Un vibratore come amico
Quella sera sarebbe stata la sua sera. Aveva dedicato interi fine settima alle amiche, agli amici, agli ex fidanzai e agli amanti occasionali, ma quella sera l’avrebbe passata con se stessa.
Aveva scelto un film da guardarsi davanti al computer e si era anche preparata una cenetta coi fiocchi, solamente per lei. Pollo al curry e cotolette di soia, accompagnate con un buon bicchiere di vino rosso.
Raramente aveva del tempo da dedicare a se stessa, perché la monotonia di una vita nel panorama occidentale era votata all’insieme.
Adesso era una donna adulta e consapevole che la solitudine non era così terribile come la si descriveva; bastava imparare a convivere con se stessi e il gioco era fatto.
Nell’ultimo periodo si era fatta scopare da una serie di uomini totalmente idioti, uomini che ovviamente aveva scelto solo per una ragione e che non avrebbe mai frequentato al di fuori del letto.
La realtà dei fatti era che non riusciva mai a trovare qualcuno con cui avrebbe volentieri intavolato una discussione; nessuno riusciva a farle sentire qualcosa a livello cerebrale.
Così aveva lentamente rinunciato all’idea dell’anima gemella, affidandosi così alla sensazione ovattata della solitudine, alternata ai rapporti occasionali. C’era chi la considerava una troia per questi motivi e chi la considerava una progressista, lei si considerava semplicemente una donna.
Una volta finito il film e la cena, Luisa decise di accendersi una sigaretta per fare compagnia all’ultimo bicchiere di vino. Sapeva già cosa avrebbe fatto dopo aver fumato quella sigaretta davanti alla finestra, mentre la città si divertiva ballando fino a tarda notte.
Quel pomeriggio aveva comprato un aggeggio atto a stimolare il piacere nelle donne. Ne aveva sempre sentito parlare, ma non ne aveva mai utilizzato uno. Era di quelli costosi e professionali che si trovavano esclusivamente nei negozi specializzati.
Lei l’aveva preso in un sexy shop automatizzato, uno di quelli con le spiegazioni video sullo schermo.
Si sarebbe vergognata troppo a chiederne uno ad un uomo in carne ed ossa.
Spense la sigaretta ed andò a prendere il sacchetto nero, dentro cui era contenuto il suo nuovo giocattolino. Guardò la scatola con malizia mista a scetticismo.
-Quindi tu dovresti farmi venire come non mai?- domandò, come se quel vibratore potesse risponderle a parole.
Il gioco poteva anche valere la candela, perché mentre quell’attrezzo era fatto per scopare e non per parlare, gli uomini molto spesso non sapevano scopare e non riuscivano nemmeno a parlare tanto bene.
Scartò la confezione e lo tirò fuori. Essendo una donna molto meticolosa, lesse tutte le istruzioni ed inserì le batterie dentro l’apposito contenitore.
Era pronto all’uso. Cosa avrebbe dovuto fare? Forse doveva mettersi a letto o sul divano.
Sì, il divano era la scelta migliore. Luisa si tolse le ciabatte, le calze a rete e i pantaloni; per un attimo si sentì un po’ strana, ma poi abbandonando ogni malizia si tolse le mutandine, lasciandole cadere sul mobile della televisione.
Si mise a sedere sul divano. Il vibratore aveva due punte, una grossa che simulava in tutto e per tutto un pene e una più piccola che avrebbe dovuto stimolarle il clitoride.
Aprì le gambe e, dopo averlo acceso, posò la punta grossa sul clitoride, giusto per iniziare a prendere confidenza.
Era freddo e un sussulto la sconvolse per un attimo, ma subito dopo si abituò a quel gelido piacere.
Sembrava funzionare, perché aveva già iniziato a bagnarsi ed aveva voglia di andare più a fondo. Infilando quel giochino dentro di lei, provò un insolito piacere.
Quando la seconda punta arrivò al clitoride, iniziò ad impazzire, stringendo il bracciolo del suo divano.
Il vibratore era tutto dentro e tramava lentamente dentro la sua figa, mentre quella piccola escrescenza le stava masturbando il clitoride come nessuno aveva mai fatto prima. Sembrava quasi che quell’attrezzo la conoscesse meglio di se stessa.
Dovette più volte continuare a masturbarsi capovolgendo il vibratore, allontanando la seconda punta dal clitoride, altrimenti avrebbe rischiato d’impazzire dall’eccitazione.
Era strano, ma non aveva mai provato un senso di godimento così forte e accentuato!
Avrebbe voluto urlare, ma non voleva che i vicini pensassero che fosse pazza o che qualcuno le fosse piombato in casa, magari per derubarla.
Se la polizia fosse piombata in casa sua per sventare una rapina, avrebbe trovato solamente una donna pronta a venire.
Riportando il vibratore nella giusta posizione, fu perfettamente consapevole che si stava dirigendo verso la strada dell’orgasmo.
-Cazzo, non è possibile.- disse, tappandosi la bocca per impedirsi di gridare al mondo il suo amplesso.
Venne sul suo divano, come se non avesse mai provato un orgasmo in vita sua. Senza ombra di dubbio, quel piccolo aggeggio erotico sarebbe divenuto il suo migliore amico e probabilmente anche il suo migliore amante.
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