La palestra (Alice e Lucia)

Alice attese più di una settimana prima di riuscire a ritornare in palestra. Il bruciore era passato, ma bruciava l’imbarazzo di incontrare Lucia, il non sapere come comportarsi.
Quando arrivò Lucia stava pulendo degli attrezzi, si limitò ad alzare un sopracciglio ma non disse nulla. Alice iniziò il percorso di allenamento, imbarazzatissima e carica di aspettative. Vane.
Finì la doccia ed uscì dallo stabile senza che Lucia si fosse fatta viva in alcun modo. Non voleva confessarlo nemmeno a se stessa, ma era avvilita e delusa. Da una parte si ripeteva che era meglio così, dall’altra avrebbe pianto. Sentiva ancora vivo il piacere provato sotto la doccia, nelle mani dell’altra donna e avrebbe desiderato di più.
Arrivata a casa si preparò una tisana, accese la tv e provava a farsi animo immergendosi nella quotidianità delle sue serate solitarie.
Dal cellulare arrivò il segnale di un messaggio. Rimase senza fiato quando vide che era Lucia.
“Troia, non ho finito con te. Sei sola?”
rispose solo di sì. Non importava come la chiamava. La stava cercando, andava bene così.
Passò quasi mezz’ora senza avere altri segnali quindi decise di andare a letto. Serata di merda.
Squillò il campanello. Si avvicinò per aprire, e dallo spioncino vide che era lei.
Aprì la porta e Lucia entrò. Si accomodò direttamente sul divano, liberandosi della tuta che indossava in pochi minuti. Si sedette nuda, a gambe divaricate, esponendo la figa pelosa, le tette piccole, fatte solo di un grosso capezzolo scuro.
“Dai troia, dimostrami che sei contenta di vedermi, mettiti in ginocchio e succhiami la figa. Se ti comporti bene poi ti scopo come si deve”
Alice si fece scivolare l’accappatoio dalle spalle, mostrando il suo bel corpo vibrante e i inginocchiò. Si costrinse ad appoggiare la bocca a quel sesso esposto, titubante e imbarazzata. Si trovò immersa nella carne di Lucia, ed evidentemente era compiaciuta, visto l’abbondanza dei fluidi che fuoriuscivano. La fece godere con un orgasmo lungo, e quando arrivò Lucia le spinse la testa ancor più contro la figa. Alice per alcuni secondi non riusci a respirare, mentre un fiume usciva dalla figa che aveva leccato.
Si spostarono verso il letto e per Alice si aprirono le porte del piacere.
Per scoparla Lucia si era portata uno strap on, e Alice fu montata come mai prima. Cazzo duro, interminabile, finchè Lucia aveva energia per spingere.
La mattina la svegliò sola nel letto, Lucia se ne era andata alle prime luci dell’alba. Era sfatta e dolorante. Si scoprì diversi lividi addosso, ma non aveva mai provato quel senso di soddisfazione che ora gustava.
Aveva un’amante. Era una donna. Ma la sua figa era stata finalmente riempita e saziata

Autore:
cattibrie

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