Libidine violenta – Moglie di un maniaco guardone

Orgia, racconto erotico

Carlo ha installato telecamere dappertutto per gustarsi a distanza tutto quello che sua moglie Greta dovrà subire in nome del suo sadismo. Lo fa da sempre, lui. Ha umiliato Greta in mille modi diversi, da quando si conoscono, e lei, angelica bionda dal culo ormai infranto, per amore non riesce mai a dirgli di no.

Sono mesi che non scopano insieme. Il guardone sadico preferisce vedere fin dove sa arrivare la sua voglia di sacrificarsi per il padrone. Ha pagato una ruffiana e ha promesso ai due avvoltoi della situazione che avrebbero goduto di brutto, quella sera…

“Non ce la faccio… non ce la faccio!”.

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Inizia sempre con questa lagna, Greta, prima di assecondare per amore e per forza tutte le perverse libidini, sadiche e umilianti, di suo marito Carlo. Lui, come sempre, assiste alla scena a distanza grazie a una serie di telecamere che ha piazzato in salone.

Inizia lo show e lei piagnucola, la sua faccia tesa provoca nel marito un’erezione immediata, divertita.

“Mostragli il culo, da brava…” ordina la puttana assunta da Carlo per il piacere dei due maschi vestiti da clown pronti a fare di Greta quello che vogliono. Più quella donna le dà ordini arroganti, più lei fa la schiava affettuosa. La tratta come una ruffiana con la sua puttana migliore.

“Devi fare tutto quello che ti diremo…” l’avvisa.

Inizia a umiliarla. “Striscia ai miei piedi, come una cagna”.

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“Si… padrona”.

Le chiede di provocare quell’uomo muovendosi goffa e volgare.

“Esagera… esagera…”.

Un secondo uomo si aggrappa a una tetta con un gesto fulmineo.

“Fatti palpare, che ti conviene…”.

Sente quei due fiati estranei e pagliacci che se ne fregano del suo malessere. Cerca conforto tra le braccia di quella donna e non lo trova. Ruffiana lo è davvero e quel giochino a quattro le frutterà bei soldoni. “Rassegnati e comincia a lavorare”.

Ruffiana e puttana lavorano due bastoni inquieti e viziosi.

“Lascia perdere le seghe… mangia!” urla spazientito uno dei due clown.

“Si… certo”.

In momenti come questi, Greta soffre eppure la sua fica è fradicia di misteriosa voluttà. Ingoia lenta, con un’occhiata carica di odio. L’altra si diverte e gioca su quell’asta cliente. Non si aspetta altro dagli uomini. Il tipo la monta prendendola con la forza, spinge ansioso in un ventre ribelle e indifeso, arrabbiato e compiacente. Il nome della puttana/ruffiana scelta da Carlo per il festino è Nora, specialista di certi giochini di saliva filante. Quando sbocchina alza una gamba, tesa e isterica. Pompa accanita sperando in un’eiaculazione precoce. Il suo lupo fa per masturbarsi veloce e lei apre la bocca nella speranza che… Niente da fare. Lui si rificca.

“Basta! Basta… ahhh…” Greta urla, il suo avvoltoio le tappa la bocca e, reggendosi a lei, la fotte più comodo e liscio. Le esce una risata amara e disperata, folle sotto il suo naso rosso da clown. L’altra ha imparato a godere di una vita vuota a fica… piena. Si lascia aprire il didietro dal capriccio altrui. Greta deve fare lo stesso, lo voglia o no. Il suo cuore sanguina più del suo culo spanato. Nora non darà mai soddisfazione al cliente sadico. Ride come se le facesse il solletico ma a colpi più secchi risponde con un istinto urlato.

I due pagliacci si scambiano le donne.  Nora se lo spinge dentro piegando le gambe con forza. Una di fronte all’altra, si fanno colpire da dietro con gli occhi da pazze. Prima sbattute come serve, poi leccate e adorate come regine. Il mestiere di puttana è davvero duro.

In sella alle due cavalle, quei porci trovano tesori nascosti e fette d’inferno. Si respira nell’aria la fatica e l’arresa di quei culi rotti. Greta sa che deve resistere e andare fino in fondo. Né più né meno come la verga che abusa di lei. Allentata e rassegnata si aspetta il peggio del peggio da quel maniaco anale e, invece, questo le allivida la sorca ignara.

Lo sguardo di Nora si fa ancora più freddo e spento mentre il suo puttaniere le spegne i bollori in pancia. Allenando gli addominali, Greta fa gli ultimi sforzi per farlo venire. Accovacciate sul tappeto bianco, tutt’e due li aiutano con mani e lingua. Greta si sente, al momento di raccogliere sborra sconosciuta, come Nora: una prostituta che dà il suo corpo per interesse. Continua i suoi giochetti di saliva. Un modo come un altro per passare il tempo.

Tiene duro sperando che quell’incubo finirà, prima o poi. O, forse, sperando, che quel maiale di suo marito non cambi mai. Si diventa troie senza volerlo, a volte, e quando succede è impossibile tornare indietro…

  • La serie “Libidine violenta” descrive i fantasmi sessuali di molte donne che sognano emozioni forti, crude prese di possesso da parte di sconosciuti o partner che, nella realtà, non le desiderano abbastanza. Donne trascurate che cercano nei vicoli bui e torbidi delle loro voglie represse momenti di sesso immorale, sporco e vivo, quello che si fa ma non si dice. Niente a che vedere con la cronaca nera, con l’atto criminoso da cui di dissociamo. Il sesso è libertà e con la fantasia si viaggia ovunque, basta volerlo. Donne adulte consenzienti cercano la totale sottomissione carnale e mentale, il possesso brutale che le trasforma in prede. Si masturbano all’idea di essere prese con la forza, penetrate in balia di un abuso simulato. Succede anche a me, che a volte ho tradotto nella realtà questi miei fantasmi. E’ solo un gioco. Un gioco per adulti…

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