Le scarpe di Roby (prima parte)
Ero il titolare di un negozio di scarpe da uomo che avevo sempre gestito da solo finchè mia figlia, finiti gli studi superiori, mi aveva chiesto di venire a lavorare con me. Da quel giorno tutto era migliorato: la sua passione per le scarpe e la sua intraprendenza mi avevano convinto ad ingrandirci, così era nata una zona dedicata alle donne.
Ed è così che avevo scoperto questa mia passione, ma sarebbe forse più giusto chiamare perversione, per i piedi e le scarpe da donna.
Inizialmente non ci avevo fatto caso più di tanto, mi sembrava normale che mi piacesse vedere una bella donna indossare un bel paio di scarpe. Col tempo, però, mi ero accorto che non solo la cosa mi piaceva, ma mi provocava anche una sorta di eccitazione. E così ero entusiasta quando mi trovavo a servire una bella donna nella scelta delle calzature…soprattutto se si trattava di scarpe eleganti, sandali o stivali. E devo dire che anche le donne, complice il mio modo di fare e, perchè no, il fascino del padre giovane ma esperto, apprezzavano di essere consigliate da me.
Il problema era però che questa mia eccitazione non accennava ad arrestarsi…anzi mi capitava sempre più spesso di avere vere e proprie erezioni mentre facevo provare certe scarpe a certe donne. Erezioni lunghe ed intense…
Un giorno entrò in negozio una ragazza che definire stupenda non le rendeva assolutamente giustizia. Alta, snella, fisico da modella, lunghi capelli lisci raccolti, un viso delizioso, curato ed uno sguardo così profondo e seducente come non avevo mai visto prima in tutta la mia vita. E due gambe che erano la fine del mondo!
“Ciao Roby, benvenuta!” disse subito mia figlia. Lei rispose al saluto, ed io capii che erano amiche. Ma non l’avevo mai vista in zona, non la conoscevo. “Papà, lei è Roberta, si è trasferita da poco qui in paese. La puoi seguire per favore, io sono già con una cliente. Roby, ti lascio in buone mani…mio padre ha buon gusto e saprà consigliarti bene”.
Mi presentai a Roberta. La vidi visibilmente imbarazzata…probabilmente avrebbe voluto esser seguita da mia figlia, ma il cliente con cui era ha un debole per lei e non sarebbe stato saggio sostituirla. Comunque mi presentai, le dissi di darmi del tu e le chiesi cosa cercasse, se in vetrina avesse già visto qualcosa di interessante, mentre la accompagnavo verso le poltroncine. Cercai di metterla subito a suo agio e notai che l’imbarazzo svanì abbastanza velocemente. Mi disse che doveva trovare le scarpe giuste da abbinare al vestito per andare ad un matrimonio. Le chiesi di descrivermi come fosse il vestito e lei apprezzò la domanda. Probabilmente non si aspettava da un uomo tutte queste attenzioni. Così mi mostrò una foto di lei sul telefonino, con indosso il vestito del matrimonio. Inutile dire quanto magnifica fosse in quella foto, ma non potevo commentare…sarebbe stato poco professionale.
Mi indicò la tipologia di scarpa che stava cercando, ed io ebbi subito l’illuminazione. “Aspettami qui” le dissi “ho una cosa che non ho ancora messo in vetrina perchè è appena arrivata”. Corsi in magazzino e tornai in un attimo con una scatola di scarpe. In cuor mio speravo di aver azzeccato al primo colpo i suoi gusti. “Eccomi”, ed aprii la scatola. Erano un paio di scarpe di pelle nera lucida, molto aperte, con un bel tacco. Stavo per dirle che sarei andato a prendere altri modelli ma la sua espressione mi fermò: esplose in un sorriso stupendo e sincero, rimanendo quasi a bocca aperta. “Oddio, che belle! E’ proprio quello che stavo cercando!!! Sei un genio!!!” Le porsi la scarpa destra, la prese e l’ammirò, sempre con quel sorriso che non potevo fare a meno di smettere di fissare. Anche io stavo sorridendo senza quasi accorgermene.
