Tutto ha un prezzo
Tutto aveva un prezzo, anche il piacere.
Potevi essere il peggior pervertito della storia, ma un po’ di soldi avrebbero rassicurato la tua immagine in qualsiasi caso.
Alina non avrebbe mai accettato di fare una cosa del genere se non ci fosse stato di mezzo tutto quel denaro. Non era poi così tanto, ma per lei era un bel gruzzoletto.
-Sono tremilacinquecento. Eccoteli qui… più un bonus se farai la brava.- disse Mark.
Aveva fatto delle cose molto spinte per lavoro, ma quello che gli aveva chiesto quel facoltoso imprenditore le superava tutte.
Un ministro l’aveva addirittura fatta vestire de Minnie, la fidanzata di Topolino per scoparsela, ma quel Mark voleva dell’altro. Qualcosa che andava ben oltre la sua comprensione.
Sul tavolo erano presenti una scatola di cereali da colazione, una ciotola nera e un cucchiaio.
Alina era seduta davanti a quella colazione fetish, con un sorriso di circostanza, tra il disgustato e il curioso.
-Perfetto cara, adesso dovresti versare i cereali all’interno della ciotola.
Alina aprì la confezione e rovesciò i cereali nella tazza, dopodiché posò la scatola e guardò negli occhi Mark.
Per qualche secondo pensò quasi di restituire i soldi a quell’uomo e filarsela via, ma tremilacinquecento euro erano davvero tanti.
-Adesso tocca a me.
Mark si avvicinò alla ciotola, abbassò la zip dei suoi pantaloni, accarezzando la testa della bella Alina e, dopo aver estratto il suo membro dalle mutande, iniziò a fare pipì dentro la ciotola di cereali.
Il livello del liquido salì subito, facendo galleggiare i cereali da latte che Alina mangiava sempre quando era piccola.
Dopo aver terminato, Mark fece un gesto che infastidì molto la ragazza; prese una ciocca dei capelli di Alina e con questa si pulì l’uccello gocciolante.
Mark si mise a sedere sulla poltrona si slacciò i pantaloni e, iniziò a masturbarsi dicendo -Ok. Buon appetito… puoi iniziare a mangiare.
Alina prese il cucchiaio. Non c’era nessuna telecamera, quindi quel momento sarebbe rimasto per sempre nella sua memoria, ma nessun altro l’avrebbe mai scoperto.
Infilò il cucchiaio nella tazza e tirò su la prima cucchiaiata di piscio e cereali. Trattenne il respiro e ne ingoiò il contenuto.
-Bravissima piccola… da brava… mangia tutto.- sorrise Mark, continuando a masturbarsi sempre più eccitato da quella situazione.
Faceva schifo in un milioni di modi diversi. L’odore d’ammoniaca le sta friggendo le narici e il sapore del piscio, mischiato a quello dei cereali al miele era decisamente terribile. nessuno l’aveva mai umiliata a tal punto.
Era proprio questo che eccitava Mark: guardare una ragazza disperata, mangiare dei cereali con il suo piscio, cucchiaiata dopo cucchiaiata.
-Avanti piccola, continua a mangiare i cereali.
Al sesto boccone, Alina ebbe un conato di vomito, ma s’impose che non avrebbe dato a quell’uomo di godere oltremodo della sua sofferenza.
Mangiò un boccone, un altro e un altro ancora.
Arrivato all’ultimo tirò un sospiro di sollievo. Quello schifo era finito, almeno.
-Vieni a prendermelo in bocca.- gridò Mark, pronto a venire.
Perfino succhiarlo a quel pervertito era più invitante che starsene ad osservare il piscio avanzato all’interno della tazza nera.
Alina corse, s’inginocchiò e prese in bocca l’uccello di Mark, ricoprendolo di saliva ancora odorante di urina. Lo succhiò per bene, sperando che la sua bravura nell’arte del sesso orale dimezzasse le tempistiche di quell’atto.
L’uomo sborrò in fretta. Era finito. Era tutto finito.
Alina chiese uno spazzolino all’uomo.
-Guarda, puoi trovarlo in bagno. Ti ricordi quel bonus di cui ti parlavo?
-Sì.- rispose la ragazza, speranzosa di guadagnare qualcos’altro da quella infima situazione.
-Ecco… se bevi il piscio che è rimasto nella tazza ti do altri mille euro.
Avrebbe voluto scappare verso una vita migliore, ma purtroppo era finita in quell’inferno di perdizione troppo giovane.
Alina si avvicinò alla tazza e, iniziando a piangere, se la portò alla bocca. Bevve tutta l’urina di quel ricco mecenate e incassò il suo bonus.
Adesso poteva andare a lavarsi i denti.
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