Uomini da domani e da scopare

Scopare, scopare sempre e tutti con tanta pace della mia fica e del mio culo…..

Di te non si deve mai parlare male, mai. Studia, laureati e riga dritto! Non farmi vergognare di te.

110 e lode sono una donna ingegnere in un mondo di tutti uomini. E me li devo scopare tutti per punire, soprattutto quelli che pensano di essere superiori.

Era il mio sedicesimo compleanno e alla mia festa Luca mi portò un regalo diverso. Mi portò in bagno mi girò di schiena tenendo in una mano il mio seno e con l’altra cercava di scopare la mia fica che non si bagnava. Dovetti scoparmelo io per non lasciarlo traumatizzato. La mia prima volta e fece schifo. Era molto facile per  me già allora prendere quasi  tutto  quello che volevo per via del bel visino, una quarta di  seno e  il culo alto  e di pietra grazie alla danza.

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A diciotto anni iniziò a piacermi un ragazzo, Luigi, mio coetaneo. Aveva gli occhi verdi e giocava a calcio. Sembrava avere un bel corpo e decisi di scopare lui il prima possibile. Lui non mi guardava troppo, faceva solo ogni tanto delle battute plateali sul mio seno e sul mio culo. Un giorno chiesi al suo amico Andrea di fare sega a scuola insieme ed andare da qualche parte. Andammo in quattro io loro due e un’amica di Andrea sulla spiaggia in un paese vicino con l’autobus. Andrea e l’amica si appartarono. Luigi sembrava scomodo ed era timido e impacciato e questo mi irretiva molto. Gli chiesi di seguirmi in una delle cabine e lui visibilmente imbarazzato e sconcertato lo fece. Arrivati lì gli presi una mano e me la misi sul seno e l’altra gli indicai di infilarla nei miei pantaloni. Non mi sapeva toccare. Mi chiese se io avessi già fatto sesso. E io risposi quello che lui voleva sentire. No, mai niente. Non ho mai avuto un fidanzato. Si senti tranquillo e mi rispose neanche io. Ed iniziò a toccarmi con meno timidezza e si fece toccare. Ma non fu capace di scopare alla grande. Siamo andati da soli su quella spiaggia e altre volte ho avuto anche io i miei orgasmi. Scopavamo anche cinque volte di fila perché era sempre duro come il marmo. Man mano che prese fiducia divenne davvero bravo con il mio corpo e con la lingua sulla mia fica vogliosa. Poi mi confessò desideri notturni in cui si eccitava all’idea di chiamarmi puttana e lo fece. Mi chiamò puttana e questo mi eccitò tanto. Mi chiedeva e mi chiedeva. Quel ruolo mi piacque fin quando non mi disse tu sei solo la mia puttana, tu prendi il cazzo solo da me. Lì lo mollai súbito.io devo scopare chi voglio!
A quel punto capii che l’appartenenza non faceva per me. Dopo altri piccoli uomini avuti ai tempi del liceo m’innamorai perdutamente e perdutamente non fui corrisposta. Era l’estate prima dell’università. Armando 23 anni. Mi credeva una ragazzina in un corpo da donna e in nessun modo riuscii ad avvicinarlo. Per dirla tutta mi ferì anche molto.
All’università ebbi finalmente una tanto sospirata libertà perché mi trasferii a 600 km da casa. Eravamo in due nell’appartamento io e Gianluca, che per i miei era in realtà Rossella. Ho avuto sempre mille amiche e conservato grandi rapporti di amicizia, ma le donne si sa tendenzialmente giudicano e sempre giudicano male. Gli uomini invece approfittano, sempre. Fui fortunata. Gianluca era un bellissimo ragazzo siciliano. Al principio ero da sola. Iniziai i corsi ed iniziai a conoscere la città, ad uscire e a intrecciare amicizie nuove. Finalmente mi sentivo addosso lo spazio esterno.
