La sexy nipotina
L’avevano lasciata a casa di suo zio per due settimane, visti i loro impegni di lavoro.
Aveva già diciannove anni, ma suo zio abitava molto vicino all’università, quindi sia suoi genitori che Vittoria avevano deciso che quella fosse la soluzione migliore.
Oltretutto Davide era uno zio atipico, molto giovanile ed estremamente disponibile.
La moglie l’aveva lasciato da un paio d’anni, quindi non sdegnava un po’ di compagnia.
Mentre Davide era impegnato a guardare la sua telenovela della sera, Vittoria entrò in sala, aveva addosso una maglietta striminzita che metteva in mostra i capezzoli turgidi di quel meraviglioso seno che madre natura le aveva concesso e un paio di jeans con il primo bottone sbottonato.
“Ciao, Vi.” disse suo zio, sforzandosi di non guardarle il seno.
“Sai cosa pensavo?” disse lei.
Aveva un’espressione perennemente stupita.
“Cosa?”
“Che muoio dalla voglia di spogliarmi e fare l’amore con te, per giorni e giorni.”
Davide rimase immobile. Era sicuro di aver sentito bene, ma non riusciva proprio a capacitarsi di quell’affermazione.
Vittoria si tolse la maglietta.
Aveva un seno meraviglioso. Il più bello che Davide avesse mai visto.
“Ma cosa stai…”
“Facendo? Mi sono tolta la maglietta.”
Il silenzio s’impadronì dell’atmosfera. Vittoria si mise a sedere accanto allo zio e gli prese una mano, portandosela al seno.
“Lo so che stai pensando che tutto questo è sbagliato.”
“No. Sto pensando che tutto questo è meraviglioso e sbagliato.”
“Toccami il seno e baciamoci. Vediamo cosa succede. Voglio solo stare con te.” concluse lei.
La morale avrebbe dovuto fermare l’istinto dell’uomo, ma avere una ragazza di quel calibro davanti, per giunta mezza nuda, non sarebbe stato semplice nemmeno per un santo.
Più di una volta Davide aveva fatto dei sogni erotici su sua nipote e adesso tutte quelle elucubrazioni notturne si erano materializzate davanti a lui, nella sensuale forma di Vittoria.
Si baciarono. Aveva delle labbra splendide, morbide, carnose ed estremamente sensuali. Il suo corpo era magro con un seno marmoreo e grande. Era una donna da cartellone pubblicitario.
Non sarebbe mai stato degno di lei nel mondo reale, quello lontano dalle perversioni della curiosità sessuale. Prima o poi qualche facoltoso uomo d’affari se la sarebbe sposata e non avrebbe più potuto accarezzare quel corpicino giovane e arrapante oltre ogni immaginazione.
Dalle labbra passarono ai baci sul collo, fino a quando Davide non infilò una mano dentro le mutandine della ragazza.
La sua figa si inumidì presto. La sua esperienza era sicuramente più rodata degli adolescenti coi quali lei era abituata a giocare in intimità.
“Le tue dita sembrano delle sanguisughe.” sussurrò lei, gemendo di piacere.
“Hai una figa strettissima.”
“Toccami…”
Quando passava per strada tutti gli uomini rimanevano incantati dal suo corpo e vederla così persa davanti a lui gli fece un effetto molto strano. La consapevolezza del suo potenziale era ancora vago in lei e proprio per questo riusciva a godersi in maniera così profonda quel momento.
Affondò le sue dita dentro la ferita umida di sua nipote, mentre i battiti della ragazza continuavano ad accelerare, galoppando verso un amplesso.
Vittoria slacciò i pantaloni di suo zio, prendendogli in mano il pene, indurito dall’eccitazione scaturita dall’intensa masturbazione vaginale.
“Ti adoro.” disse lei.
In quel momento tutto divenne perfetto. Ogni cosa era al suo posto.
Il braccio della ragazza, guizzante e svelto masturbava il suo arnese come un pistone in movimento, mentre le lebbra carnose continuavano a gemere come se l’eccitazione la stesse ferendo dal di dentro.
Un grido assordante squarciò il silenzio. Fu un orgasmo epocale.
“Cazzo… non sono mai venuta tanto in vita mia.” gridò a squarciagola.
Si fermò per un attimo interrompendo la sega a suo zio. Aveva bisogno di un paio di secondi per somatizzare quell’intenso orgasmo.
Dopodiché cinse il membro con le sue labbra, iniziano a ciucciarlo.
Davide si perse nelle sue tette, schiacciate contro il divano, mentre quella bocca seducente, avvinghiata al suo cazzo, continuava a succhiare.
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