La liceale
Ero fermo al semaforo, quando la notai. Aspettava l’autobus con una gonna a quadrettoni che faceva svolazzare l’immaginazione delle persone che le stavano a fianco.
-Ciao Viviana.
-Salve, signor Pieri.
-Credo che tu mi possa chiamare tranquillamente Alberto. Ti serve un passaggio?
-Beh, come posso rifiutare… solo che io devo andare dall’altra parte della città.
-Anche io…
-Allora non mi sentirò in colpa!
Era la migliore amica di mia figlia. Aveva un paio d’anni in più della mia Giorgia, avendo fatto la primina e avendo perso un anno all’inizio delle superiori.
-Dove ti porto?
-In via Venezia, al trentuno.
-Se vuoi c’è l’iPod di Giorgia attaccato alla radio… Puoi scegliere della musica.
Cercavo con tutto me stesso di non guardarla in maniera insistente, finendo per sembrare una sorta di pervertito. Tuttavia non riuscivo a smettere di pensare alla silhouette, avvolta in quella leggera giacchetta primaverile.
Se solo avessi avuto dieci anni di meno, non avrei esitato nemmeno un momento ad infilarle una mano sotto quella gonna, avvicinandomi alla sua fichetta giovane.
-Io e sua figlia abbiamo gusti totalmente diversi.
-Siamo in due, allora.
-Ecco, gli Aerosmith vanno bene… loro sì che spaccano!
-Puoi dirlo forte. Non credevo che andassero ancora forte tra voi giovani.
-Tra i giovani non lo so… ma a me fanno venire in mente le idee più strane.
-Idee strane?
-Sì. A lei non capita mai di avere delle idee strane? Come scoparsi il padre della propria migliore amica?
L’aveva detto realmente o l’avevo solamente immaginato? Era possibile che la mia mente mi avesse giocato un tiro del genere? Non ero più un ragazzino, ma non ero certo in età da demenza senile.
-Non le andrebbe di scoparmi nella mia cameretta? Sono sola in casa e vorrei scoparla fino a prosciugarla.
-Ma che diavolo stai dicendo? Sei la migliore amica di mia figlia.
-Non è colpa mia se la mia migliore amica ha un padre così figo!
-Cambiamo discorso, Viviana.
-Mi dica che non ha mai pensato ad una scopata con me, mentre magari scopa con sua moglie?
Era successo. Avevo immaginato che la fica di mia moglie fosse quella della migliore amica di mia figlia un sacco di volte, ma quelle erano solamente fantasie e niente di più.
-Io una volta ho pensato a lei… mentre lo succhiavo ad un ragazzo.
-Smettila… non voglio sentire queste cose
-Allora facciamo così: lei continui a guidare ed io…
Sentii la sua mano slacciarmi i pantaloni. Eravamo in mezzo al traffico e non potevo di certo fermarmi e scendere con le braghe sbottonate.
-È molto duro… sono lusingata.
-Cosa stai facendo?
-Il miglior pompino della sua vita, signor Pieri.
Non riuscii a fermarla. Non volevo fermarla. La sua testa sprofondò tra le mie gambe, inghiottendo il mio pisello duro dentro la sua calda e giovanissima bocca umida.
Solamente due giorni fa era seduta davanti a me, intenta a mangiare i sofficini a casa nostra e adesso, quella stessa ragazza mi stava succhiando il cazzo come una vera professionista.
La sua bocca sembrava una specie di ventosa; ciucciava tutto quello che c’era da ciucciare. Era un vero e proprio portento.
Continuavo a guidare, guardando la città passarmi a fianco mentre il godimento stava arrivando al culmine.
Le sborrai in bocca, mantenendo gli occhi sulla strada per evitare che la testa di una diciannovenne avvinghiata al mio cazzo mi distraesse più del dovuto.
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