Mia moglie al supermercato

racconto erotico di Mia moglie troia

Mia moglie, la settimana scorsa, ha fatto una cosa incredibile. Non credevo che covasse in lei delle perversioni simili a quella, ma ovviamente ne fui piacevolmente sorpreso.

Il nostro matrimonio non ha mai subito dei notevoli cali d’impeto sessuale, di pari passo non ha, però, mai sviluppato quella libertà sessuale che dovrebbe venire col tempo. Abbiamo sempre avuto delle barriere tacite, soddisfacendo sempre e comunque i nostri bisogni fisiologici.

La settimana scorsa qualcosa è cambiato, probabilmente con la complicità di un romanzo erotico che Lara stava leggendo in quei giorni.

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Ci trovavamo immersi nella lista della spesa, precisamente davanti al reparto surgelati, quando mia moglie si appoggiò a me, schiena contro il petto, col culo che posato sul mio pene.

-Ciao.- disse, muovendo il culo seguendo un sensualissimo moto circolare.

-Buongiorno.

Mia moglie è molto bella e, soprattutto, tanta. Fa sempre un certo effetto guardarla muoversi per casa con quel corpo magro e prosperoso.

Ad un certo punto sento qualcosa strisciare lungo la mia pancia, fino ad entrare nei miei pantaloni. Ci misi qualche attimo a capire che quella cosa, altro non era che la sua mano.

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Mi sentii afferrare il pisello. Cosa diavolo stava facendo? Cioè, era molto chiaro quello che stava facendo, ma non riuscivo a capire che fine avesse fatto mia moglie in tutto quello. Lei non era così. La mia Lara non faceva seghe in luoghi pubblici.

-Ti piace? Ti piace essere masturbato in un supermercato?- disse con una voce da attrice del porno.

-Ci puoi giurare, tesoro.

-Oggi voglio fare la bambina cattiva. Voglio distruggere la mia reputazione. Voglio solo essere la tua puttana e farti venire qui, in mezzo alla gente e ai lavoratori. Voglio pagare alla cassa con la mano ancora sporca di sborra.

era senza dubbio un piano niente male e quella sua tonalità provocante mi stava facendo uscire fuori di testa.

Il pene era diventato durissimo e Lara continuava a masturbarmi come se fossimo rimasti soli in un supermercato desolato.

Una signora a fianco a noi si accorse di tutto e se ne andò schifata. Se avesse chiamato la sicurezza non avremmo potuto controbattere, ma il tutto sarebbe diventato ancora più eccitante.

Cosa potevamo fare? Dovevamo restare lì oppure andarcene?

-Continua, Lara, mi stai facendo impazzire. Fammi sborrare.

-Voglio che sborri sulla mia mano… nel supermercato.

Il movimento di mano e braccio era diventato molto intenso, facendo crescere in me l’inarrestabile voglia di giungere all’orgasmo, fregandomene del buon senso comune e dell’educazione repressiva che continuava a segarci le ali per non farci spiccare il volo.

Non ero mai stato così eccitato in vita mia. Mi sembrava che l’ìntero mondo girasse attorno a quel momento di perversione momentanea.

Eravamo stati colpiti dal dardo dell’amore, sebbene quella pratica era molto più vicina al sesso che all’amore.

Il mio battito cardiaco cominciava ad aumentare, mentre le articolazioni iniziavano ad irrigidirsi. ero molto vicino all’orgasmo. sentivo in me la forza di dieci leoni e forse anche quella di un possibile ed eventuale gorilla gigantesco, esattamente come quello dei film.

Non mi ero mai sentito in quella maniera, ma devo dire che fu estremamente piacevole. Per la prima volta mi sentivo importante e soddisfatto.

Eravamo sempre stati molto attenti all’immagine che proiettavamo di noi stessi, come se temessimo il giudizio dell’altro, quando in realtà gli unici giudizi che temevamo erano i nostri e noi eravamo una cosa sola, almeno in quel momento.

-Avanti… non ti fermare. Vai…

Quando sborrai, provai una sensazione molto intensa lungo la spina dorsale. Era come una specie di tremore elettrico che seguiva in crescendo il mio amplesso, per poi esplodere assieme a lui in quella corsia del supermercato.

Lara tirò fuori la mano. Era tutta bianca.

Rimasi completamente esterrefatto quando la vidi portarsela alla bocca, leccando via lo sperma che le avevo appena eiaculato addosso.

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