Il primo giorno che arrivò Gianluca mi chiese di accompagnarlo a prendere delle cose di cui aveva bisogno lì intorno perché non conosceva per niente la zona. Preparammo insieme la cena e guardammo insieme la tv. Era molto simpatico e molto filosofo ed infatti si era iscritto a filosofia. Lo provocai molto, soprattutto dopo cena. Sul divano. Fui brava davvero brava e fu semplice.
Inizia con fargli vedere un po’ il seno, avevo un top di cotone bianco e i miei capezzoli induriti erano già belli in vista. Mi eccitava tanto vedere che buttava l’occhio tra un’immagine colta e una persa del film. Quando era già scomodo nella sua seduta mi alzai e fuori dalla sua veduta mi sfilai le mutandine per ritornare a sedermi più vicina così che il mio seno potesse sfiorargli il braccio. Era teso e avvertivo il calore. Non cedeva perché era spiazzato. Allora mi sdrai su di un fianco seduta com’ero. La mia gonna era sufficientemente salita su da farlo arrossire. Non si muoveva. Mi eccitò da morire il dirgli “ho voglia di scopare, la mia fica è bagnata e tu?” Lui senza tante parole, mi venne addosso come una furia. Ma me lo scopai io, tante volte ed ogni volta ho avuto più e più orgasmi. E’ stata la mia prima migliore preda e non gli feci prendere nessun vizio. Facevamo sesso solo quando lo volevo io. Era ben dotato ed era a portata di mano soprattutto per questo lo tenevo da parte.
Ero un’ottima studentessa, non ho mai perso di vista gli obbiettivi dei miei genitori, non ho mai saltato le lezioni e mancato un esame e non ho mai preso un voto al di sotto di 28. Ero sempre con i capelli legati a coda di cavallo, camicia e pantaloni taglio maschile. Ero seria.
Ogni mattina che uscivo dall’appartamento incontravo il dottor X giù al portone. Capelli nero corvino corti e sempre in ordine, giacca e cravatta inclusi. Era sempre con la sua ventiquattro ore che andava a prendere la metro per recarsi in clinica. Un uomo molto affascinante, quarant’anni separato e senza figli. Perfetto per i miei gusti. Per circa una settimana ci siamo incrociati per strada e guardati. Io ero molto attenta all’orario, non dovevo mancarlo. Poi il venerdì mattina si diresse lui incontro a me e mi disse “facciamo che sia un appuntamento programmato il prossimo”.
Una settimana soltanto perché aveva ventuno anni più di me. Questo mi ha fatto un po’ vacillare all’inizio per un po’ di insicurezza, ma era ancora più stimolante.decisi che prima o poi da lui mi sarei fatta scopare il culo.
Io risposi come avevo già pensato di fare, ovvero “facciamo che io abito qui e quando tu rientri passi da me”.
Gianluca era sceso giù in Sicilia per fortuna.
Quella giornata non passava mai e più attendevo che facesse buio più la mia eccitazione cresceva. Tutto il giorno sentivo una pulsazione tra le gambe e più volte mi sono masturbata all’idea che mi sarei scopata dott.x quella sera eiaculando anche spesso. E la sera arrivò.
Mi aveva scambiata proprio per una brava ragazza. Si aspettava di rivedermi come tutti i giorni mi aveva incontrato, molto castigata, ma non fu così.
Indossavo un minidress nero di seta, elegante e con la schiena scoperta e tacchi a spillo. Niente collant niente reggiseno niente slip. I mie lunghi capelli neri mossi scendevano a cascata sulla spalla, mi sfioravano il capezzolo e questo mi rendeva eccitata e poi non doveva perdersi la mia pelle nuda ambrata. Senza trucco, solo un po’ di mascara.
