La suicide girl

Suicide Girl nuda

Ci teneva moltissimo a lavorare con lui. Arthur era il suo fotografo preferito e aveva ritratto molte sue amiche e colleghe, immortalandole con il suo magistrale flash.

Aveva tutta una sua poetica, un po’ come se riuscisse ad indagare dentro l’animo umano, scovando i demoni e gli spettri del passato, creando così una foto con soggetti belli e dannati.

Macky666 aveva saputo da fonti sicure che la scelta sarebbe ricaduta su di lei o su Bristhell Henne, una suicide girl di Torino. Doveva vincere quella sfida di sensualità ad ogni costo, perché quella sarebbe stata a tutti gli effetti la sua grande occasione.

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Aveva lavorato con molti fotografi bravi, ma quello sarebbe stato il primo artista con cui avrebbe collaborato, riconosciuto a livello mondiale.

Si era presentata all’appuntamento di lavoro in tenuta da combattimento, mettendo in mostra le tette, i tatuaggi e le cosce. Probabilmente Bristhel aveva lasciato intendere ad Arthur che tra di loro sarebbe potuto nascere qualcosa, mentre la sua tecnica sarebbe stata molto diversa: Macky666 avrebbe fatto nascere subito qualcosa.

-Hai proprio uno studio niente male.- disse, volteggiando nella stanza, consapevole del fatto che gli occhi di Arthur non le si sarebbero scollati di dosso.

-Grazie… è quello che utilizzo quando vengo a lavorare qui a Roma.

-Senti… posso farti una domanda personale?

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-Certo.

-Tu preferisci le ragazze prosperose o quelle col seno acerbo?

Arthur rimase spiazzato da quella domanda fatta così a bruciapelo.

-Non saprei, tutti i seni si possono fotografare molto bene, alla fine è tutta una questione di luce.- disse, tirandosi fuori dall’impiccio.

-Sì… ma una ragazza col seno grosso ti può fare una spagnola.

-Ah… tu intendevi dal punto di vista personale… non avevo capito.

-Ti andrebbe una spagnola?

-Cioè, tu vorresti farmi… farmi una spagnola? Adesso?

-Sì. Ti va?

-Direi proprio di sì.

Macky666 si avvicinò al fotografo, sbottonandogli i pantaloni con fare sensuale. Era molto bella e, soprattutto, era perfettamente consapevole di esserlo.

Tirò fuori il cazzo dell’artista internazionale ed iniziò a masturbarlo per farglielo venire bello duro.

-Vedi… una ragazza senza queste, non ti potrà mai soddisfare a pieno. Se vuoi questa spagnola… voglio sentirti dire che il servizio lo darai a me.

-Cazzo, mi stai mettendo in una situazione estremamente difficile. Cazzo. Però…

-Però?- domandò lei, inginocchiandosi a terra, guardando con sguardo triste il fotografo, continuando a stringere il suo cazzo tra le mani.

-Però sei troppo bella.

-Basta che tu dica che il servizio è mio ed io inizierò a farti impazzire.

-È tuo. Cazzo se è tuo.

Macky666 tirò fuori le sue grosse mammelle bianchicce e strizzando tra queste il pisello duro ed impaziente del fotografo, iniziò a fagli una spagnola.

Arthur sentiva il suo pisello stretto in una morsa dolce, costretto tra due cuscinetti freschi e profumati.

Era una gran puttana quella ragazza che si trovava davanti, ma ci sapeva fare e poi, aveva già deciso di affidarle il servizio da almeno un paio di giorni.

Avrebbe anche potuto dirglielo subito, ma una spagnola non si rifiutava mai a nessuno; quello era uno dei suoi mantra più sacri.

Quelle tette sarebbero state un soggetto perfetto da fotografare mentre strizzavano il suo cazzo. Avrebbe anche potuto fermare il tutto per andare a prendere la sua macchina fotografica, ma non voleva che quella ragazza così bella e machiavellica si fermasse. Il suo fine giustificava il mezzo e se il suo cazzo rappresentava il mezzo per il raggiungimento del successo di quella modella alternativa, non c’era da discutere.

-Oh sì… come mi piace.

-Che bel cazzone che hai!

-Strizzalo più forte e non ti fermare.Ti prego, non ti fermare.

Un getto impetuoso gli schizzò fuori dal pene e l’orgasmo si espanse su quelle tette grandi e pallide su cui era soffocato il suo membro.

-Cavolo… per poco non mi hai centrato un occhio…

-Scusa. Cazzo che orgasmo. Non venivo così tanto dal novantotto.

Macky666 si spalmò la sborra sulle tette, con uno sguardo malizioso e assatanato. Quello era lo sguardo di una donna che un giorno sarebbe senza dubbio arrivata in alto.

-Credo che tu abbia gli occhi più belli che io abbia mai visto, ma anche le tette non scherzano.- disse Arthur, guardando quella suicide girls giocarsi la dignità per un semplicissimo servizio fotografico.

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