La vicina (parte 2): il paradiso del sesso.

Racconti Erotici: La vicina porca

( Leggi la prima parte del racconto erotico )

Bussai.
-Chi è?-
-Sono Marco?-
La porta si aprì e di fronte a me si presentò Chiara, vestita, come al solito, con una delle sue tute aderenti e una magliettina tirata con un’evidente scollatura.
-Cosa c’è?-
-Oh, niente, posso entrare?-
Lei esitò un attimo ma alla fine acconsentì.
-Allora mi vuoi dire cosa c’è?-
Appena la porta si chiuse l’attrassi a me e iniziai a palparle il culo.
-Ma che fai? Abbiamo scopato solo una volta, non sono mica la tua puttana!-
Non stetti neanche a sentirla, tirai fuori il cazzo e gli dissi
-O me lo succhi con le buone o sarò costretto a usare le maniere forti-
Non se lo fece ripete due volte e, abbassatasi, mise mano al mio cazzo e cominciò a leccarlo.
-È ancora più grosso dell’ultima volta-
Succhio le palle fragorosamente; risalì fin su al frenulo; baciò la cappella e iniziò a succhiarlo per bene.
Sapeva già cosa volevo: lo ingoiò fino infondo e lentamente, con la lingua, lo massaggiò in tutta la sua lunghezza.
-Così, brava! Ora alzati-
Si tolse i pantaloni, sfilò le mutande e aspetto i miei ordini.
-Girati-
Si girò e mi mostro il culo in tutta la sua bellezza. Quelle natiche voluminose che avrebbero fatto invidia pure a una ventenne. “Come cazzo fa ad avere quarant’anni”.
Guardai ancora il culo e, pregustando il momento in cui l’avrei sfondato, mi preparai masturbandomi piano piano il glande.
-Dai muoviti!-
Divaricò le gambe e allargò più che poté la vagina.
-Scopami! Forza!-
Io mi avvicinai col cazzo ancora in mano, ma anziché metterglielo nel buco predisposto glielo ficcai nell’ano.
-No, nel culo no! È troppo grosso Marco!-
Non l’ascoltai: gli avevo già scopato la figa, ma il culo era ancora meglio; era così stretto che mi mandava in estasi ogni volta che spingevo.
Le strinsi i fianchi e la sbattei ancora più forte, sempre più forte. Un urlo di dolore si levò nella stanza quando glielo misi completamente dentro. L’ano le si contorceva come volesse espellermi, ma io resistevo, e il cazzo mi diventava sempre più duro (talmente ero eccitato).
Alla fine sentì che era il momento e all’apoteosi della goduria gli sborrai nel culo fino a sentirmi il cazzo ricoperto dalla mia stessa sborra. Lo estrassi e me lo feci pulire per bene.
-Hai un culo da dio Chiara, un culo da dio davvero!-
Lei mi sorrise, soddisfatta. Era la seconda volta che le vedevo fare quella faccia così porca.
-Ora vai che..-
Non fece in tempo a pronunciare la frase che subito bussarono alla porta.
-Cazzo e adesso! Marco nasconditi!-
Io andai velocemente in cucina e lasciai Chiara sola nel salotto, che nel tempo di un secondo si ripulì tutta e cercò di darsi una sistemata.
La porta si aprì ed entro Elisa, la figlia di Chiara.
Una figa, pure lei, tanto quanto la madre. L’unica cosa che non aveva ereditato era una taglia abbondante, ma per il resto era una ventiduenne mica male.
-Sei già qui Eli, non dovevi andare dalla Luisa-
-No, ma’, è domani-
Appoggiò sul tavolo lo zaino e si tolse le scarpe.
-Come mai se così agitata, ma’? Ti sei scopata il vicino e non vuoi dirmelo?-
Chiara la guadò esterrefatta.
-Stavo scherzando, ma’, tranquilla! Comunque non sarebbe male farsi scopare da Marco: ha un pacco così grosso che avrà un bestione lì sotto!-
-Ma cosa dici Elisa! Smettila di dir cazzate!-
-Perché? Non ce l’ha grosso. Ogni volta che lo vediamo sembra stia per scoppiargli una bomba in(tra le) mezzo alle gambe. Com’è che non te lo sei ancora scopata? Un quarantenne divorziata, figa come te, lo farebbe godere come un matto-
Da dietro il muro della cucina ascoltavo i loro discorsi: avevo ancora il cazzo fuori e quell’Elisa me lo stava facendo tornare duro.
-Sai ma’, se volesse scoparmi lo lascerei fare volentieri, il cazzo di Luca è talmente piccolo che non mi fa arrivare all’orgasmo manco se mi scopa per tutto il giorno-
-Non dire stronzate Eli, basta!-
Mi ero deciso ad uscire.
“Vuole il mio cazzo?Eccolo!”.
Entrai in salotto col cazzo duro ben in vista.
-Marco che cazzo fai!- disse Chiara.
Elisa, però, non sembrava per niente sconvolta, se non per le dimensioni del cazzo che aveva di fronte.
-Ma quanto cazzo è grosso! Porca puttana!-
Si avvicinò e lo prese in mano.
-Elisa cosa fai?-
-Quello che fai tu ma’: una vera scopata!-
Iniziò a succhiarmelo tentando di ingoiarlo il più possibile, ma non era come la madre, arrivò neanche a metà e si arrese.
-È troppo grosso-
Si spogliò dei jeans e delle mutandine e cominciò a strusciarsi contro il mio cazzo.
-Voglio che mi scopi come con la mamma- mi sussurrò all’orecchio.
-Voglio che mi fotti col tuo cazzo duro fino a farmi male-
Non dovette aspettare molto.
La presi per i fianchi e la sbattei forte.
Il suo culo era ancora più morbido: ogni volta che la penetravo sentivo quelle soffici natiche venirmi addosso, e premermi contro l’addome.
-Non venirle nella figa!- urlò Chiara.
Riuscì in tempo a toglierlo e a sborrarle in faccia. Riempì quel visino pallido della mia calda sborra e, finito, presi Chiara e glielo ficcai dritto in bocca.
-Fammi un pompino come di deve!-
Glielo spinsi giù fino alla gola e rimasi lì per qualche minuto.
-Cazzo se sei una pompinara Chiara!-
Lo tirai fuori e glielo sbattei ancora contro la faccia.
-Tu e tua figlia siete delle vere troie-
Delle troie che avevo come vicine di casa, e che ogni volta che volevo potevo andare a scoparmele fino allo sfinimento. Un vero paradiso del sesso.

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