Esordisce con “non mi hai detto neanche il tuo nome” e io chiesi quale nome dovrei avere secondo te? Dea mi disse, e così mi ha chiamata tutto il tempo. Era proprio un uomo. Dopo qualche minuto dall’ingresso mentre io versavo del vino rosso per entrambi era già dietro di me, a solleticarmi la schiena. Io sono rimasta immobile e lui non ha resistito neanche il tempo che io avevo creduto. La schiena non bastava. Ha cominciato a scendere con le dita, a sfiorare il vestito dicendo che tra la pelle e il vestito non c’era differenza. Le sue dita sono arrivate sulle natiche, mentre io aprivo leggermente le gambe per fare spazio tra le cosce le sue dita hanno preso la strada giusta. Mi ha trovato completamente bagnata e nuda. Ripeteva sei davvero una Dea. Sei così calda, umida eccitante voglio scopare anche il tuo culo stupendo. Io avevo una mano sulla sua coscia soltanto. Mi ha tenuta ferma incastrata vicino al tavolo, si è tirato giù la lampo dei pantaloni e me lo ha messo tutto dentro. Mi ha riempita completamente. Mi ripeteva di non essere mai stato così duro, di non essere mai stato in un posto così. Mi ha scopato tre volte da dietro. Ho appena accennato a girarmi tornando inquieta a versare il vino, e lui ancora più eccitato a sfiorarmi la pelle ed accarezzarmi fianchi. Mi giro e il mio seno sotto quella seta era evidente e turgido e le sue mani salgono da sotto il vestito per riempirsi completamente della mia quarta abbondante. Si avvicina di nuovo, tanto e sento ancora l’eccitazione piena e nei suoi baci una morbosità assoluta. Ha un cazzo enorme che voglio scopare io anche con la bocca. Posa la testa tra il mio seno e lì respira forte emettendo gemiti fino a non farcela più. Mi solleva sul tavolo mi apre le gambe e mi fissa negli occhi dicendomi sei davvero una Dea. Si è vero e tu vuoi scopare ancora questa Dea giusto? E vuoi anche scopare il culo e la bocca di questa Dea? Dovrai fare qualcosa di speciale allora… Farò tutto quello che vuoi.
Quella notte tanti tanti orgasmi, orgasmi adulti. Anche DottX voleva che fossi la sua puttana personale e di nessun altro e così fu. Per un bel po’ di tempo.
Andavo da lui io quando potevo e quando avevo voglia di scopare. Alcune volte tutte le sere. A lui faceva impazzire il gioco Dea e DottorX e anche io mi eccitavo molto. Iniziò a farmi dei regali, vestiti specialmente e intimo. Tutte cose che voleva che io indossassi ed io ne ero felice. Abbiamo giocato tanto ed io ero sempre piena di fantasie. Una volta ci siamo dati appuntamento in un locale al centro. Dovevamo incontrarci come due sconosciuti. Aveva deciso quello che io avrei indossato. Aveva scelto per me una camicia bianca molto stretta con una longuette nera molto stretta, avrei dovuto legare i capelli in una coda come quando mi ha incontrata , tacchi alti e assolutamente nuda per il resto. Mi sono seduta al bar mi ha offerto da bere. Lui avrebbe dovuto sedurmi e il gioco consisteva nel vedere chi cedeva per primo. Mentre sorseggiavo il mio vino di proposito ho fatto in modo di macchiarmi la camicia. Il suo sguardo è caduto subito sul capezzolo troppo evidente anche per il barista che già era da tempo incollato al mio seno.
