La mia prima volta con un uomo (maturo)
Questa è una storia vera.
Roberto (nome di fantasia), l’ho conosciuto in chat. 49 anni, io 29.
Desidero da tanto tempo provare un’esperienza con un uomo, ma prima di ora ho avuto solo alcune fugaci toccatine con dei miei amici, all’età di 13-14 anni.
Roberto mi colpisce fin da subito, sembra diverso da quelli conosciuti in chat fino ad ora. Non chiede subito di vederci dal vivo ma invece chiede se ci vediamo in cam, vestiti, faccia a faccia.
Normalmente sono restìo a farmi vedere in viso, ma con lui sento di potermi fidare. Così, ci conosciamo in cam.
Un uomo distinto, modi gentili, voce suadente e calma. Parliamo un po’ e gli dico cosa vorrei provare, e anche che prima d’ora non ho mai fatto nulla.
Ha molta pazienza con me e si rende disponbile anche solo per vedersi, senza fretta, quel che succede succede.
Temporeggio ancora. Nel frattempo ci vediamo in cam, ma sta volta ci conosciamo meglio mettendoci fisicamente a nudo. Lui è un bell’uomo, un po’ di pancetta gradevole. Un pene non troppo grosso ma con una forma molto invitante. L’incontro in cam è stato molto coinvolgente e sembra esserci intesa tra noi.
Passano i giorni e ci sentiamo in chat ma senza mai concludere. Io sono fidanzato, ma benché la mia donna conosca la mia tendenza bisessuale e i miei desideri, non mi decido ad incontrarlo.
Proabilmente la paura di questa cosa nuova mi frena. Roberto comprende la situazione e non mi fa fretta, anzi, tutt’altro.
Una sera, la sera del 27 Settembre 2013, dopo una bevuta con gli amici, verso mezzanotte e mezza accendo il pc e apro skype. Roberto è on line. Nel vederlo, complice la leggera ubriacatura, e il fatto che ormai è un po’ che ci sentiamo, sento che potrebbe essere la sera giusta. La sera del 27 Settembre 2013
Lo saluto:
[00:33:31] IO: ciao
Guardo lo schermo in attesa di una sua risposta. Sento le mani diventare fredde e inizio a tremare. Nella mia mente si mischiavano due desideri: che lui mi rispondesse, ma contemporaneamente che ignorasse il mio messaggio. Vedo comparire sulla finestra della chat “Roberto sta scrivendo…”.
[00:33:38] ROBERTO: eiii ciao
La chat prosegue
[00:33:47] IO: 🙂
[00:33:49] IO: che fai?
[00:34:01] ROBERTO: nulla cazzeggiavo …..tu ?
[00:34:07] IO: anche io 🙂
[00:34:19] ROBERTO: sei solo?
[00:34:30] IO: io sarei libero ora… però non posso ospitare
[00:34:47] ROBERTO: vuoi che ci vediamo da qualche parte ?
[00:34:52] ROBERTO: io ora posso uscire
[00:34:57] IO: si può fare…
E’ fatta… ci accodiamo su ora e luogo. Non ci posso credere, tremo dall’emozione e dalla sensazione che le cose sarebbero cambiate, non so in che senso.
Ho specificato a Roberto che all’appuntamento non sarei mancato, anche per una questione di rispetto, però non garantivo nulla sul fatto che mi sarei concesso oppure no.
Come al solito lui mi ha tranquillizato: “Fai quello che ti senti, nulla di più. Se non succede niente, pace, facciamo 4 chiacchere poi tutti a nanna!”.
Sono in strada che aspetto, vento gelido. “Dovrebbe essere già quì” dico tra me e me… così comincio ad andare avanti e indietro per la via in attesa. Vedo il suo suv che mi aveva descritto, passare davanti a me, e riconosco Roberto alla guida ma lui non mi vede… Penso: “Ecco, ora se ne va e penserà che non ho avuto il coraggio di presentarmi all’appuntamento!”.
Vedo il suv sparire dietro l’angolo della strada. Paziento un minuto e lo vedo tornare indietro, questa volta mi riconosce.
