In coda alle poste

Sesso in aereo

Avete mai sentito quella voglia di evadere? A me capita sempre quando vado a pagare le bollette in un ufficio postale.
C’è proprio da impazzire in quei posti. Ogni volta mi riprometto di collegare le bollette al conto bancario, ma alla fine mi ritrovo sempre qui come una disperata.
Troppa gente, troppa puzza, troppi sguardi e la mente inizia a viaggiare, disperdendosi in qualche recondita zona del cervello, finendo nei temporali emotivi del nostro inconscio.
Certe volte leggo qualche rivista sul tablet, mentre altre volte mi limito ad ascoltare un po’ di musica, ma ieri mi stavo proprio rompendo le palle all’inverosimile.
Una voglia molto particolare mi colse all’improvviso, un po’ come uno spavento inaspettato, sconvolgendo totalmente il mio raziocinio.
Mi girai verso i cinquantenne che mi stava a fianco e dissi lui -Senta, mi sto davvero annoiando da morire, le andrebbe di fare l’amore con me in bagno?
Rimase completamente spiazzato. Non sapeva cosa dire.
Sono perfettamente consapevole del fatto di essere una donna molto desiderabile, ma ricevere una proposta del genere deve fare un grandissimo effetto. Non avevo mai fatto cose del genere e anche io ero tremendamente imbarazzata. Non avrei saputo come reagire se lui mi avesse rifiutata.
Ovviamente non successe. Gli uomini sono tutti degli allupati.
Mi alzai e, prendendolo per mano, lo guidai verso il bagno di quel locale. Non avevo idea di come sarebbe andata quell’esperienza così particolare.
Entrammo, chiudendoci la porta alle spalle con il gancetto.
Ci trovammo faccia a faccia, imbarazzati ma eccitati. Lo baciai, infilando molta lingua dentro la sua bocca. Sembrava piacergli parecchio, a giudicare dalla pressione delle sue mani sul mio culo.
Infilai una mano nei suoi pantaloni e gli afferrai il cazzo. Era bello duro e pronto per inforcarmi come un pollo allo spiedo.
La voglia mi pervase come un diavolo da esorcizzare.
Abbassai i suoi pantaloni e lasciai scivolare giù i miei, assumendo la posizione migliore: la pecorina, appoggiata sul lavandino.
Sentii il suo cazzo sbattermi sul culo, come in quei filmati porno di bassa lega, per poi penetrarmi, senza nemmeno stimolarmi un po’ con la mano.
Poco importava… quella doveva essere una sveltina, atta a fotterci l’un l’altro, a ricordarci che non eravamo altro che animali.
Cosa volete che vi dica? Sono una puttana… lo so e me ne vanto.
Sono fiera di essere in grado di divertirmi, utilizzando il mio corpo al meglio.
Sono bella e voglio sfruttare al massimo la mia bellezza. Non dobbiamo avere paura dei nostri corpi e dobbiamo vivere ogni nostro giorno come se fosse l’ultimo.
Uno schiaffo mi colpì il culo. Sentii male. Non era uno schiaffo normale… c’era della violenza dietro.
-Ancora.- disse, senza nemmeno pensarci.
L’uomo mi colpì nuovamente, un po’ più forte.
Era un violento, lo si sentiva anche da come mi stava penetrando la fica. Forse era addirittura uno di quelli che picchiavano le mogli. La cosa mi eccitò ancora di più.
Mi sentii veramente umiliata ed eccitata allo stesso tempo. È impossibile descrivere la sensazione che provai in quegli istanti.
Volevo solamente essere la sua schiava del sesso. Avrei fatto tutto quello che mi avrebbe chiesto.
Uscì da me e si sputò sul cazzo. Voleva mettermelo nel culo. Non dissi niente. Mi limitai ad inspirare profondamente, cercando di dilatare l’ano il più possibile, per sentire meno dolore possibile.
L’avrebbe fatto con gentilezza? Non credo proprio.
Mi penetrò come non aveva mai fatto nessun altro prima di lui. Mi fece davvero male, ma non feci trapelare nessuna nota di dolore dalle mie labbra.
Ero una donna forte e avrei superato anche quella cosa. Era davvero inutile, cercare di elemosinare un po’ di comprensione, laddove il treno emozionale era troppo arido.
-Prendilo in culo puttana.
Amavo quell’uomo e amavo anche tutti gli altri uomini dell’universo. Volevo essere sodomizzata da ognuno di loro, senza mai lasciare quel bagno.
Il teatro della mia vita stava diventando molto più nitido, mentre quel pene continuava ad ingombrarmi il culo.

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