Incesto molesto
Erano alle solite, pensò Elisa.
I suoi fratelli sapevano rendersi insopportabili quando ci si mettevano. Lei aveva un esame da preparare per l’università e loro non facevano altro che giocare ai videogiochi, ascoltando musica a tutto volume.
Eppure avevano solamente un paio d’anni in meno di lei; erano maturi abbastanza da capire quella situazione. Li aveva già ripresi tre volte e non voleva passare per la sorella bacchettona, ma imponendosi sarebbe inevitabilmente finita per interpretare quel ruolo.
Avevano da poco superato l’adolescenza, sempre ammesso che i maschi uscissero davvero dall’adolescenza ed erano perennemente incollati agli schermi dei loro apparecchi elettronici.
Dopo l’ennesima imprecazione a voce alta per una sparatoria online andata male e la musica di un gruppo che detestava, sparata a volume altisonante, impazzì.
Basta. Era arrivato il momento di darci un taglio.
Si alzò e staccò direttamente l’alimentatore della loro console.
“No, ma che cazzo fai!” disse Marco.
“Sei veramente una troia, Eli…” concluse Andrea.
“Sì… sono una troia e voi? Con un joystick tra le mani ve la cavate, ma con una troia siete in grado di fare gli uomini? O no?”
Il gelo piombò nella sala. Erano soli in casa, perchè i loro genitori si trovavano entrambi a lavoro.
“Ma cosa intendi, Eli?”
“Forse non sono stata chiara…” disse, sfilandosi il top “Siete in grado di fare gli uomini con una troia?”
Con una mano dietro la schiena slacciò il reggiseno, gettandolo poi addosso ad Andrea.
Elisa era stata una delle più belle ragazze del loro liceo e adesso, con quell’atteggiamento da universitaria era diventata ancora più seducete. Aveva la faccia da troia, mascherata da buone intenzioni.
“Ma cosa fai?” chiese Marco.
“Se la smettete con questa cazzo di console vi permetto di scoparmi a sangue qui e adesso… potrete mettermelo dovunque, ma poi… poi voglio il silenzio totale almeno per tre ore, cazzo!”
“Ci stai prendendo per il culo…”
“No… voglio che prendiate nel culo me. Dai che l’avete sempre sognato. Scoparvi la vostra sorella maggiore.”
Elisa si avvicinò al divano, infilando una mano nei pantaloni di Marco, baciando al contempo Andrea, lasciandogli svolazzare la lingua in bocca.
“Avanti… non fatevi pregare…” sorrise.
I loro giovani cazzi non erano mai stati più duri di quel momento. La loro statuaria sorella, sogno erotico d’intere classi, stava per diventare la loro personale bambola gonfiabile.
L’eccitazione riuscì a superare anche l’imbarazzo ed entrambi si sfilarono i pantaloni, mostrando ad Elisa due vigorose erezioni post adolescenziali.
“Pigliacelo in bocca.” ordinò Marco.
Elisa cominciò a saltellare come un’ape da un cazzo all’altro, succhiando avidamente ogni centimetro di pelle. Non voleva di certo fare brutta figura coi suoi fratelli. Per una volta l’avrebbero trovata irresistibilmente trasgressiva. Quello era il suo unico scopo, oltre forse il silenzio atto a permetterle di studiare per il suo esame.
Andrea le sollevò la gonna, togliendole le mutande a morsi.
“Mettiti a novanta gradi.”
“E pensare che da piccolo eri scarso in geometria.” sorrise lei.
“Guarda se sono scarso in questo.” disse, infilandole il cazzo duro dentro la figa.
Lasciò entrare ed uscire il suo membro tre o quattro volte, fino a quando le sputò sul culo. Elisa sentì solamente uno stress momentaneo all’ano e poi il pisello di suo fratello le scivolo dentro. La stava inculando con estrema violenza, proprio come piaceva a lei.
Spompinando Marco le venne l’idea del secolo.
“Toglimelo dal culo, Andre. Facciamo una cosa.”
Andrea fece uscire il pene dalla sorella.
“Infilatemelo tutte e due nella fica. Come nei porno.” disse.
Non aveva mai ricevuto due cazzi nello stesso organo. Una volta se l’era fatto mettere nel culo, mentre le stavano scopando la figa ai tempi del liceo… ma due cazzi nella figa era tutta un’altra storia.
Il primo cazzo entrò dentro, mentre il secondo fece un po’ di fatica, ma in un attimo, dopo il dolore iniziale divennero una macchina da orgasmi multipli.
Le grida di ognuno non facevano altro che unirsi tra loro in un canto quasi lirico.
“Pisciatemi dentro.”
“Cosa?”
“Pisciatemi dentro.”
Un liquido caldo e a getto continuo le invase l’interno del corpo, facendola andare in estasi.
La porta di casa si aprì. Non avevano sentito nessun rumore per via delle grida.
I loro genitori li trovarono sdraiati per terra, dentro la loro unica sorella, grondante urina.
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