L’incontro della chat erotica

Racconto erotico incontro in chat

Avete mai avuto delle curiosità? Ecco, io ne ho sempre avuta una: cosa si prova ad essere una troia?

Non intendo una prostituta di professione, ma una di quelle donne che ama divertirsi senza pensare al domani. Insomma, una di quelle che la danno via come se non fosse la loro.

È sempre stata un grande interrogativo per me e ieri ho deciso di scoprire con le mie forze cosa si prova ad essere una di loro.

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Ci pensavo da molto tempo, quindi avevo già passato in rassegna su internet i migliori club per pervertiti della zona e ne avevo trovati un paio abbastanza interessanti, ma il coraggio mi era sempre mancato.

Poi, un bel giorno mi iscrissi ad un sito d’incontri piccanti, uno di quelli in cui ti puoi fare qualche foto e metterla on line, descrivendo te stessa e quello che sei disposta a fare.

Ricevetti decine e decine di mail di risposta, ma non risposi nemmeno ad una di queste, fino a ieri.

L’uomo che si mise in contatto con me, si presentò come un quarantenne rispettabile, pulito e con tanto di foto di presentazione. Era carino e voleva provare il mio corpo.

Risposi che ero disposta ad incontrarlo solamente in un albergo, nella stanza numero 28.

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Accettò. Ero così tesa. Non avevo mai fatto cose del genere, ma per una volta mi ritrovavo single e senza nessun legame affettivo e volevo trascinarmi in un qualcosa di differente dalla solita storie d’amore. Per una volta, insomma, volevo essere scopata a dovere, ma senza nessuna complicazione.

Mi preparai, cambiando vestito per otto volte consecutive, solamente alla nona trovai il giusto abbinamento tra colori ed accessori. Ero pronta… pronta a fare la troia.

Mi sono messa a scrivere questa storia solamente perché non voglio raccontare a nessuno quello che è successo nella stanza 28 di quell’albergo di periferia.

Nella camera mi stavo lasciando trasportare dalla paranoia e per un attimo fui quasi sul punto d’andarmene. Proprio in quel momento, il mio appuntamento bussò alla porta.

-Chi è?- domandai, con fare titubante.

-Sono il tuo… amico.- rispose la voce.

Aprii e tutte le paranoie volarono via, come rondini in autunno.

-Sei molto più bella che in foto. Posso entrare?- domandò.

-Certo. Accomodati pure.

Parlammo per un paio di minuti e alla fine arrivammo alla domanda centrale.

-Quindi, cosa facciamo?

Fu lui a pronunciare quelle parole.

-Scopiamo?- risposi io.

-Mi sembra un’idea grandiosa!- concluse lui, tranquillizzandomi con una carezza sul viso.

Quel gesto mi fece capire che mi trovavo davanti ad un gentiluomo e non un semplice pazzo da chat erotica. Avevo una paura fottuta che quel tipo si dimostrasse un pervertito.

Si spogliò per primo, tranquillizzandomi ulteriormente. Era in carne e aveva un bell’arnese davanti.

Io mi spogliai molto lentamente, volevo mostrarmi un po’ alla volta per eccitarlo ben bene.

Mi baciò con garbo, come se volesse dimostrarmi che in realtà fosse alla ricerca di qualcosa di romantico, piuttosto che un semplice incontro sessuale trovato su internet.

-Avanti… mettimelo.- sussurrai, mentre le sue dita mi stimolavano il clitoride.

La penetrazione fu molto dura e per nulla dolce come era stato tutto il resto. Probabilmente era successo tutto così in fretta che non avevo capito che quella che stava indossando era solamente una maschera da gentiluomo, solamente per mostrarmi poi l’allupato stronzo da tastiera.

-Godi eh? Io godo… godo nella tua fighetta larga.- disse, confermando ogni mio pensiero.

Era quello che volevo in fin dei conti, no? Desideravo provare quello che provava una troia e lo stavo finalmente provando. Mi stavo facendo sbattere da un tizio che non faceva altro che fare commenti poco lusinghieri sulla mia non più tanto giovane vagina e questo mi stava distruggendo.

Oramai ero in ballo e dovevo ballare, ma credetemi, quel ballo non mi piaceva affatto.

Come si sentiva una troia? Si sentiva una merda.

-Che belle tette che hai.

Mi spostò da lui, abbassandomi la testa con forza, dicendo -Piglialo in bocca cagna.

Come una cagna, lo presi in bocca. Cosa mai potevo fare?

Il suo cazzo sapeva di piscio e liquido vaginale, nonostante il preservativo arancione che indossava senza stile.

-Succhia, succhia… cazzo. Si vedeva già dalle foto che eri un gran puttanone.

D’un tratto uscì dalla mia bocca per togliersi il preservativo, iniziando a tirarsi una sega davanti alla mia faccia.

La sborra mi arrivò sul viso senza che io me ne accorgessi. Fu una serata veramente terribile.

Mi sono sentita una merda e adesso sono riuscita finalmente a mettere tutto per iscritto.

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