Il ricatto 3 ( La confessione )

Finalmente, Marina era pronta a svelarmi del perchè si fosse lasciata andare con un altro, avrei conosciuto una parte di lei che dopo 25 anni e più di convivenza era rimasta a me ignara. Avevo il cuore a mille, ed ero stranamente eccitato, come a presagire che quella storia che mi avrebbe svelato, mi sarebbe in ogni caso piaciuta e anzichè allontanarmi da lei mi avrebbe unito ancor di più.
Massimo esordì, ti prego di capire che non sarà facile per me raccontare il mio tradimento per cui mi auguro che possa comprendere la mia difficoltà a spiegare le mie sensazioni ed i miei turbamenti, però sento il bisogno di essere completamente sincera e liberarmi da un peso che mi opprime, soprattutto adesso che mi hai scoperta.
Tutto è successo appena 3 mesi fa, allo studio medico dove lavoro, avevano assunto un nuovo tecnico di laboratorio, che si occupa delle lastre radiografiche. Un personaggio che si è dimostrato subito simpatico, Alberto 30 anni, alto, abbastanza atletico, fa palestra 3 volte alla settimana, è socievole e scherzoso con tutti allo studio, ma non ha rapporti di lavoro con me che lavoro in segreteria. Di certo non l’ho mai guardato con occhi diversi da come si guarda un qualunque collega. Ed altrettanto non ho mai notato nulla tra lui ed altre colleghe. D’altronde come sai, i titolari dello studio ci hanno avvisato che non tollerano ne tresche ne legami di sorta tra i membri dell’ufficio, e su questo come su altre cose non transigono.
Tu sai che settimanalmente abbiamo in sala riunione l’incontro tra tutti i dipendenti, una sorta di briefing per venire a capo su eventuali disservizi o per migliorare quelli in essere. Quella mattina, arrivai in sala buon ultima ed anzichè sedermi normalmente, mi misi con le ginocchia sulla sedia ed i gomiti sul tavolo, tanto ero in ultima fila per cui non potevo dare fastidio a nessuno. Mentre uno dei titolari parlava e tutti erano intenti ad ascoltare, senti una mano che da dietro mi aveva toccato. Feci un balzo spostando la sedia, nel frattempo passava al mio fianco Alberto. Al trambusto tutti si girarono, chiesi scusa e mi sedetti. Lui invece, fece finta di nulla come se fosse stato trasparente. Incredibile davvero, Alberto mi era passato accanto e in un attimo mi aveva toccato la fica e il culo, avevo proprio sentito il dito passare sul solco delle grandi labbra e poi la mano toccare tutto il culo.
Ero in un turbinio di sensazioni, in preda al panico per il posto dove ci trovavamo, incazzata con me stessa per non aver saputo reagire e aver subito passivamente, e incredula sul fatto che di punto in bianco un collega fosse stato così sfrontato. I dieci minuti finali della riunione furono pesantissimi, avevo la mente in cui i pensieri viaggiavano troppo veloci, per cui pensavo a tutto ed a niente, di certo Alberto, non si era neanche girato a guardarmi per vedere una qualunque mia reazione. A fine riunione andammo tutti alla macchinetta del caffè, io rimasi in mezzo a tutti i colleghi, volevo evitare di dare le spalle ad Alberto visto che anche lui era a prendere il caffè. Mentre sorseggiavo, mi si avvicina e incurante che qualcuno potesse sentirlo mi dice: complimenti hai davvero un bellissimo spacco di fica e un culo superlativo, mi è dispiaciuto toccarti per così poco tempo, rimedierò !
Restai basita, non risposi nulla, avevo il cuore in gola, non riuscivo a capire nulla , sentivo le voci dei colleghi vicino a me, ma non capivo una sola parola, solo confusione.
Tornai alla mia postazione di lavoro, e molto a fatica finii la mia giornata di lavoro.
Nei giorni seguenti rientrai mentalmente alla normalità, anche perchè Alberto era sempre in laboratorio e ci eravamo intravisti solo un paio di volte, ma i nostri occhi non si erano mai incrociati.
Intanto io rimuginavo continuamente su quanto successo, non ti avevo riferito nulla per non turbarti, tanto bastava il mio turbamento. Oltretutto, quella sfrontatezza avuta alla macchinetta del caffè con l’uso di quei termini e la parola finale ” rimedierò”, mi tenevano in ansia, perchè non sapevo cosa bene intendesse e quando avrebbe potuto manifestarsi. Continuavo a chiedermi che tipo di reazione avrei dovuto avere, avevo sbagliato a non dirgli nulla. Come mi sarei comportata se l’avesse rifatto ?
