In viaggio con Grete

Ragazza sexy fa autostop per un pompino
Era Luglio, faceva un caldo infernale, e non vedevo l’ora di poter raggiungere mia moglie e mio figlio al mare.
Sistemai le ultime cose in ufficio poi uscii ed andai a casa a caricare i bagagli e mi misi subito in viaggio.
Un lungo viaggio per raggiungere Tropea.
Il traffico incominciava ad intensificarsi, ed all’ingresso in autostrada vi era già un’accenno di coda, imprecai e abbassi il finestrino per non morire di caldo malgrado l’aria condizionata.
Il condizionatore aveva qualche problema soprattutto quando ero fermo in coda.
Alzai un poco il volume della radio e presi ad avanzare col il ritmo a scatti della coda.
Ero giunto quasi alla barriera, quando mi sentii toccare il braccio che sporgeva dal finestrino, mi voltai e la vidi.
Era giovanissima, con i capelli rosso chiaro, quasi biondi, un’aderentissima maglietta ed un paio di pantaloncini di Jeans
“Mi dare un passaggio ?” mi disse in un’italiano stentato.
“Io vado sino in Calabria, non esco dall’autostrada” risposi pensando di scoraggiarla
“Va benissimo” rispose lei e mi guardò con aria speranzosa.
Dietro di me suonarono il clacson.
La fila era avanzata ed io bloccavo la strada
“Salta su in fretta” le dissi innestando la marcia” lei di corsa raccolse lo zaino e salì, io ripartii.
Pochi minuti dopo eravamo in autostrada, io ero impegnato a cercare di distanziare il grosso del traffico e per molto tempo non parlai, lei aprii lo zaino ne tolse un libro e si mise a leggere.
Non appena il traffico si diradò le domandai
“Dove stai andando ?” e lei interruppe la lettura
“Tu dove vai ?” mi rispose
“Molto lontano a Tropea in Calabria” le risposi
“Essere un bel posto?” mi domandò ancora ed io annuii e lei sorrise
“Allora io vado a Tropea” disse lei sollevando le spalle come per significare che non era una scelta importante.
“Bene, ma dovrai scendere prima che arriviamo in albergo, a Tropea c’è mia moglie e potrebbe farsi cattive idee” ridacchiai io
“Moglie, cattive idee?” disse senza capire, io le mostrai la fede al dito ed allora capii
“Tu dongiovanni? Tua Frau non si fida?” ridemmo assieme.
Per un poco viaggiammo veloci, poi però il traffico tornò ad intensificarsi e la velocità scese, mentre saliva la temperatura all’interno dell’abitacolo.
Ad un tratto lei si tolse la maglietta rimanendo con il solo reggiseno del costume.
Non potei fare a meno di notare che aveva due stupendi seni, una terza misura abbondante, ed erano loro con la loro consistenza a dare forma al sottile tessuto del reggiseno.
“Sono in Italia per sole ” mi disse quasi a scusarsi.
La sua pelle era candida con piccolissime efelidi, le sue gambe lunghe ed affusolate si muovevano in continuazione attirando ogni volta la mia attenzione, dovevo cercare di evitare di distrarmi e continuare a guidare concentrato.
Iniziai a parlarle, le domandai da dove venisse, cosa facesse nella vita e così via, con il semplice scopo di distogliere la mia mente da quel giovane corpo che mi sedeva vicino.
Lei parlava volentieri, ed il suo italiano era migliore di quanto pensassi incominciò anche lei a farmi domande ed andammo avanti a parlare sin verso le sette
“Hai fame, ci fermiamo a mangiare qualche cosa?” le domandai e lei sorrise
“Grande fame fermiamoci” rispose, prendendo subito ad infilarsi la maglietta.
Non che cambiasse gran che, era talmente stretta che aderiva perfettamente alla curva dei seni…..
Ci fermammo, e la condussi al self service.
“Io vado a telefonare a mia moglie, ci vediamo qui tra cinque minuti” le dissi e la lasciai.
Andai ai bagni, mi lavai, chiamai mia moglie.
Quando tornai al punto dove l’avevo lasciata, la trovai vicina ad un ragazzo intenta a parlare.
Quando mi vide sembrò sollevata e lo salutò correndomi incontro Mentre eravamo in coda per prendere il cibo, le domandai
“Ti stava dando fastidio ?” lei scosse le spalle
“Voleva convincermi a fare vacanze con lui. Ma in realtà pensava solo a scoparmi”, poi assunse un’espressione dubbiosa e mi domandò
“Scoparmi dite così in Italia???” non potei fare a meno di ridere per quella spontaneità.
Dentro di me però mi trovai solidale con il giovanotto, alla sua età anch’io avrei fatto un pensierino a quella ragazzina.
