La vicina
Stavo riposando tranquillamente sul divano, mentre guardava senza troppo interesse un film alla televisione, quando d’un tratto sentì il campanello suonare. Mi alzai, controvoglia, e andai a vedere chi era che disturbava il mio pisolino pomeridiano.
Girai lo spioncino e controllai. Sulla soglia c’era la mia vicina, la signora Levina, una donna che dire attraente era veramente poco. Una quarantenne dal corpo piccolo e formoso, le cui forme erano esaltate da quelle tute aderenti che le vedevo sempre addosso. Le tette di una taglia spropositata: due bocce enormi che sembravano voler scoppiare da quelle magliette attillate che le tenevano prigioniere. Il culo, uno di quelli a mandolino che solo a vederlo ti vien di staccarlo a morsi.
Il cazzo mi diventò immediatamente duro.
-Signor Marco, è in casa?-
Aprì la porta.
-Scusi Chiara, ma ero indaffarato e non ho sentito subito il campanello-
-Oh, non si preoccupi, piuttosto ha per caso del pepe che mi sono accorta di non avercelo in dispensa-
-Sì penso di avercelo. Ma entri pure-
E facendole segno di entrare lasciai che mi sorpassasse, chiudendo poi la porta.
Guardai il suo culo sfilarmi davanti e il cazzo iniziò a gonfiarsi così tanto che dovetti metterci una mano sopra per non farlo notare.
-Marco che ha?-
-Niente, niente, vado a prenderle il sale-
-Quale sale, a me serve il pepe. É sicuro di stare bene?-
Le feci cenno di sì con la testa, ma il cazzo mi era diventato completamente in tiro e ormai non resistevo più.
Lo tirai fuori e aspettai una qualche reazione da parte sua.
-Ommioddio quanto è grosso! Marco quel coso è un mostro!-
“Sembra apprezzare” pensai e prendendo coraggio l’afferrai, la girai e le tirai giù i pantaloni insieme alle mutandine.
-Marco che cazzo fai!-
-Stai zitta puttana!-
La spinsi contro il muro e inizia a strusciarle il cazzo sulla figa.
-Ora smettila di fare l’innocente. Vai in giro tutto il giorno con quei vestiti aderenti e ti aspetti che nessuno ti scopi. Beh ora ti sfondo io il tuo bel culetto-
Con un colpo secco glielo sbattei dentro. Lei urlò.
-No!No!-
-Zitta, ho detto!-
Le afferrai i fianchi e la trombai ancora più velocemente. Non ci credevo: stavo scopando quella milfona della vicina. Lei era lì, col suo culo in balia del mio cazzo, che gemeva ogni volta che glielo spingevo dentro.
Dopo un po’ smise di opporsi e sembrò più che contenta del mio cazzone.
-Adesso non ti lamenti più, eh!-
-Scopami bastardo! Scopami e basta!-
L’accontentai volentieri e la sbattei ancora più forte.
Le afferrai i capelli e glieli tirai all’indietro, mentre il suo culo, contraendosi, continuava ad andare su e giù per il mio cazzo.
-Ora voglio che me lo succhi per bene-
La girai ancora, gli abbassai la testa e gli ficcai il cazzo in bocca. Volevo che me lo succhiasse tutto: iniziai a premergli con la cappella contro la gola finché, dopo vari tentativi, riuscì a mandarglielo tutto giù.
Lei cominciò a divincolarsi, cercando di staccarsi dalla mia presa, ma non potevo lasciarla: quella bocca calda mi stava facendo godere così tanto che non me ne fregò niente delle suo viso implorante.
“Aspetta ancora, troia!”
Spinsi ancora più giù e finalmente venni: le inondai la gola di sborra (bianca) ed estrassi il cazzo.
-Ti è piaciuto puttanella!-
Lei non rispose, aveva ancor la bocca piena di sborra, ma mi guardò soddisfatta. Ingoiò tutto e poi parlò.
-Allora il pepe me lo dai?-
-Certo, vado a prenderlo-
( Leggi la seconda parte di questo splendido racconto erotico )
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