La segretaria sporca

 

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Il potere aiuta molto nella vita. Grazie al potere io ho imparato solamente una cosa: non mi piace non possederne.

Avere potere fa si che le persone ti rispettino e ti guardino come se fossi una divinità.

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Ho studiato, lavorato giorno e notte senza mai tregua, per arrivare alla posizione che occupo in questo momento.

Io e i miei tre soci, Alberto e Franco, siamo all’apice delle nostre carriere e non abbiamo nessuna intenzione di mollare la vetta.

La differenza tra noi e gli altri è una, sostanzialmente: gli altri ci succhiano il cazzo.

Non è una metafora, ma è proprio quello che sta succedendo in questo preciso istante nel nostro studio. Elisabetta si trova inginocchiata davanti a Franco e gli sta facendo un pompino indimenticabile.

Guardare la tua segretaria succhiare il cazzo ad uno dei tuoi soci, nella tua stessa stanza è un piacere indescrivibile.

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Una donna studia, si prepara, ottiene il lavoro e poi si ritrova con la testa sprofondata tra le gambe di un manager, seduto su di una poltrona di pelle. E poi c’e ancora chi  non crede nella meritocrazia.

Noi tre, ci siamo decisamente meritati questi pompini.

-Alza la faccia.

Franco puntò il viso di Elisabetta, spruzzandole addosso il suo sperma, crollando in un sospiro orgasmante.

-Brava… dai, continua il lavoro adesso.

Elisabetta si avvicinò ad Alberto, gli sbottonò i pantaloni, gli tolse le mutande coi denti ed iniziò a leccargli il pisello con la faccia ancora sporca di sperma.

Credetemi, riusciva ad essere bella anche con lo sperma di Franco addosso, intenta a ciucciare il cazzo di Alberto. Quelle come lei erano sempre belle, quasi a dispetto di tutto e tutti.

-Oh, lo succhia proprio bene… mi sa che qualcuno la promozione se la sta proprio meritando.- disse Alberto.

C’è un qualcosa di estremamente perverso in questa scenetta. Il fatto è che noi sappiamo perfettamente che la promozione in questione andrà a Francesca del reparto acquisti, ma stiamo fingendo che ci sia ancora una possibilità per ottenere il posto ed Elisabetta ha deciso di candidarsi in questa maniera bizzarra.

Bisogna dire che la ragazza ha sicuramente una buona tecnica, a giudicare dalle espressioni compiaciute dei miei due soci.

Mi piace vedere le donne umiliate, sottomesse e prostrate ai nostri piedi; è un po’ come l’istinto del cacciatore nei confronti della preda.

-Stop, fermati…- disse Alberto.

Era il suo volto ad eccitarmi più di tutto il resto. Aveva un corpo molto bello per l’età che aveva, ma la sua espressione mi faceva sentire così potente!

Aveva lo sguardo di chi come massima ambizione poteva arrivare a farsi sborrare in faccia da tre uomini.

Lo schizzo le arrivò fino ai capelli. Era arrivato il mio turno.

Avevo un’erezione da almeno cinque minuti.

-Dai… ecco l’ultimo pisello.- dissi.

-Guarda che è davvero brava. La nostra ragazza è proprio promettente.- ridacchiò Alberto.

Poverina, doveva ciucciare l’ennesimo pisello che non l’avrebbe portata a niente. Nessuna promozione o cose del genere.

Dopo avermi tolto i pantaloni e preso in bocca il pisello, sentii la sua bocca avvolgermi tutto quanto. Era bravissima.

Mia moglie era una discreta pompinara ed ero stato con decine e decine di escort che, fondamentalmente, lo facevano di professione, quindi avevo una certa esperienza nel campo, ma Elisabetta era nettamente la più brava. Era un talento innato.

-Cazzo… con quella bocca tu puoi arrivare in parlamento. Cazzo, ragazza.

Mi sentii quasi sparire in una nuova dimensione. Il mio cazzo era come il cavo conduttore per un universo di piacere estremo. Non potevo crederci.

Può sembrare strano, ma quel pompino era una vera e propria opera d’arte. Solamente uno scrittore avrebbe potuto descrivere alla perfezione quel momento, anzi… un poeta.

-Ferma. Ferma.

Mi masturbai davanti a quegli occhioni dolci e grandi. Non le avrei mai dato una promozione, ma senza alcun dubbio le avrei lasciato il mio seme sulla sua faccia.

Il potere rappresentava il migliore di tutti gli orgasmi.

-Aspetta.- disse Alberto.

-Sì.

-Devi ripulirti la faccia e leccare tutto. Sai, per un posto di lavoro importante bisogna essere molto ordinati.

Quella era crudeltà, lo ammetto, ma mi stava quasi tornando duro.

Elisabetta trascinò tutto lo sperma che aveva sul volto fino alla sua bocca con l’indice.

-Ne hai un po’ lì… sì, brava… vicino all’occhio. Butta giù tutto… brava piccola!

Era umiliante fino allo sfinimento. Me la sarei scopata molto volentieri, ma preferii guardarla perdere ogni briciolo di dignità in attesa di un qualcosa che non sarebbe mai arrivato.

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