La scommessa del liceo
-Scommetto che non sei abbastanza troia.
-Ok, visto che parli tanto, cosa ci scommetti?
-Ci scommetto dieci euro.
-Troppo poco.
-Troppo poco.- risposero le loro amiche, tutte in coro.
Letizia e Gloria erano compagne di classe a assieme avevano la reputazione di essere delle grandi troie e, per qualche strano motivo, sembravano tenerci molto a quella loro particolare reputazione.
-Scommetti la tua borsa!- disse Letizia.
-Tu sei completamente pazza, la mia borsa è troppo.
-Io ci scommetto la mia.
-Ok. Andata.- sorrise Gloria, porgendo la mano a Letizia.
-Perfetto. Allora vado.
La scommessa in questione era sulla decisione relativa al grande interrogativo che si era manifestato all’interno della loro classe, ovvero: chi era la più troia.
Gloria aveva succhiato l’uccello a Marco e Diego nello stesso giorno, ma Letizia era riuscita a farsi scopare sia da Gianmarco che da Leonardo, due fratelli della terza A.
Quella sfida avrebbe decretato per sempre chi avrebbe potuto attribuirsi il titolo di più troia della classe, se non dell’intero istituto.
-Quindi, adesso devi andare dal bidello ed offrirgli un pompino. Se non lo convinci a farselo succhiare… avrai perso la tua bellissima borsa.
-Credo proprio che sarai tu a darmi la tua… cara.
Letizia abbandonò le sue amiche per compiere la sua missione.
Si presentò davanti al bidello, mettendo bene in mostra i suoi seni, chiedendoli con tono sensuale -Che ne diresti di un bel pompino?
-Ne ho fin piene le scatole degli scherzi che continuate a farmi voi ragazzini… tornatene pure dalle tue michette, ragazzina.- ripose il bidello, visibilmente scocciato.
-Guarda che non sto scherzando. Ti stai perdendo una bella occasione… quando ti ricapita di fartelo succhiare da una ragazza come me. Guarda che è gratis, è una scommessa che ho fatto con le mie amiche.
Il bidello s’illuminò in volto. Letizia era una bellissima ragazza e farselo ciucciare da lei, durante la ricreazione sarebbe stato un vero e proprio miracolo.
-Ok, andiamo nei bagni del personale.- disse.
Letizia lo seguì ancheggiando come una ragazzaccia, consapevole del fatto che le sue amiche continuavano a fissarle il culo a distanza.
Non appena entrarono nel bagno degli addetti ai lavori, non si sentì più protetta dalle sue amiche e per un attimo le venne voglia di scappare a gambe levate.
Più le ragazze erano disinibite e più avevano paura dell’intimità, quello era un dato di fatto.
-Allora? Non mi baci? Fai qualcosa per farmelo venire duro.- disse il bidello, dimostrandosi meno gentile di quando si trovavano in presenza dei professori.
-Senti… non è che potremmo semplicemente dire alle mie amiche che ti ho fatto un pompino? Potrei darti duecento euro, perché la borsa che vincerò per questa storia ne vale cinquecento.
-Bambina… tu mi hai fatto venire fin qui e adesso me lo succhi.- disse il bidello, afferrandola per il collo, spingendola a terra con prepotenza.
-Guarda, ho cambiato idea.- disse lei.
Il bidello tirò fuori il suo arnese.
-Guarda un po’…- disse, colpendola in faccia col suo pene -Io non ho cambiato idea. Quindi adesso me lo succhi, troia.
Senza nemmeno accorgersene, Letizia si ritrovò con il cazzo di quell’uomo piantato in gola.
Così, mentre una lacrima le scendeva dal viso, iniziò a ciucciare quel pisello che le otturava la bocca. Forse era proprio come diceva suo padre, lei non era capace di mantener fede agli impegni e quella ne era la dimostrazione palese.
Aveva voluto la bicicletta e ora doveva pedalare. Il fatto era che la bicicletta in questione era un cazzo sporco di urina da succhiare in cambio di una borsa che non avrebbe mai colmato il vuoto che aveva dentro.
-Brava. Così si fa. Continua così. Disciplina! Ecco cosa serve a voi ragazzine. Solamente il cazzo riuscite a capire. Ora goditi questo cazzo.- disse, spingendo la testa della ragazza verso di sé.
Letizia aveva tutto il suo cazzo in gola e La voglia di vomitare si faceva sempre più imponente.
Iniziò a tossire con il cazzo ancora in gola e un po’ di vomito le usci dalla bocca, andando a finire sul cazzo.
-Quanto mi stai facendo godere, bambina.- disse il bidello, iniziando a scoparle la faccia.
Stava utilizzando la bocca della ragazza esattamente come se fosse stata una vagina. Le teneva la testa ferma, mentre il suo bacino si muoveva avanti e indietro penetrandola.
Faceva tutto così schifo che il solo pensiero di essere se stessa, ripudiava Letizia.
Proprio in quel momento, carico d’odio e commiserazione, il bidello le sborrò in bocca.
-Brava troia. Hai vinto la tua borsa. Vai pure a ciucciare il cazzo di qualcun altro.
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