Masturbazione pubblica

Questo è uno dei tanti altri racconti erotici qui che ho scritto … eheh

Come ogni mattina, Frank andava in cerca d’ispirazione per il suo lavoro, facendo una camminata nel parco della sua città. Era un grosso e sterminato ammasso d’erba verde e alberi a perdita d’occhio. Amava quel posto.
Accese una sigaretta, appoggiandosi ad un albero, immergendosi con lo sguardo nel profilo dei palazzi della città in lontananza.
“Ehi, sei qui per giocare?”
Una ragazza sui vent’anni le sorrise, apparendo praticamente dal nulla.
“Giocare? Non capisco cosa tu voglia dire?”
“È un modo di dire. Io faccio seghe per venti euro.”
“Scusa?”
“Te lo prendo in mano per venti euro. Non lo succhio e non scopo… faccio solo seghe e se vuoi ti dico anche le porcate. Mi puoi toccare le tette.”
“Scusa, non avevo idea che… ma da quando succede questa cosa al parco?”
“Da poco. Non è che sei uno sbirro?”
Frank estrasse venti euro dal portafoglio.
“Un poliziotto non se lo farebbe prendere in mano in un parco, no?” sorrise.
“Lo sapevo che ci saresti stato. E mi fa anche piacere Perché di solito raccatto solamente uomini brutti e tu sei carino.” concluse, abbassandogli la zip dei jeans.
Riuscì a farglielo venire duro prima di quanto riuscisse a farglielo rizzare la sua fidanzata. Probabilmente erano i trucchi del mestiere.
“Sei brava… è decisamente una bella tecnica.”
“Grazie. Pensa che alterno le mani, altrimenti mi verrebbe il gomito del tennista.”
Il pensiero di tutti quei cazzi che la ragazza toccava continuamente, lo fece eccitare oltremodo, forse era tutta una questione psicologica, ma avere una masturbatrice di fiducia in quel parco lo rese felice ed eccitato.
Trovò estremamente stimolante guardare quel giovane braccio dimenarsi ossessivamente, mentre quella manina giovane gli strofinava il membro davanti ad un contesto naturale. Una sega all’aria aperta, fatta da una ragazzina; era un inizio giornata davvero indimenticabile.
“Ti piace farti fare le seghe, eh? Sono la tua bambina?”
“Sì.”
“Allora dillo.”
“Sei la mia bambina.”
“Sono la tua bambina sporcacciona.”
“Sei la mia bambina sporcacciona.”
“Vorrei che tu mi sborrassi sul vestito, così mia madre capirà quanto sono troia.”
“Tua madre ha ragione, sei una gran troia.”
Frank le strizzò il seno. Non sapeva se si potesse addentrare o no sotto il maglioncino della ragazza. Tastò e strizzò quelle piccole mammelle con estrema goduria, mentre il suo cazzo si gonfiava sempre di più tra le mani di quella ragazzina.
“Posso guardarti le tette?” chiese.
La ragazza non rispose. Smise di masturbarlo e si sollevò la maglia sul seno, tirando in sopra anche il reggiseno.
“Eccoti servito… ma non puoi leccare niente.”
“Ok.”
Le sue mani circumnavigarono ogni millimetro di quel seno giovanile e tondeggiante.
Non godeva in quella maniera da svariati anni, ma finalmente era arrivata la sua occasione.
“Avanti puttanella. Dimmi che sono il tuo giornalista preferito.”
“Sei il mio giornalista preferito.”
“Dillo più forte.”
“Sei il mio giornalista preferito.”
La mano scorreva su e giù, ancora su e ancora giù, mentre le vene del pene erano sempre più cariche.
“Dio quanto sei fica… ma quanti anni hai?”
“diciotto.”
Diciotto anni. Sborrò senza nemmeno riuscire a proferire un sospiro di godimento.
Inondò la pancia di quella diciottenne come un idrante impazzito.
La ragazza continuava a masturbarlo, spremendo da lui tutta l’eccitazione repressa della sua vita, quasi come se sentisse il suo bisogno estremo di essere compiaciuto.
“Eccoci qui…” vuoi una salvietta?
“Grazie mille, sei molto gentile.”
Prese la salvietta che gli porse la ragazza e si asciugò lo sperma dal pene.
“Hai davvero diciotto anni?”
“Sì. I soldi mi servono per il telefonino nuovo.”
“Credo che ci rivedremo molto presto.”
“Lo spero… mi piace molto il tuo cazzo.”

 

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