Il ragazzo del bar continua a guardarmi ed è molto eccitato. E’ molto bello, della serie bello e maledetto ed ha una trentina di anni. dottX ha notato quegli sguardi e se dapprima si irrigidisce, mi si avvicina all’orecchio e mi sussurra, si voglio vederti godere. Era un fuori programma, ma questo volevo…. Scopare due uomini assieme. Mi basta un cenno per il barista mentre dico al DottX che avrei avuto bisogno del bagno e non mi dà il tempo di raggiungerlo che lo ritrovo dietro di me. Mi spinge dentro e comincia a toccarmi ovunque, mi apre la camicia e si lancia sul mio seno avido come mai. Mi solleva con le braccia, si apre i pantaloni e me lo mette tutto dentro con tanta violenza e in profondità. Gli propongo di venire a casa con me e il dottore e lui è già schiavo ed acconsente. Eccitatissimo. Il dottX è davvero su di giri in macchina, mentre guida mi mette due dita dentro e continua a masturbarmi fino all’arrivo a casa.gli ho promesso che solo lui può scopare il mio culo. Dopo dieci minuti arriva anche il barista. È stato il delirio per me avere un cazzo nel culo e uno nella fica. Ho avuto una scarica infinita di eccitazione. Ne volevo sempre di più ed anche loro. Dottx si masturbava e mi chiedeva di prenderglielo in bocca mentre il barista mi scopava da dietro. Ho pensato a cosa mi ero persa fino ad allora. Non ci siamo separati presto. Dottx ha dato le chiavi di casa al barista affinchè la sera potesse arrivare mentre lui si scopava me e poi gli avrebbe dato il cambio. Una sera ci siamo fermati nel portone avidi di quel sesso immediato e ci siamo ancora di più trovati eccitati dalla possibilità di essere visti. Infatti in quel momento stava passando uno studente più incuriosito dal mio corpo che imbarazzato da ciò che vedeva. Gli mostrai ancora di più il seno e decisi in quel momento che avrei scopato anche lui prima o poi, magari insieme agli altri.
Intanto il sesso a tre continuava e scopare così mi piaceva troppo… Invitati lo studente a guardare… Prima me e il dottore e poi a scopare se ne avevo ancora voglia. Venne mentre il dottx era intento a scopare il mio culo. Venne solo a guardare e a masturbarmi. Poi era il turno del barista. Pensavo che prima o poi avrebbero voluto introdurre un’altra donna. Ma non è mai successo. Erano schiavi entrambi. Pensando di essere padroni. Ma sceglievo io da chi e quando farmi scopare. Fu un po’ una tragedia separarmene, anche perché entrambi non ne volevano sapere. Gli dissi che iniziavo a sentirmi soffocata, che quello che c’era mi piaceva troppo, quasi da farmi paura e volevo concentrarmi di più sullo studio.
Solo l’ultima cosa era una bugia, io non avevo bisogno di studiare di più. Lo facevo già il tempo giusto, ma lui il tempo non bastava mai. DottX mi scrisse una lettera bellissima e d’amore. Io non avevo neanche fatto caso che comunque il tempo che passavamo insieme era fatto anche di risate, di chiacchiere e certe volte di coccole. Non mi ero accorta di aver creato un rapporto di coppia e poi con un terzo incomodo. E soprattutto non sapevo assolutamente cosa fosse un rapporto di coppia. Nell’ascensore del suo condominio mi scopai anche quel ragazzo che mi aveva visto mezza nuda intenta con dottx. In quindici minuti ne avevo piegato un altro poi ho scelto di andare in un club privé.. Non accompagnata..praticamente lavoravo come troiaio, ma gratis. Sceglievo chi far guardare e chi scopare. Senza legami. Mi piace scopare tutti gli uomini che sembrano dei bastardi e ovviamente devono avere un cazzo grande e un bel corpo. Se anche non sanno scopare bene, non importa. Ci penso io. Non tutti mi possono leccare la fica. Qualche volta ho permesso a qualche donna di farlo, ma me piace troppo il cazzo duro e enorme.
Io non ritorno mai sui miei passi. Quando chiudo chiudo. E quando ho piegato la preda non mi interessa più.
Mi sono laureata ed ho superato subito l’esame di Stato. In quella stessa città ho provato ad inserirmi in alcuni degli studi più importanti. Per l’esattezza cinque. Nonostante i miei voti e le grandi capacità i primi tre mi avevano risposto che non c’era alcun posto vuoto e che erano addirittura in difficoltà, quasi alla chiusura. In effetti era tutto anziano, personale compreso oltre che i capi. Gli altri due mi avevano risposto il classico le faremo sapere con un sguardo da superiore e uno sguardo alle tette. Entrambi erano abbastanza giovani ed affascinanti e quel loro modo di trattarmi da ragazzina alle prime armi mi fece meditare vendetta. E così feci. Mi vestii dei miei panni privati e tornai da loro.
