In vacanza
Ero andata in vacanza al mare, con la mia migliore amica, dopo diversi mesi di sacrifici e di risparmi. Eravamo entrambe daccordo, che quella doveva essere la vacanza all’insegna della follia e del divertimento. Con la figa e il resto del corpo ben depilato, era ben chiaro che ogni scopata non andava perduta durante la nostra vacanza.
Eravamo arrivate nella camera d’albergo poco prima dell’apertura del ristorante per il pranzo. Avevamo lasciato tutto a terra e ci stavamo preparando per andare a pranzare, quando qualcuno busso’ alla nostra camera, dicendo che era l’addetto della reception che si era dimenticato di rilasciare la mappa della struttura. Eravamo entrambe con addosso solo l’accappatoio e con uno sguardo malizioso e complice, aprimmo la porta, invitando il giovane receptionsta ad entrare. I suoi occhi erano subito caduti sulla generosa scollatura che ci eravamo preparate, dalla quale si potevano ben intravedere le tette. Il suo tono era un po eccitato e comunque non formale come al nostro arrivo in albergo. La mia amica gli era andata dietro, mentre io lo guardavo dritto negli occhi, con un sorrisetto malizioso. Potevo anche notare dal suo pantalone, la sua eccitazione crescere, mentre in contemporanea, ci avvicinavamo a lui, chidendolo tra i nostri corpi. Presi la sua mano, mentre cercava di parlare in modo sicuro, portandola dentro l’accappatoio, sulle mie tette, facendogli sentire il mio capezzolo duro con le sue dita. Da dietro
invece, le mani della mia amica si muovevano sul suo petto, scivolando fino a strizzargli l’erezione che era molto visibile. Muovendolo con calma, lo portammo verso il letto, buttandolo sopra. Il suo sguardo era eccitato e sorpreso, mentre entrambe stavamo tirandogli giu’ il pantalone e la mutanda, facendo uscire fuori il suo cazzo dritto ed eccitato. Guardando il cazzo con uno sguardo complice e voglioso, ci lasciammo scivolare gli accappatoi, rimanendo completamente nude davanti all’eccitato ragazzo, che non sapeva quale parte del nostro corpo guardare per prima.
La mia amica si porto’ tra le sue gambe, impugnando il suo cazzo duro. Le sue labbra si muovevano sul tronco, mentre con la mano lo masturbava, prima di ospitarlo tutto in bocca. Mentre lei gli succhiava da brava puttana il cazzo, io mi ero portata vicino alla sua faccia, andandoci sopra a gambe aperte.
Sentivo tutta la sua faccia contro la mia figa umida e il suo sguardo che era fisso sul mio. Ondeggiavo i miei fianchi, mentre sentivo la mia figa scivolare tra le sue labbra e il suo naso. Sentivo come la sua bocca stuzzicava il mio clitoride e mi faceva impazzire, spingendomi ad ondeggiare con piu’ forza. Le sue mani si posarono sul mio culo e cominciava a strizzarlo e a palparlo, mentre la sua lingua era cominciata a muoversi con energia tra le umide labbra della mia fighetta depilata. Dietro di me, sentivo quella sgualdrina della mia amica che succhiava con golosita’ il suo cazzo duro, muovendo la sua testa su e giu’e massaggiandogli le palle. Sentivo dal suo modo di succhiarmi la figa che mancava poco al suo orgasmo e
vedevo la mia amica che succhiava solamente la sua cappella, mentre con la mano lo masturbava con energia.
Dentro la stanza si poteva sentire il coro di gemiti che partivano da tutti noi, mentre le nostre godurie aumentavano. Poi il suo ululato e il suo corpo che tremava forte sotto di me, mentre la mia amica stava succhiando fuori tutta la sua sborra e la ingoiava con passione ed esperienza. Il ragazzo cercava di muoversi, in quanto lei lo stava facendo soffrire, mentre gli strizzava felice la cappella ancora umida di sborra, sensibile dopo l’orgasmo. Per quanto urlava e si dimenava, il ragazzo non si poteva muovere e i nostri gemiti si erano trasformati in risate divertite, mentre lei gli strizzava la cappella e io lo tenevo
fermo, con la faccia tra le mie gambe. Lei continuo’ fino a quando il suo cazzo ero abbastanza moscio da scivolare fuori dalla sua stretta e a quel punto, anche io mi alzai, lasciando libero il giovane.
Mentre lui era ancora stordito dal nostro trattamento, io e la mia amica ci rivestimmo, pronte per andare a pranzo.
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