“Siediti e provale”, le dissi. Lei si accomodò. “Posso aiutarti?” le proposi. “Sì, grazie” mi rispose, incuriosita. Così mi inginocchiai, le slacciai i legacci e l’aiutai a sfilare le scarpe che stava indossando.
Ebbi un fremito: negli ultimi tempi di piedi femminili ne avevo visti molti, ma mai così belli. Lisci, curati, dita perfette ed unghie pitturate di nero in modo impeccabile. Esitai un attimo, incantato, mentre la mia eccitazione cresceva. Lei percepì chiaramente questa cosa, e sembrò piacevolmente sorpresa ed in qualche modo incuriosita ed interessata. Ritornai in me, mi ricomposi, la invitai a porgermi il piede…che appoggiò delicatamente sulla mia mano mentre con l’altra tenevo la scarpa, infilandola. Passai poi all’altra scarpa e fu lei questa volta a porgermi il piede senza che lo chiedessi…sono certo che le stava piacendo essere servita in quel modo.
Ora che entrambe le scarpe erano calzate, mi scostai leggermente restando comunque in ginocchio. “Alzati pure, fai una camminata, dimmi come te le senti”, le dissi. Lei si alzò elegantemente e camminò sul tappeto avanti ed indietro un paio di volte. “Le sento benissimo, tu cosa ne dici?” mi chiese guardandomi dall’alto al basso, sorridente. “Ti stanno d’incanto, le porti divinamente. Sembri nata per sfilare su di una passerella di alta moda”. Forse stavo esagerando con i commenti, ma dai suoi sorrisi capii invece che le erano molto graditi. E la mia erezione era al massimo…stavo faticando a restare impassibile…
Tornò a sedersi e, con una stupenda disinvoltura, mi disse “Mi aiuti a toglierle, vero? Mi piace veder lavorare gli uomini per me”…e poi rise. Non me lo feci ripetere due volte: le feci appoggiare la prima scarpa sul mio ginocchio, con il tacco che mi pungeva leggermente. “Oltre che vedermi lavorare per te, ti piace anche farmi soffrire”, le dissi sorridendo, mentre le slacciavo la fibbietta molto lentamente. “Certo che sì, mi piace molto”, rispose lei, con uno sguardo che diceva tutto. In modo naturale e spontaneo, in pochi minuti avevamo iniziato a giocare e stuzzicarci. La situazione era estremamente piacevole, non solo per me ma anche per lei…lo percepivo chiaramente dalle sue espressioni, dal tono della sua voce. Accompagnai il suo piede che si sfilava dalla scarpa e, toccandolo, le provocai involontariamente un brivido che le fece venire la pelle d’oca. Le scappò un leggero gemito che cercò di soffocare…ma non ci riuscì completamente. I nostri occhi si fissarono per pochi secondi che sembrarono non finire mai. La mia mano stava per compiere l’azzardo…stavo per accarezzarle il piede, nulla mi avrebbe fermato ormai!
“Allora, come procede” disse mia figlia all’improvviso. Aveva finito con il suo cliente e si era avvicinata a noi. Roby con uno scatto ritrasse subito il piede e si affrettò a togliere anche l’altra scarpa. “Benissimo, ho trovato le scarpe giuste grazie ai consigli di tuo padre. Le prendo!”, si limitò a dire sbrigativamente e con imbarazzo…che fortunatamente mia figlia non percepì. Io ero ancora incredulo…che figlia guastafeste! Mi ci vollero un po’ di secondi per tornare a ragionare. Presi le scarpe, le adagiai nella loro scatola e mi avviai verso la cassa. Roby mi seguì, pagò le scarpe (le feci un prezzo veramente stracciato)…le passai la borsa con dentro la scatola accompagnandola alla porta. “Grazie di tutto” mi disse uscendo “e non solo per le scarpe”. Quella frase mi trovò impreparato, ma riuscii comunque a risponderle: “torna a trovarmi”. Lei, che si era già allontanata di qualche passo, si girò verso di me…e mi strizzò l’occhio, accompagnando il tutto con uno sguardo che valeva più di mille parole…
Ero certo che ci saremmo rivisti molto presto…
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