Ero sempre in balia di questi pensieri, ma cominciava a piacermi il fatto che piacevo ad un altro uomo, e che senza fronzoli di sorta mi avesse addirittura toccato la fica ed il culo dicendomi che gli era piaciuto.
Cazzo era piaciuto anche a me ! E la prova evidente era che adesso quando pensavo a quei momenti mi sentivo leggermente bagnata, tant’è che dovevo andare in bagno ad asciugarmi.
Il venerdi di quella settimana, mentre ero intenta a bere un caffè alla macchinetta, vedo arrivare Alberto che mi dice se lo offro anche a lui. In un attimo realizzo che posso andare via troncando la discussione, oppure far finta di niente e offrirgli il caffè. Ovviamente decido di offrirgli il caffè, voglio vedere se mi dice qualcosa.
Così in un attimo mi avvisa che lunedi alla riunione mi vuole al solito posto e non con i pantaloni ma con la gonna. A quel punto senza salutarmi e senza neanche prendere il caffe va via.
Cazzo, ma questo è pazzo. Ma chi crede di essere. Se pensa di aver a che fare con una scopa, si sbaglia di grosso. Col culo che vado alla riunione con la gonna e mi risiedo con il culo in bella mostra per lui.
Adirata per come ero stata trattata, andai via con una scusa dall’ufficio mezz’ora prima. Avevo bisogno di darmi una calmata prima di rientrare in casa. Mentre camminavo però focalizzavo meglio il tutto.
Lui stava realizzando una strategia, che prevedeva quel tipo di comportamento, per cui non era rivolto a me personalmente, ma alla persona con cui lui voleva divertirsi. Quindi avrebbe fatto così anche con un’altra.
Adesso stava a me, esattamente come alla macchinetta del caffè, di decidere, la scelta era la mia, potrò sedermi in prima fila ed indossare i pantaloni oppure mettere il culo e la fica a sua disposizione.
Avevo gia deciso, mi sarei messa la gonna ed avrei aspettato l’arrivo della sua mano.
Ero troppo eccitata, per cui tornai a casa per preparare la cena e poi se ti ricordi l’occasione mi feci sbattere da te tutta la serata a culo a ponte. Che goduria quella sera, mi dispiaceva solo di non poter condividere con te la mia eccitazione, non sapevo come l’avresti presa e purtroppo ha prevalso l’aspetto egoistico.
Adesso ricordo, dissi io, hai voluto che ti scopassi da dietro tutto il tempo, e se ricordo bene sei anche venuta più volte, però ho pensato che non ci fosse un motivo particolare, anche perchè piacque tantissimo anche a me. Allora quando il lunedì mattina hai messo quella gonna sopra il ginocchio, alla mia obiezione che fosse forse troppo corta per l’ufficio e tu invece mi hai risposto che c’era la riunione con dei clienti, era perchè avevi programmato di offrirti a lui.
Si proprio così, avevo il desiderio che mi mangiava dentro di offrirmi completamente a lui. Senza alcuna remora, senza dignità, poteva farmi quello che voleva, volevo proprio sentirlo, stavo impazzendo dal desiderio di sentire nuovamente la sua mano, questa volta direttamente sulla pelle nuda.
E il lunedi mattima con il cuore che mi batteva fortissimo, come richiesto, aspettai che tutti entrassero, li contai e ricontai, per essere sicura, mancava solo lui, sicuramente era in laboratorio.
Poi entrai in sala, facendo meno rumore possibile, mi misi nella solita posizione, questa volta però una fila più indietro, appoggiai le ginocchia alla sedia e i gomiti al tavolo.
Ero pronta, mancava solo la sua mano !
I secondi passavano lenti, ero in uno stato di totale abbandono, supplicavo tra me e me che arrivasse quanto prima, mi stavo bagnando in maniera incredibile, e da vera troia per come mi sentivo allargai le cosce per facilitare le sue mosse.
Sentii aprire la porta alle mia spalle, era arrivato finalmente !
Percepii la sua presenza al mio fianco, non muovevo neanche un muscolo, aspettavo la sua mano.
Ecco finalmente, sentii muoversi la gonna e poi un secondo dopo una mano che s’insinuava tra mie cosce,
per arrivare subito dopo alla fica. Sentii la sua mano spostare il lembo dello slip, e poi far scorrere le dita nel mio cespuglio, insinuarsi tra le grandi labbra come se cercasse qualcosa.
Che goduria avevo la mano di un estraneo che frugava tra la mia fica, alternava passaggi veloci tra il clito e le dita dentro la fica, non capivo quante fossero, ero bagnata da morire.
