Samanta e l’avvocato | pt. 1
-Così tu saresti un ricco avvocato?
-Sì… ma non credo che questa cosa mi descriva più di tanto.
-E come ti descriveresti?
-Credo che la parola più azzeccata per descrivermi sia: solo.
-Così mi metti la tristezza addosso ed io quando sono triste…- disse, accarezzandosi il reggiseno nero da cui straboccavano dei seni perfetti e marmorei.
I suoi capelli rossi si confondevano con le tinte forti del divano di Marco.
-È per questo che mi hai chiamata? Perché ti senti solo?
-Anche. Mi capita spesso di chiamare donne, quando mi sento solo.
-Perche?
-Perché me lo posso permettere e perchè uscire, parlare, offrire da bere e fingere che i discorsi delle persone mi interessino in qualche modo è totalmente snervante. Pagare una donna come te, per una discussione interessante e priva di segreti, solamente per poi finire a letto è molto più semplice e veritiero, non credi?
-Samanta. Il mio nome è vero è Samanta… solitamente non lo do mai ai clienti.
-Mi sento onorato, Samanta.
-Ti piaccio?
-Per quanto mi sembri impossibile, sei addirittura più bella che in foto. Giuro. Sei probabilmente la donna più bella che io abbia mai visto.
-Scommetto che lo dici un po’ a tutte le donne.
-Sì… ma lo dico solamente perchè è la verità.- disse lui, accendendosi una sigaretta -Hai per caso dei problemi col fumo delle sigarette?
-No. Fuma pure.
L’aveva fatta spogliare appena entrata, perchè adorava chiacchierare con le donne in biancheria intima. Non era un pervertito da masochismo o cose del genere; quello che lui cercava era un rapporto vero, basato sulla verità e la totale assenza di menzogne.
Sceglieva sempre e solo donne bellissime. C’era un motivo e quel motivo era che la perfezione era in continuo decadimento e non c’era niente che lui amasse più di ciò che era in decadenza.
-Cosa ne diresti di toglierti il reggiseno e le mutandine? Io ti aspetto nella vasca da bagno.- disse.
Aveva una vasca da bagno enorme, dotata di quattro differenti bocchettoni per l’idromassaggio.
Samanta entrò in quel bagno come una diva del cinema muto sarebbe entrata in scena durante l’atto decisivo di un film perfetto.
S’immerse nell’acqua calda come una di quelle sirene che incantavano i marinai nell’Odissea.
Era bellissima, tutta bagnata e illuminata dai riflessi dell’acqua.
Si mise a sedere su di lui,posando il suo culo sul suo pene, indurendolo a dovere.
Prese il preservativo e, immergendosi, l’infilò al suo cliente con il solo utilizzo della bocca.
Quando riemerse, lui le fece un applauso per l’adempimento di quella missione così particolarmente complicata.
-Grazie. Grazie…- rispose lei, sempre più bella.
-Sei stupenda, tutta bagnata.
Il desiderio nacque in lei, esattamente come non succedeva mai con gli altri clienti e gli saltò addosso. Lasciando entrare in lei il suo pene.
Iniziarono a fare l’amore lentamente, mentre lui le leccava i capezzoli bagnati. Erano decisamente le tette più belle del mondo, almeno per il momento.
D’un tratto Samanta lo baciò, utilizzando la lingua. Stava facendo realmente l’amore con quell’uomo. Era pagata, ovviamente, ma non era più lavoro… bensì, un rapporto sessuale in piena regola.
Le piaceva. Sembrava intelligente ed affettuoso, sebbene un po’ complicato e contorto nel ragionamento.
L’abbracciò, stringendolo forte, consapevole che non si sarebbero mai più rivisti dopo quell’appuntamento di lavoro.
Molti potevano pensare che una puttana non avesse sentimenti, ma non era così. Tutti soffrivano e, soprattutto, tutti amavano in qualche modo.
-Ah. Cazzo, come sei bravo.
Venne per la prima volta da quando faceva quell’ingrato lavoro e la sua figa le sembrò esplodere dal piacere.
Di lì a poco il suo cliente sborrò nel preservativo, baciandola in bocca.
Rimasero abbracciati in quella vasca riscaldata per qualche minuto, fino a quando lei disse -Senti, posso chiederti una cosa?
-Certamente.- rispose lui.
-Possiamo vederci ancora… non come… cioè, non per lavoro. Mi piacerebbe vederti per un appuntamento.
Avrebbe detto di no, ne era sicura. Gli uomini come quello non volevano più vedere le donne in cui erano venuti.
-Sì. Domani? Cena?- disse.
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