Accosta e mi fa salire. Il riscaldamento acceso all’interno del suv mi dona sollievo.
– “Ciao!”, esordisco
– “Ciao, finalmente!” risponde Roberto.
Dopo le classiche parole di rito, dobbiamo decidere dove andare. Ne io ne lui possiamo ospitare, quindi si sta in macchina. Gli dico di salire per una stradina collinare, luogo di incontri conosciuto nella mia zona. Dopo aver scartato un paio di piazzole già occupate da giovani amanti, troviamo la nostra.
– “Sei agitato?” mi chiede
– “Un pochino… ma sono deciso. Come si comincia?” rispondo?
– “Ci tocchiamo, poi vediamo come va… comincio io…”
Mi appoggia delicatamente la mano sulla gamba, ma sta fermo, aspetta una mia mossa… così, anche io appoggio la mano sulla sua gamba e senza occorgermi, cominciamo ad accarezzarci… le sue mani arrivano sul mio pacco, coperto da un paio di jeans. Anche la mia mano arriva sul suo. Indossa una tuta e niente biancheria. Si vede che è più esperto di me in queste cose!
Ecco, per la prima volta sto toccando il cazzo ad un uomo, e lo sento diventare sempre più duro sotto le mie carezze. Anche il mio comincia a diventare duro. I jeans cominciano a starmi stretti.
Lui se ne accorge e mi slaccia la cintuara, mi abbassa i pantaloni e gli slip. Vedo la mano di un uomo che gioca con il mio arnese già molto eccitato.
Mi decido anche io ad infilare la mia mano sotto la tuta e noto che non indossa biancheria… sto stringendo un cazzo, duro, con la punta già umida.
Io e un altro uomo ci stiamo masturbando a vicenda, di notte, in un bosco… Non so descrivere le emozioni che provo, ma mi piace.
Lui mi chiede:
– “Ti piace? Va tutto bene?”
L’unica parola che sono riuscito a dire è stata: “Molto…” la mia voce era bassa, ma il tono morbido permeato dal piacere.
Ci seghimo per un momento. Poi lui mi chiede: “So che sei passivo, ma te lo faresti succhiare?”, io rispondo di si, così vedo la sua faccia che si avvicina al mio membro duro come la roccia.
Come apoggia le sue labbra e la lingua alla cappella, mi sembra di esplodere. Pompa due o tre volte, poi gli dico di smettere. Non è che mi da fastidio, ma stavo per venire, e non volevo finisse subito!
Mi scuso, e lui risponde “Nessun problema figurati” sorridendo.
Ora lo sto segando solo io e lo vedo che si sta godendo la sega. Comincio a baciargli i capezzoli, poi piano scendo, gli bacio la pancia mentre lo sto segando. Giro lo sguardo ed ecco che ho il suo cazzo a 10 cm dalla faccia, ne sento pensino l’odore… inebriante. Non l’ho mai preso in bocca. Sento che lui lo desidera, ma sapendo che sono ancora “vergine” non calca la mano.
Mentre lo sto segando lo guardo negli occhi, il mio sguardo credo che sia stato visibilmente in preda all’ecitazione. Lui mi guarda.
Ero ancora indeciso, ma penso “Beh, o adesso o mai più”.
Così, sempre guardandolo negli occhi mentre lo segavo, gli dico: “Ti piacerebbe essere il primo uomo a cui faccio un pompino?”
Non so come mai mi siano uscite queste parole.
Vedo i suoi occhi illuminarsi e un sorriso comparirgli sul viso. Prima il sorriso dolce, poi il sorriso diventa permetao di eccitazione. Li ho visto una trasformazione nel suo sgardo, da tenero e paziente, a porco. Non volgare, sempre tranquillo ma porco.
Mi guarda e mi dice: “Oh si, prendilo in bocca dai… non vedevo l’ora.”
Nel sentire queste parole, un brivido caldo mi corre lungo la spina dorsale, e la mia bocca ha cominciato a salivare.
Avvicino la mia faccia al suo cazzo, la mia mano si sposta sulle palle e le massaggia piano, “Speriamo di farlo bene” penso tra me e me.
