Servizio in camera
Puntualmente, Mauro litiga con sua moglie e, tutte le volte, prenota la stessa stanza d’albergo per sfogare il solito vizio che lo danna salvandolo dalla routine: scoparsi cameriere docili, carine, obbedienti. Ora, non sa bene se va in albergo perché litiga con sua moglie o se litiga con sua moglie per la voglia di trovare nel rifugio di quell’hotel la sua servetta ideale…
Ne ha conosciute tante, di cameriere, Mauro. Di questa categoria preferisce quelle che lavorano in albergo perché sono sbrigative. Delle cameriere d’albergo la sua preferita resta Sandrina, una zoccoletta unica nel suo genere. Sarà la ventesima volta che se la tromba ma per lui, ogni volta, è come se fosse la prima. Ci mette un attimo a farglielo rizzare. Sempre. S’infila puntualissima nella sua stanza, non fiata, lo guarda, sorride civetta e complice del suo vizio clandestino e via… Mauro le solleva il camice che odora di lavanda e si ritrova a palpare un culo sodo e vellutato. Che chiappe zingare…
Fa merenda tra quelle pesche succose da cui cola brodo di femmina obbediente. Si fa strada con la lingua in quel solco profumato di peccato svelto e di rugiada dolcissima. Chissà quando gli ricapiterà più, dopo certe liti con la moglie, una sguatterina brava ad offrirgli chiavate randagie e ruspanti come Sandrina.
Preso dalla foia di quel gran pezzo di cameriera, tutte le volte se ne frega e non si chiede neanche cosa faccia e con chi trombi per ripicca Viviana, sua moglie.
Sandrina si fa slappare a lungo, prima di intrappolare nella bocca il pisello legnoso del marito in vena di scappatelle colf. Deve allungare i tempi il più possibile, almeno quanto la sua bocca sa fare col batacchio di carne che si pappa.
Più dura la scopata, più Sandrina ci guadagna in salute. Dopo vari tira e molla e dopo averlo intrattenuto una buona mezz’ora con le sue pompe superbe, Mauro la ficca di prepotenza tirato al massimo dall’attesa.
Incapace d’intendere ma non di volere, Mauro non dimentica però d’infilarsi il guanto. Peccato, però… avrebbe voluto sentire a nudo gli spasmi di quella cagnetta. L’unica tattica che le resta da usare per prendere tempo (e tanto cazzo in più) è quella di cambiare posizione ogni tanto, di distrarlo e di frenargli l’orgasmo confondendo i suoi sensi.
“Piano… fammi godere… Rallenta, egoista!”.
Si stappa all’improvviso, gli sfugge accusandolo di essere un energumeno, ma lui la prende di spalle ficcandola a pecorina come un toro spazientito dalle sue finte lagne. Gli sfugge di nuovo e di nuovo lui riesce ad incastrarla sbattendola in piedi. Più strilla nel tentativo di divincolarsi e di scappare per prendere tempo, più Mauro la tiene ferma e ben saldata al suo cazzo scaldato dalla lotta.
Sandrina smette di fare storie, finalmente, e si lascia andare ad un orgasmo improvviso. Mauro sente i suoi spasmi che le strozzano l’uccello e piscia sborra pure lui, dopo averla rimandata indietro troppe volte. A lingua tesa, Sandrina sembra una collegiale troppo sveglia per accontentarsi del solito lecca-lecca.
Non la smette più di sparare getti, quella fontana carnosa che l’ha fatta godere all’infinito…
Tornerà a casa alla svelta, Mauro, per fare pace con sua moglie e per sognare l’ennesima lite liberatutti…
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