Pensieri di viaggio
I viaggi in treno sono quei classici viaggi, dove mi ritrovo a guardare il finestrino, ripensando ad avvenimenti passati oppure a situazioni che vorrei accadessero nel futuro. Vedo diverse persone che leggono, ascoltano musica, guardano un film oppure chattano, mentre io, guardo sempre di fuori dal finestrino, osservando il mondo che mi passa veloce accanto, persa nei miei pensieri….o nelle mie fantasie.
Ero in direzione nord, per un’importante conferenza di lavoro, che si sarebbe svolta all’interno di un prestigioso Hotel del centro citta’. La conferenza l’avrebbe condotta un’importante esponente del settore, che da quanto avevo letto, era anche il piu’ giovane che ci fosse stato. Era un ragazzo di 35 anni, dalla foto che avevo visto sull’articolo, sembrava essere anche un bel ragazzo. Alto, capelli scuri e corti, barba leggera e curata, pochi baffi, che mi fanno il solletico mentre mi leccano le figa. Potevo vedere quel ragazzo davanti a me nel vagone, che mi guardava con i suoi occhi chiari, mentre si avvicinava a me, pronto ad affondare la bocca e i suoi pochi baffi tra le mie gambe, per leccarmi la figa, stuzzicarmi il clitoride, mordendomi di tanto in tanto le labbra umide. Sicuramente era un bel pensiero, specie se in quella situazione io ero a gambe aperte, appoggiate alle sue muscolose spalle, mentre magari succhiavo il cazzo del controllore che mi aveva beccato senza biglietto. Quanto m’immaginavo puttana, una puttana vogliosa di prendere tutti i cazzi che mi si presentavano, a patto che le labbra del giovane conferenziere, restassero tra le mie gambe, regalandomi emozioni, con la sua lingua e i suoi baffetti.
Potevo anche vedere gli altri passeggeri arrapati, che piano piano si avvicinavano a me, tutti con il cazzo in mano che si masturbavano, tutti pronti a farsi succhiare il cazzo dalla vacca vogliosa. Ma prima ci stava il controllore e poi, ci sarebbe stato lui, il giovane 35enne che mi stava divorando la figa a suon di leccate e dita che scivolavano dentro di me, attraverso le umide labbra. I miei occhi chiusi, persi nell’immagine che la mia mente mi proiettava, del controllore che gemeva e tremava, con i muscoli delle gambe tesi, mentre mi sborrava in bocca. Potevo sentire il caldo e denso seme che colava sulla mia lingua, con il suo sapore leggermente aspro, con il cazzo che pulsava ad ogni fuori uscita di sborra. Potevo sentire il sapore, potevo sentirne l’odore, mentre ingoiavo quella sborrata calda, con il cazzo del controllore che si ammosciava piano piano tra le mie labbra, pronto a lasciare il posto, al cazzo del giovane leccafiga. Intorno a me, potevo sentire gemiti e suoni di piacere, degli spettatori non paganti che si masturbavano, sborrandosi nelle loro mani e sui sedili del treno.
Lui si alzo’, con le labbra umide e i baffetti bagnati del gustoso succo della mia figa. Mi sorrideva, soddisfatto del sapore che la mia fighetta aveva. Ora era in piedi, con il suo cazzo tosto e caldo, un cazzo che aveva diverse vene, un cazzo enorme, con una cappella ben disegnata, che sfilo’ tra le mie labbra, scivolando sul residuo della sborra del controllore. Il suo cazzo entrava e usciva dalla mia bocca e potevo sentire il gusto della sua carne calda e vogliosa, con la mia lingua che accompagnava il suo movimento, mentre il giovane conferenziere era li, che godeva con gli occhi chiusi, lasciando partire tra le mie labbra, schizzi di sborra calda. La sua sborra era calda e di un sapore dolce e io la ingoiavo con golosita’, succhiando con avidita’ la cappella sensibile, in attesa di gustarne ancora. Sentivo la sua grossa vena che pulsava ad ogni schizzata, schizzi che arrivavano direttamente nella mia gola, mentre il suo cazzo scivolava piano tra le mie labbra.
E poi un fischio assordante mi porto’ alla realta’, il treno stava partendo per la sua prossima fermata, mentre io guardavo fuori dal finestrino, sperando di fantasticare ancora.
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