Prima bacio la punta, poi tiro fuori la lingua e la passo sulla cappella inumidendola. L’odore del cazzo ora è più forte, e mi da alla testa…
Apro la bocca e accolgo la sua cappella, grossa, calda. Ora ne sento anche il suo buonissimo sapore.
Continuo a pompare, all’inizio molto lentamente, ma man mano l’eccitazione mi sale ancora di più. Sentire il suo cazzo in bocca è una sensazione che mi piace!
Mentre lo spompino lo guardo in faccia, e lo vedo completamente abbandonato, testa china all’indetro e occhi chiusi, con un sorriso di estasi stampato in volto.
Lo sento migugniare “Oh si cazzo…”, “Hmmm…”, “Cazzo sai che sei proprio bravA!”. Si, ha detto esattamente “BRAVA”. La cosa mi ha eccitato ancora di più, lasciavo scivolare il suo cazzo più in profondità che potevo.
Con una mano mi prende la testa e l’altra l’appoggia sul mio culo nudo. Lo accarezza un po’, poi va in cerca del buchino. Io non ci bado più di tanto, sono completamente rapito ad assaggiare il suo cazzo, a sentirne la forma nella mia bocca, il suo sapore… insomma, a godermi il pmpino che gli stavo facendo.
Poi sento che il suo dito si fa sempre più insistente, finche non mi penetra appena appena. Poi, lo stesso dito lo porta alla mia bocca che per un istante accoglie sia il suo cazzo che il suo dito.
Successivamente riporta il dito sul mio buchino, ma stavolta il dito è lubrificato dalla mia saliva, così, penetra molto meglio.
La sensazione è un misto piacere e dolore. Non fa malissimo, ma giuro che un’ora prima non mi sarei di certo aspettato di trovarmi con un cazzo in bocca e un dito in culo.
Giochiamo un po’ in questa posizione. Sento Roberto che mugugna ancora di piacere: “mmmm, fantastico”, “senti che bel buchino stretto che hai”, “la tua bocca è così calda e umida”.
In realtà, anche io mugugno di piecere, ma non ho realizzato subito che lo stavo facendo. Erano gemiti di piacere involontari i miei. Me ne sono reso conto quando lui ha esclamato “Vedo che ti piace anche a te!”.
Dopo poco mi dice: “Non ce la faccio più, io devo venire.”. Essendo la prima volta, non mi faccio venire in bocca, ma continuo con due mani, una sulle palle e una che sega l’asta.
I suoi schizzi gli arrivano fino al suo ventre, e li sento sulle mie mani, caldissimi. Poi arriva anche l’odore di sborra. Non ci credo, ho fatto venire un uomo. 4 o 5 schizzi molto abbondandti. Non riesco a smettere di segarlo anche perché ad ogni mio tocco lo sento ansimare e dimenarsi a scatti. Lo tengo in mano fino a quando non diventa molle. Il mio pollice però gioca ancora con la sua cappella piena di seme caldo e profumato.
Stacco le mani da suo pene ormai completamente a riposo, guardo gli schizzi su di lui, guardo gli schizzi sulle mie mani.
Ci ripuliamo e ci ricomponiamo.
“Wow… ah… ti è piaciuto?” mi dice esausto.
Io rispondo “Mi è piaciuto tantissimo” rispondo. “e a te?”. Mi guarda e mi dice: “ahaha, non si vede? mi hai spompato come si deve.”.
Subito dopo mi chiede: “Bene, è il tuo turno ora” e rimette le mani sul mio pacco, che nel frattempo aveva perso una quantità di liquido impressionante, sembrava che fossi venuto anche io!
Io lo guardo e gli dico: “No, scusa… per questa volta preferisco di no.”.
Mi piaceva l’idea di aver soddisfatto un uomo, senza rivere piacere in cambio. Forse è nella mia natura un po’ sottomessa.
Mi rivesto, mentre lui mi guarda. Poi mi riaccompagna a casa.
Ci salutiamo e ci ripromettiamo di ripetere l’incontro al più presto.
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