Sotto i banchi dell’università
Era da poco iniziata la seconda ora di lezione, quando mi accorsi che la monotonia di diritto applicato sarebbe stata interrotta da Chiara.
Eravamo amici da circa un anno, lei era molto bella ma tra di noi non era mai successo niente.
Sentii la sua mano accarezzarmi una gamba, mi girai e guardandola notai che un sorriso malizioso era affiorato sul suo volto. Aveva la classica faccia da porca che molte ragazze indossavano con nonchalance.
Sentii il cazzo inturgidirsi. Chiara indossava un top bianco aderente che immortalava alla perfezione il suo seno strabordante.
-Adesso rendiamo la lezione un po’ più interessante.
Fingendo di continuare a prendere appunti con la mano destra, mi slacciò i pantaloni con la sinistra, inciampando sulla mia cintura con la fibbia in ottone.
-Slacciati la cintura.- sussurrò.
Fino a quel momento ero rimasto imbambolato ad osservare quella scenetta con una prorompente erezione sotto i calzoni. Slacciai la cintura e la sua mano raggiunse finalmente il mio pisello.
Aveva delle mani fresche. Cinse il mio cazzo ed iniziò a smuoverlo lentamente.
Eravamo dei semplici amici, era una situazione ai limiti del surreale.
La guardai adoperarsi per tirarmi fuori un orgasmo nel bel mezzo di una lezione di diritto applicato, mentre fingeva di prendere appunti come una studentessa modello. Avrei voluto infilarle una mano tra le tette, ma tutto ciò che stava succedendo, doveva succedere al di sotto del banco.
Era bravissima, non ero mai stato toccato in quella maniera. Probabilmente era la situazione ad eccitarmi in quella maniera, ma se solo avessi potuto mi sarei infilato in ogni suo buco disponibile.
-Non ti fermare.
-Ti piace? Ti piace che ti tocchi il cazzo eh?
-Sì… cazzo.
D’un tratto smise. Rimasi immobile per qualche secondo.
-Andiamo in bagno. Mi alzo prima io, poi vieni tu. Bagno degli uomini.
Chiara si alzò. Le guardai il culo, mentre si allontanava dalla nostra postazione studio per dirigersi verso il bagno dell’università. Aveva un culetto a mandolino senza rivali nell’intero istituto.
Attesi quasi un minuto, dopodiché mi alzai e attraversai l’aula, per dirigermi verso il bagno.
Il pisello stava per esplodermi dall’eccitazione.
Entrai nei bagni. Le porte erano tutte chiuse.
-Chi… Chiara…
Si aprì la terza porta. Entrai.
Iniziammo a baciarci. Per prima cosa le sfilai il top, liberando quel seno enorme e spettacolare dalla costrizione del tessuto sintetico.
-Hai delle tette stupende.
-Lo so…- rispose, consapevole di avere un corpo da vera pin up.
Toccandole la fica la sentii già umida.
-Infilamelo e scopami… dobbiamo fare presto.
La penetrai. Era così bagnata e calda che quasi mi sentii svenire dall’eccitazione.
-Adesso ti distruggo, cazzo!
Cominciai a scoparla come se la odiassi e volessi ferirla col mio cazzo. Ogni colpo era una sorta di proiettile dritto al suo stomaco.
-Distruggimi, distruggimi… distruggimi.
Ansimava come una disperata. Doveva essere una vera e propria affamata di cazzo.
Si avvinghiò a me come se fossi l’uomo più importante del mondo. Scoparla era un qualcosa di sensazionale
-Voglio che mi vieni sulle tette.- disse.
Sospettavo che Chiara fosse una porca, ma non credevo lo fosse fino a quel punto.
La nostra sarebbe diventata una gran bella amicizia.
-Scopami, scopami, scopami…- ripeté, dimenandosi.
Non appena sentii la sborrata alle porte, lo tirai fuori e la feci mettere in ginocchio sul pavimento sporco del bagno degli uomini e le sborrai sulle tette.
Non ne aveva avuto abbastanza. Nonostante la mia venuta, decise d’inghiottirmi il cazzo, iniziando a succhiarmelo.
Accesi una sigaretta e mi soffermai a guardare la sua testa muoversi in maniera altalenante all’altezza del mio pene.
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