Subito dopo mi diedi dell’ipocrita, non era una questione d’età, ci avevo fatto un pensierino anche adesso, e senza mia moglie, ci avrei sicuramente provato”.
Lei aveva ripreso a parlare
“Era carino, ma non mi serve, io ho già te e … la tua macchina” rise lei stessa per la sincerità ed io un poco a malincuore mi unii.
Mangiammo ed alla fine volle assolutamente pagare lei
“Tu mi dare passaggio, io pagare pranzo” concluse e di fronte a tanta ostinazione, seppur un poco imbarazzato, la lasciai fare.
Ogni minuto che passava la trovavo sempre più simpatica, mi piaceva parlare con lei, ed evidentemente anche a lei, dal momento che se io lasciavo cadere la conversazione, era lei che subito mi sollecitava a continuare.
I chilometri si accumulavano ed anche la mia stanchezza.
“Ti dispiace se ci fermiamo un attimo e dormo qualche minuto ?” lei scosse la testa
“Non ho fretta”.
Io mi fermai alla successiva stazione di servizio e posteggia in un posto abbastanza illuminato, temevo che lei si spaventasse e pensasse che volessi provarci.
Caspita, io avrei anche voluto provarci, ma la differenza d’età m’intimoriva ancor più dell’idea di tradire mia moglie.
Scacciai il pensiero dalla mente e reclinai il sedile chiusi gli occhi e cercai di dormire.
Stavo quasi per riuscirci, quando incominciai a percepire il suo profumo.
Mi sforzai d’ignorarlo, ma alla fine, aprii gli occhi e ciò che vidi mi sconvolse definitivamente.
Anche Grete si era sdraiata sul sedile, se ne stava di fianco, e mi voltava le spalle.
Le sue giovani natiche, sode e piene, sporgevano quasi completamente dai pantaloncini di Jeans che si erano profondamente infilati nel solco.
Rimasi a lungo a fissarla e mi riscossi solo quando lei si mosse leggermente.
La paura che lei si voltasse e mi cogliesse in quello stato mi spinse a voltarmi.
Ma ormai quell’immagine mi si era impressa nella mente, ed incominciò a mescolarsi con il ricordo dei suoi bellissimi seni, del suo sorriso invitante, della sua risata argentina.
Dopo pochi minuti mi resi conto che non sarebbe servito a nulla, che quella notte non avrei dormito.
Mi concentrai sul viaggio, in attesa che la mia erezione svanisse, ma ci vollero lunghi minuti.
Mi rialzai, riaccesi la macchina e ripartii, cercando di guidare un poco più bruscamente del dovuto per risvegliarla.
Non potevo sopportare a lungo la vista di lei distesa senza che i cattivi pensieri m’assalissero nuovamente.
Grete si risvegliò e dopo essersi stiracchiata guardò l’orologio, e si accorse che eravamo rimasti fermi solo pochi minuti.
“Come mai partito così presto ?” mi domandò ed io imbarazzatissimo risposi frettolosamente
“Non avevo più sonno”.
Lei rimase qualche minuto in silenzio, poi ad un tratto scoppiò in una risata argentina
“E` stata colpa mia? Io ti ho tolto sonno ?” .
Irritato perché mi sentivo canzonato dalla ragazzina, le risposi secco
“Figurati, ho solo fretta di raggiungere mia moglie”.
La mia voce era dura, ma lei non ci fece caso.
Sentii la sua mano che mi accarezzava i capelli e mio malgrado provai un brivido, poi ad un tratto lei si spostò rapidamente e mi diede un bacio sulla guancia sussurrandomi
“Grazie, tu essere un tesoro”.
Rimasi a lungo in silenzio, poi lei tornò a stuzzicarmi, con insistenza ed alla fine tornammo a parlare tranquillamente ed ad un certo punto lei mi disse
“Sai, una volta un camionista aspettato che io dormissi, spogliato completamente, e svegliato me con suo coso puzzolente su mia faccia” disse ridacchiando tra se, io cercai di fingere indifferenza anche se il solo pensiero mi sconvolgeva e mi unii alla risatina, per poi chiederle
“E com’è finita” lei scosse le spalle con quel suo gesto abituale
“Non so a ospedale credo” e per chiarirmi il concetto, mi mostrò i piccoli e bianchissimi denti.
Per mascherare la tensione mi finsi spaventato
“Sei una ragazzina pericolosa” lei assunse un’espressione imbronciata poi ribattè
“Sono donna non ragazzina” e subito dopo le sue mani si portarono sotto i seni sollevandoli e muovendoli
“Tette da ragazzina?” poi l’espressione corrucciata sparì e scoppiò nuovamente a ridere.