Mi stava facendo un ditalino da sballo, ed ero sul punto di venire. Era passato appena un minuto, ed io stavo per sborrare, non mi era mai succeso, un orgasmo violento, mi mordevo le labbra, perchè dovevo contenere la voglia di urlare, ma inevitabilmente sborrai.
Fui scossa da un tremito lunghissimo, per cui lui capì che ero venuta. Era bravissimo, continuava a toccarmi con grande maestria, adesso aveva lasciato la fica per dedicarsi al mio culo. Mi palpeggiava tutto il culo, faceva roteare un dito intorno al mio orifizio, ed io che non amavo grandi attenzioni sul buco del lato b , non vedevo l’ora di essere trapanata da un suo dito anche lì.
Ovviamente mi infilò un dito subito arrivando fino in fondo, bagnata com’ero ci sarebbe entrato dentro anche un pilastro di cemento.
Era bellissimo, mi aveva violato anche il culo, adesso sentivo benissimo, passava da 1 a 2 dita, ed io lo accoglievo con molto piacere, era una sensazione indescrivibile, mi sentivo totalmente schiava della sua mano, cercavo di allargare le cosce quanto più possibile, facendo attenzione a non cadere dalla sedia, spingevo il culo indietro perchè volevo che lui sprofondasse quanto più dentro possibile le dita.
Sarei rimasta in quella posizione per ore, con la coda dell’occhio cercavo di guardare alla mia sinistra, per vedere se riuscivo a vedere la patta dei suoi pantaloni, avrei voluto prenderlo in bocca, ma purtroppo non avevo il coraggio di girarmi.
Lui nel frattempo aveva ripreso a massaggiare la fica, adesso era un continuo alternare 2 dita dalla fica all’ano
ed io ero pronta sborrare di nuovo.
Mai successo in vita mia neanche nei momenti di grande arrapamento, 2 sborrate in 3 o 4 minuti.
Mancava poco lo sentivo, era così veloce da passare dalla fica al culo, che sembrava che mi facesse 2 ditalini contemporaneamente, uno in fica ed uno in culo. Celestiale, ero in paradiso, stavo sborrando ancora.
Questa fu ancora più violenta, avere avuto sia la fica che il culo trapanato in questo modo, era stata un’esperienza troppo forte, per cui la sborrata si manifesto all’omprovviso e con violenza.
Alberto si accorse subito del nuovo orgasmo per cui blocco’ il ditalino, e mi spinse all’inverosimile il pollice nel culo e 2 dita nella fica. Io da parte mia spingevo come una forsennata, avrei accettato tutta una mano sia nel culo che nella fica.
Ci mancò poco che svenissi, avevo goduto come non mai, mi sentivo bagnata dalla fica in giù, sentivo i miei umori sulle cosce che colavano copiosi. Ero felice, per nulla intimorita dal luogo dove mi trovavo. Non mi sembrava che qualcuno si fosse accorto di nulla.
Alberto nel frattempo cercava di tirarmi giu gli slip, pensavo che volesse un suo trofeo, per cui agevolai questa operazione. Tolto lo slip, me lo passò tra la fica ed il culo, e poi sulle cosce, mi stava asciugando dai miei umori.
Fatto questo, non me li rimise, anzi rimise 2 dita prima nella fica poi nel culo. Era sempre una bella sensazione.
Poi le tolse mi sentii sistemare la gonna, e vidi che fece 2 passi avanti per piazzarsi davanti a me, mise la sua mano dietro il suo corpo cercando il mio viso e poi la mia bocca.
Avevo capito, il porco voleva che gli pulissi le dita dai miei umori e chi li assaggiassi, ed io accettai di buon grado leccandoli ad uno uno, erano ancora umidi, avrei fatto qualunque cosa pur di ricambiare il servizio fattomi.
Glieli pulii per bene passando e ripassando la lingua ovunque, odorandoli uno per uno, avevo proprio voglia di sentire gli odori ed i sapori sia della fica che del culo.
Poi un attimo prima che finisse la riunione andò via, senza dire nulla.
Io mi ricomposi, realizzai che non avevo più gli slip ed andai di corsa in bagno per rendermi conto del mio stato.
In bagno cercai di pulire le ultime parti delle gambe dove era colato di tutto di più ed andai come sempre dopo la riunione a prendere il caffè. Ero felice, al settimo cielo, contenta dell’esperienza fatta, e di quelle che avrei potuto continuare a fare con Alberto. Appagata come non mai. Per cui chiesi un permesso in ufficio, per andare a fare shopping, volevo comperare qualche completino intimo, sexy più che mai, e poi dovevo anche prendero uno slip, non potevo stare con la fica di fuori tutto il giorno.

Autore:
solemareamore

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