La tentazione di Eva

Eva non sa vivere senza il suo serpente. Il suo serpente non sa vivere senza di lei e senza spiare le sue scopate occasionali con maschi di passaggio. A volte, quando il suo cobra trema adagiato sulle curve di Eva, lei capisce che il serpente ha voglia di esplorarle il ventre. Fa entrare dentro di lei la coda, la sente vibrare e quelle vibrazioni forti e dure la portano all’orgasmo.

Ama i serpenti da sempre e ripete i suoi peccati di continuo, senza pentirsi. Il maschio, da solo, non le basta. Non le basta più o, forse, non le è mai bastato. C’è qualcosa della pelle viscida del suo cobra che sa stimolarle orgasmi bestiali più di chiunque altra ‘biscia’. Deve sentire addosso il peso lucido della sua bestia tentatrice, tutte  le volte che un maschio la tira abbastanza da aprire le gambe e lasciarsi ficcare.

Tocca quel lungo animale falliforme e succede il miracolo: si bagna, la sua fica pulsa, ha bisogno di farsi riempire annusando l’odore animale.

Ci vive, col suo amante proibito, ci mangia, ci dorme e lo fa assistere alle scopate che si fa come un giocattolo geloso, da cui non riesce a staccarsi per lungo tempo. Sono in molti gli uomini che, per via di questo suo vizietto, scappano impauriti dalla bestiaccia intrusa e restano a bocca asciutta.

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“O con lui o niente…” risponde Eva, senza scendere a compromessi neanche di fronte al migliore superdotato della terra.

S’è chiesta tante volte perché ha ceduto completamente ad un’ossessione del genere.

Un feticismo simbolico? Un vizio atavico? L’adorazione verso tutto quello che odora di peccato? O, più semplicemente, la voglia di far girare per casa un enorme cazzo sinuoso, un pisello  autonomo da non associare ad alcun volto, ad una persona in particolare?

Forse Eva è schiava proprio di questa idea: possedere un fallo vivo, staccato da un uomo, da un’entità ben precisa difficile da gestire.

Il serpente incarna l’eterno simbolo della tentazione, della seduzione, della materia che comanda al peccato, del dominio sensuale e istintivo da cui nessuno può o ha intenzione di rinunciare. Ma per Eva il serpente è molto, troppo di più: è l’uomo privato di ogni volontà, dominato dal suo fallo. E’ il fallo e nient’altro.

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L’istinto liberato dalla ragione che si muove secondo gli appetiti del momento, libero da tabù e regole idiote. E’ la natura superiore sublimata agli strati più primitivi della vita.

Daniele è uno di quelli che è scappato più volte dalla casa di Eva, costretto a rinunciare al suo corpo  statuario e voglioso per colpa di quella bestiaccia. Ma la voglia è stata più forte ed ha superato la paura.

Ha accettato quell’incontro e il suo cazzo s’è riempito di terrore quando Eva gli ha adagiato il serpente attorno al collo, s’è chinata ed ha  ringraziato la sua complicità servendolo di un pompino da vipera.

Schiavo dell’influsso magnetico di Eva, Daniele non sapeva se dar retta più al rettile o alla sua bocca ladra che lavorava sull’asta come un’ossessa. Lui assaggiava il sapore della sua sorca rosa ed Eva, lingua a lingua col serpente, s’illudeva di ciucciare un secondo cazzo tentatore.

Tornava a succhiare il pisello di Daniele reggendo la testa del suo cobra complice del risveglio dei sensi che le pulsava tra le gambe. I loro due corpi avvinti e legati dal serpente s’incastravano in piedi e Daniele apriva la sua splendida cavalla senza più ostacoli. Se ne fregava, a quel punto, se per quel delizioso peccato avrebbe dovuto pagare con un morso fatale. Per Eva, in quel momento, Daniele avrebbe rischiato di tutto pur di trombarla.

Sentendo il cobra strisciargli su una coscia, Daniele aspettava disteso che Eva si piazzasse sul suo cazzo teso e lo montasse ballando sull’asta. Persa anima e corpo in quel trio ideale, Eva non si sarebbe accontentata di farsi sbattere. Voleva gustarsi il peccato fino in fondo e provare quello contro natura per scatenare l’inferno che alberga nel suo culo. E’ scivolato, è scivolato tutto dentro i fondelli spingendo a pecorina con forza fino alla radice.

Sul viso angelico di Eva una smorfia diabolica creava un contrasto irresistibile. Chiudeva gli occhi scambiando l’uccello di Daniele per l’altro animale, il serpente di cui s’è perdutamente innamorata. Una colata di sperma l’ha svegliata di colpo e il suo cobra ha leccato la linfa vitale solleticandole il corpo…

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