Settimana degli esami
Era la settimana in cui ci sarebbero stati gli esami. Gran parte della gente che era presente alla festa avrebbe dato gli esami in quella settimana e sembra che a nessuno potesse importare piu’ di tanto. Il pavimento era pieno di bicchieri di plastica, bicchieri che venivano calpestati svariate volte ma che nessuno sentiva per via dell’assordante musica. Le luci che avevano messo su mi davano il mal di testa, erano verdi e molto penetranti, tipo laser. Non riuscivo a divertirmi piu’ di tanto a quella sagra degli ubriachi, in quanto nella mia testa ci stava l’esame di chimica del giorno dopo.
Nonstante i miei pensieri scolastici, ero alla ricerca di un po’ di pasticche che mi avrebbero fatto rilassare. Andai alla ricerca di Ilaria, una roscia del quarto, con gli occhi verdi e da quanto ne ho sentito dire, sempre piena di pasticche e di tutte quelle sostanze che ti aiutavano a rilassare i nervi. La trovai in un’angolo, con in mano un bicchiere di plastica pieno di birra, mi sorrideva, forse perche’ aveva capito che ero diretto da lei. Era in compagnia di alcuni amici che apparentemente avevamo in comune. Dopo qualche minuto di chiacchiera di gruppo, Ilaria, mi prese per mano scusando gli altri per un attimo. Mi porto’ in disparte, mano nella mano, facendomi sentire il suo profumo che era talmente forte da annebbiarmi il cervello. Dal rumore che proveniva dalla sua tasca, potevo immaginare che era piena di pasticche. ” Vuoi rilassarti vero? “, fu il suo sensuale messaggio, bisbigliato nel mio orecchio, sentendo la punta della sua lingua, che toccava il mio lobo. Mi era venuta la pella d’oca e l’unica risposta che ero riuscito a darle, era un “si”, con il movimento della testa e lo sguardo da pesce lesso.
La sua mano raggiunse le mie parti basse, strizzandomi con passione il cazzo che mi si stava indurendo ” Mmmm anche io ho voglia di rilassarmi stasera “, disse, mordendosi il labbro in uno sguardo voglioso da bambina biricchina. Si mise una mano nella tasca posteriore della gonna di jeans e si porto’ una pasticca tra le labbra ” Prendi, questa ti aiutera’ ” mi disse, avvicinandosi con le sue labbra rosa alle mie. Parti’ un bacio bollente, con la pasticchetta spinta dentro la mia bocca dalla sua lingua, che subito dopo, giocava con la mia. Ero eccitato e lei sapeva farmi impazzire, le mie mani andavano su e giu’ sul suo corpo non molto formoso, strizzandole il sedere, cosi’ morbido al tatto che avrei potuto sborrare solamente toccandolo. Le toccei anche i seni, con i suoi capezzoli induriti dall’eccitamento. Non indossava un reggiseno, tanto in quella marmaglia di gente, chi lo avrebbe notato?
Lei non era come me, non le interessava scoprire il mio corpo. Ando’ direttamente a tirarmi fuori il cazzo per masturbarlo mentre ci stavamo baciando. Si giro’, con lo sguardo monello, tirandosi su la gonna, abbastanza da far scoprire il culo, capendo che quindi non solo non aveva il reggiseno, ma anche le mutandine. Era venuta pronta in caso di una sveltina. Premette il culo sul mio cazzo, facendolo scivolare tra le chiappe. Una bellissima sensazione, avere il cazzo in mezzo a delle chiappe fresche e soffici, mentre la proprietaria mi guardo’ annunciando cio’ che ogni ragazzo vorrebbe sentirsi dire ” Scopami il culo “. Tutta la situazione era cosi’ trasgressiva che tra il bacio, il culo morbido e il suo modo di fare avrei potuto avere un glorioso orgasmo in qualunque momento. Senza troppi indulgi, spinsi il cazzo tra quelle soffici chiappe, fino a trovare il buco del culo con la punta della mia cappella. Spinsi, facendo entrare la cappella e parte del tronco dentro a quel meraviglioso culetto. Era cosi’ stretto, caldo e il suo sguardo da sgualdrina compiaciuta aumentava tutto il mio piacere, mentre continuavo a spingerlo dentro di lei. Con le mani tenevo le chiappe ben divaricate, in modo da poter godere al massimo lo spettacolo, strizzando e sculacciando quel fantastico culo. Arrivai fino alla fine, con un’altra spinta avrei potuto far entrare anche le palle. Sapevo che stavo per venire, quindi cominciai a sbatterla violentemente, facendo scivolare il cazzo dentro e fuori tra le sue chiappe. I suoi gemiti erano molto alti, soffocati comunque dalla musica assordante della festa. Continuai a sbattere con violenza il mio corpo contro di lei anche quando sentivo che stavo per venire, sicuramente lo aveva capito anche lei, tanto da farle dire ” Voglio che mi godi tutto dentro il culo “. Voleva che le sborrassi nel culo. Ero eccitato come un riccio e la stavo sbattendo come un’animale selvaggio che cerca di impartire una lezione ad un’animale sottomesso.
Poco dopo, un violento orgasmo mi colpi’, sentendo come una gloriosa sborrata stava uscendo fuori dalla punta della mia cappella, schizzando ed imbrattando tutto quel culetto voglioso e goloso di cazzi duri. La sua espressione era di beatitudine, mentre sentiva il mio cazzo pulsare dentro il suo culo, sborrandole tutto quanto dentro. Io tremavo come una foglia, spingendo di poco il cazzo, aspettando che avrebbe finito di sborrare riempendo quel delizioso culo, di denso e caldo liquido seminale.
La pasticca comincio’ subito a fare effetto, mi sentivo leggero e felice come non mai. Lei se ne accorse, ” Ora riempimi la figa “.
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