Le modelle

Modelle lesbiche

 

-Guarda che il vestito nero ti stava d’incanto.

-Si, ma tu con quello rosso eri una vera favola.

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-Avessi il tuo seno…

-Guarda che le tue tettine a me eccitano all’inverosimile.

-In che senso eccitano?

Marika e Helena finivano spesso nude nello stesso camerino, ma quella volta c’era nell’aria una tensione sessuale senza precedenti.

-Beh, io non sono lesbica, ma quando vedo quei tuoi capezzoli… vorrei leccarli.

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-Davvero?

-Sì.

-Fallo. Siamo sole qui.

-Mi vergogno da morire.

-Se mi lecchi i capezzoli, ti faccio un ditalino.

Helena passò la sua lingua sui capezzoli di Marika. Erano due bellezze magre ed eccitanti. Ogni uomo sulla faccia del pianeta si sarebbe ucciso per scoparle in quel camerino.

-Mamma mia… sei brava tu.- disse Marika, sentendo un lieve solletico umico sulle tette.

Helena prese la mano dell’amica e se la portò tra le cosce.

-Fammi un ditalino.

Avevano appena finito una sfilata e quello era senza dubbio un gran bel modo per smaltire la tensione che avevano accumulato nelle ore precedenti.

-Come sei bagnata.

-Sei tu che sai come toccarmi.

-Ma smettila.

-È da un po’ che volevo scoparti.

-Anche io.

Marika sbatté Helena alla parete, le alzò una gamba e s’inginocchio per leccarle la fica.

Iniziò dandole un bacio sulle grandi labbra, buttandosi poi alla ricerca del clitoride con la sua lingua. Eseguiva dei movimenti circolari in senso orario, circa quattro alla volta per poi procedere con un solo giro antiorario, quasi per dare il ritmo alla stimolazione orale.

Quando sentì l’eccitazione dell’amica incedere, iniziò a muovere la lingua in orizzontale, senza mai correre troppo come erano soliti fare gli uomini, convinti che la figa funzionasse esattamente come un cazzo. Era inutile, per capire una fica serviva una donna.

-Porca troia, leccami tutta.

Marika infilò un pugno nella fica della sua amica e collega.

-Te la voglio distruggere.- disse.

-Rendila inutilizzabile, se questo è l’effetto.

Sembrava quasi che si fosse pisciata addosso da quanto era bagnata. Non aveva mai goduto tanto con un uomo.

Guardava quella stupenda modella ventiduenne leccarle la fica, sfondandola in continuazione con un pugno. Dentro e fuori, dentro e fuori, senza mai fermarsi.

Quanto si poteva bagnare ancora, senza affogare Marika?

-Sei bagnatissima.

-Lo so… cazzo, mi fidanzerei con te.

-Per il momento pensiamo a farti venire, troia.

-Non ti fermare puttana.

-E chi si ferma… ho una voglia di fica che non si può descrivere a parole.

Era tutta bagnata in faccia, come se si fosse appena sciacquata in un lavandino. L’orgasmo era alle porte e stava per sfondare il muro delle sue inibizioni. Helena non era una donna da orgasmi rumorosi, ma quella volta esplose come una bomba all’idrogeno, urlando il nome della sua amica.

L’orgasmo le si diffuse in tutto il corpo, lungo ogni sua singola terminazione nervosa. Pelle, organi ed ossa; tutto divenne orgasmo. Tutto era così maledettamente Marika.

-Cazzo come la sai leccare tu… sei veramente brava.

-Dovremmo farlo più spesso.

-Sì… tipo sempre.

-È una proposta?

-Beh, se la lecchi sempre così io ti sposo, cara.

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