Pasqua coi parenti

Mora arrapata chiede di essere scopata

Alessia era la bellezza in persona. Non esisteva una parola che la descrivesse meglio del termine “bellezza”.

Potevi spulciare internet o anche i cataloghi di moda con un impegno maniacale e non avresti trovato nessuna ragazza più bella di lei.

I suoi occhi eran grandi e luminosi, colorati d’un marrone tenue e allargati dal trucco, mentre la sua bocca, che al momento si trovava attorno al mio pisello, era sensuale e carnosa, vestita d’un lucida labbra rosa tenue che le donava da impazzire.

acquista pubblicità

Era una vita che gli uomini se la volevano scopare, ma adesso aveva finalmente raggiunto un’età accettabile.

Così, senza nemmeno lavorarmela troppo, mi ritrovai nel cesso della nostra casa in campagna, a farmi ciucciare il cazzo da mia cugina, durante il giorno di Pasqua.

Datemi una diciassettenne come quella, avvinghiata al mio cazzo e mi farete l’uomo più felice del mondo. Lo so… non è molto etico da dire, ma io dell’etica me ne sono sempre fottuto abbastanza.

-Avanti piccolina, continua.- dissi, continuando -Guardami con quei tuoi occhioni, mentre me lo succhi.

Alessia mi guardò negli occhi, senza smettere di succhiarmi il cazzo. Che gran festeggiamento!

acquista pubblicità

-Vuoi che ti avverta quando sto per venire?- domandai.

Fece di no con la testa ed io fui a tanto così da prenderla e infilarglielo nella figa. Un pompino poteva anche starci, ma non ero del tutto sicuro di essere emotivamente pronto ed infilare il cazzo in una mia parente di soli diciassette anni.

Quando le schizzai in bocca il mio sperma, la sentii ingoiare tutto. Era brava, molto probabilmente quello non era il suo primo pompino. Le ragazze d’oggi sono molto avanti in queste cose, è una cosa risaputa.

Le accarezzai una guancia. Era così giovane e bella, con un corpo marmoreo che mi tormentava di notte in notte.

-Ti è piaciuto?- mi domandò, sinceramente insicura del suo operato.

-Piaciuto? È probabilmente il miglior pompino della mia vita, tesoro.- dissi, stampandole un bacio su quella labbra al sapore di sperma.

Sì alzò e mi abbracciò. Era così romantica.

-Dai, adesso è meglio che torni a tavola. Io fingerò di aver avuto una telefonata dal lavoro, ok?

-Certo. Io ti voglio scopare… prima o poi.

-Anche io. Ora vai.

Inutile dire che prima o poi me la sarei scopata. Non mi sarei mai perso l’opportunità di farmi quella ragazzina agli albori della sua carriera sessuale.

Aspettai cinque minuti, giocando con il mio cellulare, prima di ripresentarmi in sala. I parenti stavano tutti mangiando e nessuno aveva collegato la mia assenza a quella della piccola Alessia, che mi aveva appena fatto un bocchino con ingoio. Era molto bello vederla seduta a fianco a suo padre, quando solo qualche minuto prima stava ingoiando il mio liquido seminale.

-Paolo, non è che potresti andare a dare una mano alla zia?- disse mia madre.

-Certo. dove si trova?

-È nello scantinato… è andata a prendere i vecchi dischi in vinile del nonno. Il fatto è che sono un pochino pesanti e ho paura che non riesca a portarli tutti quanti.

-Non ti preoccupare, mamma, ci penso io.

Tutto sembrava così assurdo. La zia in quesitone era la madre di Alessia, la stessa alessia del pompino. La parte divertente della faccenda era che io e la mamma di alessia avevamo scopato decine e decine di volte e adesso mi si presentava davanti un’occasione più unica che rara, ovvero, quella di fottermi madre e figlia nello stesso giorno.

Scesi nello scantinato e dissi ad alta voce -Qualcuno ha ordinato un pisello per un orgasmo da record?

-Dove diavolo eri? Ero sicura che tua madre ti avrebbe mandato giù ad aiutarmi… a me neanche piacciono questi cazzo di dischi vecchi come il cucco.

-Lo sapevo… a te piace solamente il mio cazzo, zia!

-Avanti… smettila di fare lo scemo e scopami. Dobbiamo fare presto, non voglio che mio marito e mia figlia capiscano qualcosa.

Avrei voluto dire a mia zia che sua figlia era un gran bocchinara e che poco prima le avevo sborrato in bocca, ma decisi di allargarle le cosce ed infilarle dentro il cazzo, cavalcandola come se non ci fosse un domani.

A mia zia piaceva essere sbattuta velocemente ed in maniera violenta, come se fossi un martello pneumatico.

-Sborrami dentro, tanto prendo la pillola. – disse.

Le sborrai dentro la figa, nello stesso posto da cui era venuta al mondo la ragazza che poco prima aveva accolto nella sua bocca il mio sperma.

Adoravo le feste coi parenti.

-Se solo mio marito mi scopasse come mi scopi tu…- concluse.

acquista pubblicità

Vota questo racconto erotico !

1 Stella2 Stelle3 Stelle4 Stelle5 Stelle (49 voti, media: 3,24 su 5)
Loading...

Altri racconti erotici interessanti: