La calda notte in riva al Lago
Frances veniva dall’America e non aveva mai conosciuto ragazzi come Giacomo.
In America erano tutti fissati con il baseball e roba del genere, mentre lui era un appassionato di letteratura, poesia e musica.
Le aveva suonato delle canzoni dei Beatles alla chitarra ed era riuscito a conquistarla coi suoi modi affascinanti.
Era riuscito a costruire una specie di casa galleggiante che aveva ormeggiato in riva al lago del suo paesino. Era un luogo molto intimo e carino.
C’era un divano, un piccolo fornello portatile e perfino l’elettricità, alimentata a benzina.
Era bravo e pieno d’inventiva. Quando si metteva in testa di fare qualcosa, riusciva sempre a portarla a termine.
Quella sera l’aveva invitata a passare la notte con lui in quella piccola alcova galleggiante e lei aveva accettato, cedendo finalmente alle sue lusinghe.
Mangiarono qualcosa in una tavola calda e poi si diressero verso il lago.
Non aveva molti soldi, ma il suo bagaglio emotivo fece sentire Frances la donna più ricca del pianeta.
Era quello il suo segreto: sapeva usare bene le parole.
Gli italiani erano il popolo di Dante e quello doveva pur voler dire qualcosa.
Preparò un caffè e lo servì a quella splendida ragazza dalle labbra carnose e i seni prosperosi.
-Sei sempre così gentile.- sorrise lei, soffiando sul caffè bollente.
-Sei tu che ispiri gentilezza. Anzi… forse dovrei dire amore. Molte persone hanno paura di quella parola… ma davanti ai tuoi occhi, non posso temere niente.
Come diavolo ci riusciva? La faceva bagnare col solo utilizzo della parola.
-Prendimi.- disse a bassa voce.
-Cosa?- rispose lui.
-Voglio che posi quella tazzina di caffè e voglio che tu mi prenda. Voglio essere scopata.
-Adesso ho capito.
Era fatta. Si sarebbero finalmente conosciuti in senso biblico.
Giacomo si tolse la maglietta, gettandosi dolcemente addosso alla ragazza, baciandola con ardore.
Le loro lingue s’intrecciarono come se fossero diventate due serpenti innamorati che cercavano d’abbracciarsi pur non avendo le braccia.
Avevano una voglia matta di diventare un corpo solo e il sesso era solamente un modo per raggiungere quello status.
Fu lei a fare la prima mossa per far passare tutto al livello successivo, infilandogli una mano nei pantaloni, iniziando così a masturbargli il pene.
Quando divenne duro e pronto all’atto, Giacomo si tolse scarpe, pantaloni e mutande.
Frances fece lo stesso e, spalancando le gambe disse , -Avanti Dante… entra nell’inferno.
Non ci poteva credere. Le ragazze italiane avevano moltissimo da imparare dalle americane.
La penetrò dopo averle un po’ leccato la figa, giusto per farla bagnare a dovere. Iniziarono a fare l’amore, stringendosi per mano.
Ad ogni colpo sferrato, la faccia di Frances s’illuminava di piacere musicale, esattamente lo stesso piacere che provava una chitarra nell’essere suonata.
Tutto il lei iniziò a vibrare come se si stessero accordando per un gran concerto d’opera lirica.
-Come sei bravo, Giacomo.
-Sei tu ad essere perfetta.
Si sentiva adulata e amata come mai prima di quel momento. Quel cazzo la stava riempiendo a dovere, come se fosse nata esclusivamente per farsi imbottire da quell’organo ricoperto di carne.
Giacomo menava colpi decisi e sicuri, conoscendo bene la strada erotica che conduceva al tempio dell’amplesso. Voleva accompagnare quella ragazza ad un orgasmo che l’avrebbe reso immortale nei suoi ricordi, sicuro che quello fosse l’unico modo per farsi ricordare da una donna.
Era l’unica via e l’unica certezza.
Il cazzo entrava ed usciva silenziosamente, mentre le grida di Frances coprivano i rumori del lago che in quella notte sembrava ipnotizzato dal loro amore manifestato in maniera così perfetta.
-Vengo.- gridò violentemente.
-Vieni. Vieni, amore mio.- le rispose, baciandole il collo senza mai smettere di amare la sua vagina col cazzo duro.
L’orgasmo si propagò in lei come acqua bollente nelle vene, estasiando ogni singola parte del suo corpo.
Giacomo rimase fermo dentro di lei, facendola riprendere da quell’amplesso a cui i ragazzi americani non l’avevano di certo abituata.
Le americane erano bravissime a letto, proprio perché gli americani non sapevano assolutamente scopare.
-Ok… possiamo riprendere.- sussurrò lei, in quella calda notte in riva al lago.
Ripresero.
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