Quel porco di mio zio non perde occasione

Pasqua in famiglia

Per la scorsa festa di Pasqua ci siamo radunati come ogni anno nella casa di campagna con tutta la famiglia: i miei genitori, i miei fratelli e le famiglie dei fratelli di mio padre.
Io e mia cugina Karin eravamo le uniche due ragazze della comitiva e spesso passavamo il tempo assieme.
L’anno precedente, lei mi aveva confessato di essere lesbica: dopo lo stupore iniziale, anch’io avevo cominciato ad avere curiosità sul corpo femminile così le chiesi di baciarmi; lei lo fece e poi andammo anche oltre. Successe almeno due volte nel periodo in cui stemmo lì assieme, quella volta, poi tornammo alla vita di tutti i giorni, sentendoci di tanto in tanto.
Quando ci rincontrammo, sembrava che fosse passato poco tempo anzichè un anno, dall’ultima volta che c’eravamo viste.
La notte, aspettammo che tutti fossero entrati nelle loro stanze e poi ci vedemmo nella mia camera, come avevamo fatto in precedenza: la stanza in cui pernottavo era comunicante attraverso il balcone con quella di nostro zio Mark, il più giovane dei fratelli, perciò cercavamo di stare attente.
Durante quell’anno in cui non c’eravamo viste, Karin doveva aver fatto molta esperienza perchè mi sembrava di toccare il cielo ogni volta che sentivo dentro di me le sue dita o il tocco della sua vellutata lingua e urlavo inconsapevolmente.

Sguardi indiscreti

Qualche notte dopo, ormai i nostri incontri erano diventati un’abitudine e, non appena scattava l’ora X, io e Karin ci ritrovavamo abbracciate…almeno per i primi dieci minuti, poi io mi ritrovavo messa a novanta.
Mentre stavo in quella posizione, una sera scorsi attraverso le vetrate della porta finestra la sagoma di zio Mark che ci fissava: io urlai ma prima che potessimo fare qualcosa lui sgusciò immediatamente all’interno. Restò in piedi di fronte al letto e incominciò a maneggiare il suo grosso pene: dopo un primo momento di interdizione, Karin ricominciò ad accarezzarmi e a baciarmi. Anche io mi lasciai andare mentre guardavo quell’enorme pene diventare sempre più grosso e granitico davanti ai miei occhi, desiderando che me lo avvicinasse alla bocca: come se mi avesse letto nel pensiero, lui lo fece e ben presto, tutti e tre i miei buchi furono riempiti da dita, dildo e cazzo.

Trio incestuoso

Quella notte fu veramente infuocata, per fortuna non c’era nessuno a sentirmi gridare soddisfatta, perchè nel paese vicino c’era una qualche festa.
Dalla bocca il suo cazzo passò a sfondarmi e io finii preda della frenesia sessuale più pazzesca che abbia mai vissuto: mentre venivo sfondata, leccavo lei, provocandole diversi orgasmi.
Quando lui passò a soddisfare anche Karin, io mi armai di dildo e senza neanche lubrificarlo glielo piantai dietro, cosa che sembrò piacergli ma in quel momento piaceva a me e tanto bastava: il suo orgasmo bastò a ricoprire entrambe di sborra bianca che ci leccammo l’un l’altra mentre finivamo ciò che avevamo iniziato in solitudine con le dita.

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