La massaggiatrice in fondo alla strada
Il dolore stava via via sparendo. Quella ragazza aveva delle mani da angelo.
Franco aveva passato tre giorni a letto, senza riuscire a muoversi per via di quel lancinante dolore lombare che lo accompagnava da anni. Gli capitava una volta ogni tre o quattro mesi di rimanere bloccato con la schiena.
Quella mattina si era sentito meglio, ma meglio non era “bene”, così decise di andare a provare il centro massaggi che gli avevano aperto praticamente sotto casa.
Aveva sentito le storie più bizzarre su quei centri massaggi, ma in fin dei conti un massaggio rimaneva sempre un massaggio.
Il suo problema era relativo alla zona lombare della schiena, ma se qualche mano gentile avesse deciso di navigare verso altre zone del suo corpo, lui non si sarebbe di certo tirato indietro.
La ragazza che stava massaggiando con maestria la sua schiena, aveva un nome impronunciabile e un seno stranamente grande per una ragazza orientale. Parlava un italiano stentato con una nota d’esotismo che rendeva ogni suo errore, tremendamente erotico.
Franco stava nascondendo un erezione, ma fortunatamente la posizione a pancia in giù riusciva a celare la sua eccitazione alla giovane ragazza.
Probabilmente quella piccola e tenera massaggiatrice aveva la stessa età della sua nipotina. Tutto era così eccitante e deviato in quel momento, all’interno della sua mente, che gli veniva quasi da denunciarsi da solo alle autorità del buon senso.
L’ultimo rumore d’assestamento della colonna vertebrale gli aveva rimesso a posto gran parte della schiena e si sentiva finalmente un uomo nuovo.
-Tu vuoi lomantico?- disse la cinesina, scambiando la erre con una elle sensuale.
-Eh… direi… sì. Ok.- rispose Franco, teso.
-Fanno quaranta in più.- sorrise la ragazza.
-Ok.- rispose, prendendo il suo portafoglio.
-Se lo vuoi con tette fuori… sono cinquanta.
-E cinquanta siano.- sorrise Franco, tirando fuori cinquanta euro.
Per soli dieci euro in più sarebbe stato un vero peccato perdersi lo spettacolo naturale di quelle tette giovani e sode.
Quando capitava di vedere un seno così bello, senza l’aiuto della chirurgia plastica, bisognava rendere grazie al signore per aver fatto una cosa così grandiosa.
-Grazie. Mettiti pure steso a pancia in sù.
Franco si stese ed assaporò lentamente la visione di quei seni tondi, uscire dal vestitino orientale rosa che la ragazza slacciò con un eleganza degna di un’attrice del cinema muto.
Così andavano le cose; agli angoli delle nostre strade si poteva toccare il paradiso con un dito, bastava solamente avere dietro del denaro contante.
I capezzoli erano perfetti, tondi e grossi come piacevano a lui.
La ragazza tolse le mutande a Franco ed iniziò a masturbarlo. Aveva un tocco sensuale e sinuoso, come se non le importasse della durata dell’atto, bensì dell’esecuzione. Era lo stesso ragionamento che molti artisti facevano quando lavoravano ad una nuova opera.
Ecco cos’era quella ragazza: una vera artista.
Al mondo c’erano milioni di donne in grado di fare delle seghe, ma lei ne aveva fatto un lavoro ed era diventata una vera e propria professionista.
La scelta dei dieci euro si dimostrò molto lungimirante, perché nell’atto della masturbazione, le tette della ragazza iniziarono a ballare in maniera ipnotica davanti agli occhi di Franco.
Il mal di schiena gli era passato, ma adesso lo desiderava con tutto se stesso. Il mal di schiena da quel giorno in poi, sarebbe diventato il suo lasciapassare per un orgasmo di classe in quel tempio del piacere.
-Ti piace?
-Sì, sei molto brava.
-Grazie.
-Posso toccarti le tette?
-No…
-E se ti do altre venti euro?
Contrattare era una delle arti in cui era più bravo. Non mollava mai il suo obbiettivo, mantenendo su di esso lo sguardo, come un cecchino avrebbe fatto con la sua vittima.
-Trenta.
-Trenta! Perfetto.
Franco piazzò una mano sulle tette che aveva appena affittato per il resto della durata della sega.
Erano tette morbide all’esterno e sode all’interno, come quelle delle partorienti. Strinse un attimo un capezzolo tra l’indice e il medio. L’erezione esplose il una sborrata che schizzò fino al seno di quella stupenda bellezza orientale, così abile nell’arte della masturbazione che avrebbe potuto anche aprire una scuola.
-Scusa, ti ho sporcata.
-Tranquillo, baby.- disse la ragazza, visibilmente scazzata.
Doveva essere un lavoro duro e quegli incidenti non aiutavano sicuramente a addolcire la pillola.
Franco sarebbe sicuramente tornato in quel posto, con o senza mal di schiena. Guardare quella ragazza rivestirsi era un peccato mortale. Certe donne erano talmente belle che avrebbero dovuto vivere le loro vite nude, senza nessun vestito a dosso.
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