Servizio ai piani
Mi occupo del servizio colazioni presso un grande hotel di Torino. Ogni giorno quasi alla stessa ora, mi reco all’ultimo piano, l’ottavo per essere precisi, per preparare e riordinare il tutto. Prendo l’ascensore, a mio uso esclusivo, visto che l’ utilizzo è per servizio. Incontravo spesso una donna belloccia sui quaranta che saliva al settimo piano. Si presentava con un abbigliamento che lasciava poco all’immaginazione , usciva dalla 715 , suite privilegiata e costosissima. Più tardi scoprii che la donna in questione fosse la moglie di un facoltoso imprenditore texano e che si trovassero in città per partecipare ad alcuni eventi mondani. Aveva acceso la mia curiosità, non solo per le mise succinte che ella era prodigiosa ad indossare , ma sopratutto per il modo strano che avesse di provocarmi. Mentre ci avviavamo nella discesa del restanti piani … Lei , che era magrissima , possedeva una passera grossa , come s’intravedeva dai fuseaux attillatissimi e lasciati scoperti da un mini top. Durante quei pochi minuti, quando ci trovavamo nell’abitacolo, si poggiava con il culo contro le pareti dello stesso e divaricava le cosce, quasi a volermi invitare… Restavo ogni volta sorpreso , senza mai avere il coraggio di provare a reagire in qualche modo. Un pomeriggio, in uno di quei incontri, era vestita ancor più seducente del solito. Tacchi 12 a spillo , super minigonna dalla quale s’intravedeva il reggicalze stretto alle parigine velate con i bordi neri , lungo tutta la gamba , quasi a delinearle , a tracciarle.. Mentre eravamo verso il quinto piano , lei guardandomi dritto negli occhi mi disse <se vuoi leccarmela fai pure!>. Incredulo bloccai l’ascensore, e tirandole in su la micro gonna , scoprii una figona pelosa senza slip ; Mi lanciai immediatamente con la testa in mezzo alle cosce. Lei mi fermò un attimo per spostare i peli pubici che nascondevano il clitoride e a quel punto mi sussurrò <Vai forte adesso>.. Leccavo la sua fica come fosse panna montata.. Al momento dell’orgasmo, lungo ed estenuante, si sedette praticamente sulla mia faccia , stringendomi la testa nella fica inzuppata..Poi si tirò giù la micro gonna ed estraendo dalla borsetta una salvietta igienizzante , si pulì la vagina senza slip. Avviando l’ascensore , senza più curarsi di me.. Arrivata al piano terra prese ad incamminarsi sui 12 cm verso la foschia appena calata. Restai in ascensore , con il cazzo che quasi mi scoppiava , decisi di andare in bagno a segarmi , visto che nelle divise che indossiamo , la giacca , si appoggia sui fianchi , lasciando scoperto il “pacco”… Mentre l’ascensore saliva ed il mio uccello era vivo tra le gambe , una sosta al secondo piano distrasse per un attimo i miei pensieri.. Entrò Beatrice; Una mia collega che si recava ai piani superiori per rassettare le stanze. Non la finiva più di fissare la generosità del mio gonfiore, tanto che ad un certo punto le chiesi se volesse vederlo più da vicino… Questa volta fu lei a bloccare tempestivamente l’ascensore e senza battere ciglia , la sua bocca era già avvinghiata al mio cazzone. Mi prese la cappella a morsi leggeri e battiti di lingua per accogliere poi lentamente il mio caldo liquido , assaporandolo fino all’ultima goccia… Le chiesi di continuare in quella stanza vuota in fondo al corridoio. Rispose che era una donna sposata e fedele a suo marito… Avviò l’ascensore e scese al piano selezionato. Io tornai su , questa volta , avvio diretto e senza sosta!
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