La manager castigata

Manager donna castigata: racconto erotico

-Salve, mi ha fatto chiamare?

-Certamente Lucia, prego… accomodati e chiudi la porta.

Lucia si mise a sedere, bella come al solito. Non mentirò nel dire che in realtà fu proprio la sua bellezza a farle ottenere il posto qui da noi in azienda.

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Il fatto è che quando assumi una donna, nutri sempre la speranza di potertela sbattere prima o poi e quando non succede, finisce che ci rimani molto male.

Con me le cose sono leggermente diverse, perché io amo la sottomissione altrui; il sesso non mi è mai bastato. Quello che amo realmente è il sentirmi in una posizione di potere davanti ad una donna molto bella.

-Allora, come ti trovi qui da noi? Oramai è quasi un anno, vero?

-Sì e mi trovo molto bene. L’aumento della settimana scorsa, poi… è stata una cosa del tutto inaspettata.- rispose con quel suo completino da stagista arrapante.

-Bene, bene. Mi fa molto piacere. Però abbiamo un piccolo problema.

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-È successo qualcosa? Ho per caso commesso qualche errore in bilancio?

-No, nulla del genere. È che purtroppo, forse tu non sai che all’esterno dell’azienda sono presenti delle telecamere molto, molto potenti.. roba di ultima generazione, insomma. Quelle telecamere ti hanno ripresa mentre sei in atteggiamenti piccanti con Roberto del reparto sette, nella tua macchina.

-Oh mio Dio… mi dispiace molto. Non so proprio cosa dire. Però non vedo proprio che problema rappresenti questa cosa per il nostro rapporto di lavoro, perché non mi pare che siano scoraggiati i rapporti tra colleghi all’interno del regolamento aziendale.- disse, visibilmente in imbarazzo.

-Certamene, non c’è nessun problema in quello che hai fatto. L’unica problematica è nel rapporto coi tuoi colleghi e coi tuoi superiori… perché non sono l’unico ad aver visto quel video, quindi ora molte delle persone con cui lavori, penseranno che tu sia una troia.

-Moderi i toni! Non si permetta più ad usare quella parola in mia presenza.- rispose, con un tono di voce alto e irritato.

-Guarda, fossi in te abbasserei la cresta, perché in questo momento mi trovo davanti ad una mail indirizzata a tuo marito con allegato il filmato in questione, quindi non mi sembri nella condizione di poter fare richieste di alcun genere.

-Non hai mica intenzione di inviare quella mail? Poi a che scopo lo faresti? Non riesco proprio a capirlo.

Sorrisi. Certe volte le donne non riuscivano assolutamente a capire l’animo dell’uomo.

-Vedi, il fatto è che non sopporto assolutamente che Roberto ti abbia scopata e io no.

Rimase zitta e immobile. Probabilmente nella sua testa il suo intero mondo stava crollando a pezzi. I figli, la domenica in famiglia, il marito, il doppio stipendio e tutte le altre cazzate di cui la sua esistenza era costituita, erano messi in discussione e tutto per una sveltita in una macchina di seconda mano.

Non avevo aggiunto altro. Io avevo capito e lei aveva capito. Non dissi niente, non ce ne sarebbe stato bisogno. Era tutto nelle sue mani.

La guardavo e la capivo. Stava cercando un qualche appiglio per trovare il modo di distruggermi la vita, per non fare quello che io avrei voluto che lei facesse.

-Il mondo spesso è un posto complicato in cui abitare… piccola Lucia.

Si alzò dalla sedia difronte alla scrivania e si slacciò la camicetta, mettendo in mostra i suoi seni. Sollevò il reggiseno e mi raggiunse dietro la scrivania.

Amavo il mio lavoro e la mia posizione.

-Brava piccola, prendimelo in bocca.

Non so se vi sia mai capitato, ma farsi succhiare l’uccello da una donna che vi odia è una delle esperienze più gratificanti per un uomo. Si sente tutto quell’odio dentro le sua fauci, mischiato alla rabbia e alla totale sottomissione.

Di per sé i pompini sono sempre un qualcosa di fantastico, ma quello era veramente magico.

Lucia era una stronza, si vedeva. Era la classica arrivista rompi palle e adesso qualcuno le stava dando una lezione che le sarebbe servita molto in futuro: pensare sempre prima di agire.

Ogni azione andava meditata per diventare l’uomo che si fa spompinare e non la donna costretta a ciucciarlo.

-Continua così, Lucia, non ti fermare… siamo quasi arrivati alla stazione dell’orgasmo.

Odiava la mia voce, il mio odore, il mio modo di fare e da quel giorno mi avrebbe odiato per sempre, ma non me ne fregava niente; a me bastava quel pompino.

Roberto se l’era scopata ed io mi ero beccato un bel pompino durante l’orario di lavoro.

Non le dissi niente quando venni, scoppiandole in bocca con gran sorpresa.

-Buon appetito piccola. Buon appetito.

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