmi , ed infatti era ancora lì sotto spazientito.  Mi nascondo , e salgo all’ultimo piano cieco/terrazzo antenne tv.  Faccio squillare il telefono del portiere in guardiola e quando lui va a rispondere gli dico <Scusi , potrebbe venire ad aiutarmi?, sono rimasta bloccata , qui all’ultimo piano….>Lui senza ulteriori domande si affretta a salire.  Nel frattempo mi tolgo il vestitino, restando   con la giacca chiusa sul corpo teso e nudo e ai piedi  tacchi rosso rubino . Quando arriva all’ultimo piano, resta stupefatto , si ferma a studiarmi ed inizia a scoparmi  con lo sguardo. Piano , piano apro la giacca e la lascio cadere dietro la mia schiena nuda .  Lui si  lancia sui piedi chiusi nelle scarpe lucide , iniziando con loro una danza con la lingua , dove non risparmia cosce e  figa. Poi mi alza contro il muro e sbatte il membro duro a colpi repentini , prima nella fica e poi nel culo , lasciandolo schizzare  di sperma  nella mia bocca carnosa. Dopo avermi presa selvaggiamente , si precipita nella guardiola , senza dire neanche una parola, invece io mi rivestivo  con calma pensando alla forza bruta  con la quale  quest’uomo mi avesse sbattuta…Guardo in fondo alle scale  e lui era lì , al solito posto, aspettando il momento  che attraversassi la rampa. Vado verso la porta terrazzo /antenne tv e la apro . Un’ arietta fresca sfiora la mia guancia. Guardando a destra noto un’uscita esterna usata in occasioni di emergenza. Chiudo dietro di me la porta terrazzo antenne /tv e scendo  dalla rampa di emergenza. Sono ormai fuori dallo stabile e fuori dallo sguardo del portiere , che ignaro, rimane appoggiato alla ringhiera.

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