Puttana a domicilio
-Cosa vuoi che ti faccia?
-Quello che non mi hanno fatto tutte le altre donne.- disse lui.
-Ovvero?
-Scopami e non mentirmi.
-Credo di poterlo fare.- rispose lei, con uno sguardo seducente che avrebbe potuto sciogliere l’intero Polo Nord con un solo colpo di ciglia.
-Inizia con lo spogliarti lentamente… molto lentamente.
La lentezza era molto importante nella concezione erotica di Marco. Il sesso era un rallentare la vita è se era veloce non ne valeva né la pena, né tantomeno lo sforzo.
Cosa si poteva fare se non scopare con quante più donne si riusciva a racimolare, per combattere la noia. Il grande nemico del nuovo secolo era quel sentimento che tendeva ad atrofizzare ogni pensiero. Il sesso risvegliava tutto e tutti.
Aveva amanti d’ogni genere, ma quelle che prediligeva più di tutte le altre, erano le escort che lui continuava a chiamare prostitute, essendo un amante delle parole vere.
-Ti piace il mio corpo?- disse la ragazza, dopo essersi sfilata l’ultimo centimetro di biancheria intima.
-Certo. Lo amo.- rispose, bevendo un sorso di liquore.
Era vero, Marco amava ogni corpo che vedeva nudo per la prima volta. L’amore poteva durare al massimo un rapporto, nel suo personale universo cinico e desolato.
-Adesso prendimelo in bocca e guardami negli occhi mentre lo fai.- sorrise.
Era e rimaneva un uomo delicato nei modi, avendo avuto un educazione categorica e rigida. Nonostante fosse il ribelle della famiglia da sempre, riusciva a non perdere mai quella sua eleganza quasi nobile.
Non aveva voluto sapere il nome della ragazza, pur cosciente del fatto che i nomi delle escort erano quasi sempre falsi. Mantenere il distacco era molto importante per rimanere sul piano professionale.
Prendeva sul serio ogni cosa è quello era forse il suo più grande problema.
La bocca della prostituta gli avvolse il cazzo, inumidendolo con un lieve e soffice strato di saliva.
Adorava i pompini. Il sesso orale dimostrava che dalle bocche degli esseri umani poteva uscire ancora qualcosa di buono.
Eravamo anime disperate alla disperata ricerca di buone intenzioni e la sua era quella di eiaculare su di un’anonima prostituta. Era tutta una questione di obiettivi e nulla più.
-Hai degli occhi stupendi, lo sai? Sei davvero fantastica.- disse, perdendosi in quello sguardo vuoto da succhiatrice di cazzo a pagamento.
Le puttane erano le più grandi attrici di tutti i tempi, perché riuscivano a fingere con la tristezza più profonda nel cuore, facendo un lavoro che detestavano con tutto l’odio del mondo.
-Infilami il preservativo con la bocca.
La ragazza prese il preservativo, l’aprì e lo srotolò sul cazzo duro di Marco, utilizzando esclusivamente la bocca.
Era un talento che non tutte avevano. Apprezzava la meticolosità in ogni cosa è quello era ciò che lo differenziava da tutti gli altri clienti di quelle ragazze.
-Brava. Adesso vienimi sopra e fai l’amore con me… lentamente.
-Ok, Sergio.
Le aveva dato un nome sbagliato, era una precauzione che usava tutte le volte con quelle donne che invitava a casa sua per ottenere del piacere in cambio di denaro.
Accolse in lei il cazzo di Marco, iniziando a muoversi su di lui, mettendo in mostra un seno semplicemente perfetto.
Doveva essere d’origine colombiana, ma solamente da parte di un ceppo, perché aveva anche qualcosa d’europeo.
Marco toccò quei seni paradisiaci, lasciandosi scopare amorevolmente da quella donna. L’unica pecca era la vagina un po’ troppo larga per i suoi gusti. Capitava spesso con le puttane, per via dell’eccessivo uso che facevano della loro vagina.
-Ah. Ci sai proprio fare. Dovresti chiamarmi più spesso.
-Ti avevo chiesto di non mentirmi.
-Non stavo mentendo.
-Allora credo che ti chiamerò spesso.- rispose, mentendo.
Una volta arrivato all’orgasmo non l’avrebbe mai più richiamata. Era la sua indole e l’indole era dura da cambiare.
-Avanti, continua. Non ti fermare… Non ti fermare, ci siamo quasi.
-Vuoi venirmi addosso?
-In faccia. Voglio venirti in faccia.- rispose, ansimando.
La ragazza estrasse da lei il cazzo dell’uomo e, dopo aver tolto il preservativo, iniziò a masturbarlo, indirizzando verso il suo viso lo sperma che esplose come se Marco non venisse da dieci anni consecutivi.
-Perfetto.
-Quindi mi richiamerai?
-Certo!
Non la richiamò mai più.
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