Studio A: con la mia solita coda di cavallo, ma con una gonna corta e una camicia castigata chiusa fino all’ultimo bottone e relativa giacca. Entro e mi fa accomodare. Ma io non accavallo le gambe. Le lascio appena schiuse, mi tolgo la giacca e il mio seno è troppo esuberante per non essere notato. Si allenta la cravatta. Comincia a portarsi le mani alla bocca. Una mano in tasca indice che il suo cazzo cominciava ad ingrossarsi. Mi sbottono di più la camicia e il seno esce fuori abbastanza, mi lecco due dita e le infilo tra le gambe completamente aperte adesso. Mentre mi masturbo i suoi occhi sono lì alla mia fica e io lo invito a sostituire le dita. Si sbottona e tempo cinque minuti e già lì con la sua lingua su di me e mi scopa forte. E ancora e di nuovo. Poi gli monto sopra io e non si ricorda più come si chiama. Mi voleva come ingegnere poi. Ho rifiutato subito, non voglio un capo che non riesce a resistere ad una gonna. Mi ha chiesto di tornare comunque e gli ho risposto che una scopata così l’ho trovata tante volte, è acerba.
Studio B: la sua segretaria era sua moglie e quindi era stato scorretto con due. Mi feci ricevere e chiusi la porta a chiave. Questo è stato ancora più stronzo. Ed io sarò più cattiva e lunga nella vendetta. Avevo addosso solo una fascia di pizzo come reggiseno affinchè si vedessero i capezzoli e su una giacca un po’ strettina , gonna di una lunghezza moderata, ma i capelli sciolti che sono il mio pezzo forte quando voglio farmi domare. Mi ha detto subito che si ricordava molto bene di me. E queste sono state le mie uniche parole dopo essermi aperta la giacca: “ti ricordi di me oppure ti ricordi di come hai pensato di mettermi sulla scrivania a gambe aperte per scoparmi? Risata da sornione. Ma non si muove. Sono in difficoltà? Affatto l’avevo previsto. Mi alzo e lui gira solo un po’ la sedia, sapevo anche questo. Quest’uomo ha bisogno di più parole proprio perché la moglie e di là. Ma lo farò urlare. Mi siedo sulla scrivania e il mio seno è proprio davanti alla sua faccia. Si alza perché è un domatore, ma un domatore eccitato direi dai pantaloni. Io mi mordo le labbra facendo segno di sbottonarsi e gli sfioro il cazzo con un solo dito, si avvicina e mi dice ora non posso. Puoi, devi perché sono bagnata e voglio essere riempita. Non ti va di scoparti una fresca studentessa? Se vuoi puoi legarmi imbavagliarmi. E così è stato. Era amante del boundage, ma sua moglie non lo accontentava. Solo leccarmi la fica che era completamente scabra lo fece venire. Ed era mio ora comandavo io. L’ho messo a sedere, mi sono girata di schiena, aperto le gambe e con molta lentezza me lo sono messa dentro poco alla volta fino a farle entrare completamente tutto ed ho fatto anche molte soste per non farlo venire. Ho acceso l’interphone e sua moglie in gran silenzio ascoltava mentre lui diceva cose che lei non avrebbe voluto sentire mai. Scopami così, sei mia, sei la mia puttana, un culo così non l’ho mai visto mi ecciti da morire, ti prego fammi venire, prendilo tutto si così. Voglio sbatterti al muro. Dopo cinque ore di sesso esagerato era ancora lì a volermi prendere alla pecorina perché amava sbattermi mentre mi schiaffeggiava il culo. Quando stavo per andare via avevo ancora la sua bocca attaccata alla fica e clitoride ancora bollente e molto sensibile, anche dolorante, ma quel successo mi ha dato modo di tornare a casa masturbarmi ancora ed eiaculare alla grande.
Per una settimana sono stata tutti i giorni in quello studio a scopare fino a ridurlo ad uno schiavo. Sua moglie l’aveva giustamente lasciato senza se e senza ma. E’ arrivato ad offrirmi fino a duemila e cinquecento euro al mese per lavorare lì. Ma io gli uomini me li devo scopare quando e come voglio e soprattutto gratis.

 

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