Sesso nel fienile
Il caldo si stava facendo sempre più intenso e il sudore cominciava a formarsi sul collo, scendendo fino al top azzurro che Giorgina indossava sotto una camicia campagnola sbottonata e annodata all’altezza dell’ombelico.
Le sue tette sode continuavano a sfregarsi tra loro durante l’atto della mungitura.
Era una bella giornata, soleggiata e tranquilla e quella che stava mungendo era l’ultima mucca.
Giorgina amava il suo lavoro, la campagna, gli animali e la tranquillità del verde a dispetto dell’inquietudine e del grigiore della città.
In campagna potevi ancora permetterti il lusso della lentezza e la competitività estremizzata che in città era una consolidata realtà, lì non era altro che un’invenzione ancora poco diffusa.
Mungeva l’ultima mucca mentre i suoi seni ballavano a ritmo della spremitura dell’animale. Era una situazione che avrebbe fatto venire il cazzo duro a molti uomini.
Proprio mentre fantasticava in qualche pensiero estraniante, una mano le cinse il seno.
Giorgina si spaventò, un sussulto la scosse e voltandosi notò che la mano era di Armando, lo stalliere.
-Ciao, bella contadina.
-Ciao.
-Lo stalliere vuole cavalcare.
-Mio marito è in giro?
-No, è andato a comprare il fieno in paese. Non tornerà prima d’un paio d’ore.
-Ok, andiamo in casa?
-No. Voglio sbatterti qui, nel bel mezzo del fienile con tutti gli animali che ci guardano.
L’idea di essere fottuta in quel posto sporco e angusto la riempì di gioia, arrapandola come una vera cagna in calore.
Slacciò i pantaloni di Armando e iniziò a fargli una sega. Aveva un bel cazzone morbido che a breve sarebbe diventato duro come la pietra.
Giorgina prese in bocca quel pisello ormai duro.
Armando le tolse il cappello di paglia, per vedere meglio la sua testa. Adorava guardare le donne succhiargli il cazzo. Era una cosa che lo faceva sentire potente.
-Ok, sbattimelo dentro.- disse Giorgina, con voce ansimante.
Era vogliosa di cazzo. Si era scopata anche il giardiniere un paio di volte, ma non aveva mai scopato all’interno di quel vecchio fienile, ereditato dai precedenti proprietari.
Armando la penetrò, mettendola a pecorina. Le tirò i capelli biondi, facendole assumere una posizione simile, in tutto e per tutto, a quella di una cavalla.
-Nitrisci, troia.- disse.
Giorgina iniziò a nitrire, fingendo di essere un cavallo.
Il cazzo di armando la stava penetrando con forza e vigore, facendole toccare vette di piacere estreme.
Proprio quando il ritmo iniziava a farsi più intenso, Giorgina si diede una sculacciata da sola sul sedere, in segno di compiacimento per quell’atto così spinto in quel fienile.
Armando uscì dalla figa bagnata e vogliosa della sua splendida amante e girandola verso di sé, disse -Adesso fai quello che sai fare meglio: mungimi.
-Subito.- rispose lei, con una faccia da troia impagabile.
Utilizzò la stessa tecnica che fino a qualche minuto prima aveva utilizzato con le sue mucche e, in pochi secondi, Armando giunse all’orgasmo, sborrandole sulla camicetta.
-Credimi, piccola… tuo marito ha sposato proprio una gran troia.
-Lo so…- concluse, leccandogli lo sperma rimasto dalla punta del cazzo.
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