Natale anale

Io e mio fratello Max sognavamo di conoscere il mondo e di vagabondare attraverso mari e oceani e, così, siamo entrati in Marina. La cosa più semplice e logica da fare… Bei cretini siamo stati, tutti e due… Siamo due schiavi al servizio di un ammiraglio sfruttatore, ormai…
Comunque, la cosa veramente ‘dura’ del nostro lavoro non è tanto sudare dalla mattina alla sera per guadagnarci il pane quanto sanguinare libidine tutte le notti, nel letto della masturbazione, pensando a quella smorfiosetta di Marina, la figlia dell’ammiraglio. Figuriamoci se non la chiamava così…
Una stronzetta – bellissima, lunatica e super viziata – che provoca e, poi, scappa.
Io e mio fratello le abbiamo provate tutte per cuccarci in gran segreto Marina, la figlia di papà scontrosa, tanto capricciosa da far incazzare l’uomo più platonico del mondo. Abbiamo provato con cioccolatini e regalini vari, ma non c’è mai stato niente da fare.
Quante volte avevo sognato ad occhi aperti un incontro ravvicinato col suo forellino posteriore, che immaginavo stretto stretto e ancora vergine. Sì, vergine, come no… Poi mi svegliavo dal sogno con la sua faccetta da finta tonta egoista che diceva: “No! No!”, con quel culetto pulsante che si ritraeva e spariva dalla mia visuale. Un vero incubo, anzi un vero ‘incul-bo’…
Natale era alle porte e noi, tra la noia e la foia, ce ne stavamo nella nave a giocare a carte sognando in silenzio il suo culo irraggiungibile tra una vincita e una perdita. Sognavamo tutti e due la stessa cosa: di sbronzarla al punto giusto da convincerla allegramente ad aprirci i suoi due buchi preziosi.
Era solo un’idea – quella di far cadere Marina nella nostra trappola e di augurarle un buon Natale anale – eppure una semplice, fottutissima idea già c’induriva il cazzo di pensieri atroci. All’ennesima partita a poker ci siamo arresi. L’idea di farci insieme quella smorfiosa sfuggente e, al tempo stesso, provocante peggio di una sirena ci faceva salire l’adrenalina trasformandoci in due gorilla inquieti.
Mentre giocavamo a carte scoglionati sognando una sorpresa speciale per Marina, lei è entrata in scena vestita da Baby Natale sexy e la sorpresa ce l’ha fatta lei. Un mantello rosso copriva a malapena il suo gran corpo nudo da morona lunatica, pronto a darsi da fare. Il cappello da Baby Natale la rendeva ancora più sfacciata e stuzzicante…
Mutande, calze autoreggenti rosse da far arrossire una suora. Quel rosso coincideva a meraviglia coi nostri visi paonazzi di voglia repressa da mesi… Era sbronza pure lei e, poggiata alla porta della nostra tana, ci guardava su di giri, ridacchiava più svampita del solito. Ci fissava smaniosa, avanzava a sensi rallentati, endorfine esagitate, con la sbronza amplificata dal freddo gelido, guardandoci con l’occhio da troietta sveglia.
A lei piace umiliarci, farci pesare la nostra condizione di schiavetti di suo padre e la sbronza non ha fatto altro che peggiorare il suo veleno. Si è avvicinata altera, offrendosi a gambe divaricate per farsi leccare sul divano sguaiata. Un fare sbrigativo da svelta ipnotica, irrimandabile.
Tremava ad ogni colpo di lingua come una gatta in calore, docile per puro e porco opportunismo.
Quando Max ha preso a scoparsela a pecorina sul divano in pelle nera, la troia figlia di papi m’ha attaccato una sega e una pompa da Oscar. Si divertiva a pomparmelo al galoppo roteando gli occhi come una streghetta ubriaca e facendosi imboccare di continuo dall’uccello di mio fratello. Non mi è mai venuto tanto duro come quando me la sono chiavata supina e, poi, a quattro zampe…
Da brava ragazza domata dalla sbornia, si faceva riempire il ventre bravissima e si è fatta forzare un culo per niente vergine a pecorina e a smorzacandela come se non facesse altro dalla mattina alla sera. Che mignottella, ci siamo litigati! Chissà da quanti marinai, prima di noi, s’è fatta aprire… Molto, molto più larga e accogliente di quanto potessimo immaginarci!
Era fradicia dietro e questo l’ha salvata dall’inesorabile ingresso nei suoi fondelli del mio terribile fratellone. Diventa un energumeno quando fotte, mio fratello, un tipo brutale. Ha continuato a darle frustate interne, lì dietro, anche quando io contemporaneamente la turavo davanti per farcirla al massimo. Tra sorrisetti scemi e smorfie di dolore ci siamo incastrati dentro di lei finché non ci ha ordinato di schizzarle in faccia, sulla fica e sulle tette.
Davanti a certi ordini chi non obbedirebbe? Con o senza divisa e con una gnocca divisa in due come Marina?

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