Ma io non riuscii ad unirmi a lei nella risata.
Distolsi lo sguardo da lei tornando a concentrarmi sulla strada augurandomi che non si accorgesse dell’erezione che sconvolgeva il miei pantaloni.
Mancavano meno di due ore all’alba, mi augurai che il sole iniziasse presto a sorgere ponendo fine al tormento di quella notte.
Percepii i suoi movimenti senza capire, poi sentii la sua bocca vicino al mio orecchio ed il suo caldo e profumato alito.
“Mi dispiace sono stata cattiva” mi sussurrò, ma la sua voce peggiorò la mia situazione ed il suo seno sodo che premeva contro la mia spalla fece ancora peggio
Ad un tratto sbandai mentre la sua mano si appoggiava sul mio sesso accarezzandolo attraverso i pantaloni
“Ferma quando puoi” mi disse ma non smise di accarezzarmi.
Per lunghi minuti, la mia mente lottò cercando di resistere, ma fu una lotta effimera, e non appena vidi una zona di sosta, rallentai e vi entrai.
Posteggiai molto lontano dalle poche vetture presenti.
Spensi i fari e mi voltai afferrandola e baciandola selvaggiamente.
La sua mano non smise di muoversi sul mio membro anzi accentuò le carezze.
Poi sentii le piccole dita muoversi, abbassare la lampo, spingersi nell’apertura ed impossessarsi del membro.
Si staccò dalle mie labbra e mi fece appoggiare allo schienale
“Tu non paura io non mordo te” mi disse ridacchiando e poi si chinò ed io sussultai al contatto delle sue dolci labbra sul glande tesissimo.
Il membro le scivolò in bocca, e la testa iniziò a scorrere, mentre le sue mani mi slacciavano completamente i pantaloni, me li abbassavano insieme alle mutande.
Le sue mani incominciarono ad accarezzarmi ovunque mentre le labbra e la lingua continuavano a giocare con il mio sesso.
La fermai attirandola nuovamente a me.
Le sollevai la maglietta, le sfilai il reggiseno. I grossi e rosei capezzoli erano turgidi per l’eccitazione.
Li baciai e li leccai, alternando dolcezza e decisione, lei fremeva e gemeva, accarezzandomi i capelli.
La spostai sul sedile, le sfilai i pantaloncini, mentre lei sollevava il sedere per facilitarmi.
Le dischiusi dolcemente le cosce, e vi affondai il mio viso, aspirandone rumorosamente il dolce profumo di giovane donna eccitata.
Con le dita dischiusi il suo delizioso fiore ed iniziai ad assaporarlo, mi dimenticai persino della mia dolorosa erezione, mi dedicai unicamente a lei, desideroso solo di farla godere, ed alla fine i suoi gemiti incontrollati ruppero il silenzio della notte, durando un’eternità.
Fu nuovamente lei a farmi rialzare, con mosse elastiche, mi raggiunse al posto di guida, e mi cavalcò facendomi affondare nel suo caldo ed umido ventre.
I suoi deliziosi fianchi presero a muoversi mentre le mie mani si perdevano sulle sue giovani natiche e la mia
bocca si riempiva dei suoi seni che sobbalzavano davanti al mio viso.
Entrambi eravamo persi in un delirio di passione, incuranti del mondo esterno, lei continuava a parlarmi in tedesco, io le rispondevo in italiano.
Solo quando io mi approssimai all’orgasmo, riuscii a recuperare quel minimo di controllo che necessitava.
Le mie mani bloccarono con forza i suoi fianchi
“Ferma o mi farai godere” le dissi con voce tesa nello sforzo di controllarmi. Lei si scosse e ripresasi a sua volta mi domandò
“Tu ha preservativo ?” io scossi la testa sconsolato, ma lei mi sorrise
“Tu non dongiovanni” ridacchiò
Poi mi baciò, rapida si spostò e scivolò ad accogliere nuovamente in bocca il mio membro.
Si voltò a fissarmi mentre la sua piccola mano scorreva veloce lungo l’asta e la sua lingua mi solleticava il glande.
Continuai a fissarla e lei mi fissò anche quando il mio membro impazzito incominciò a sussultare ed il mio sperma le fluì copioso in bocca.
La vidi deglutire affannosamente per tenere dietro al mio travolgente orgasmo.
Poi iniziai a calmarmi ed alla fine mi rilassai.
Lei risalii e mi sussurrò
“Tu bravo e buono …” e scoppiò a ridere per poi baciarmi appassionatamente.
La lasciai a malincuore al casello autostradale e non la rividi mai più, ma non la dimenticherò mai, questo è certo!

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