Il servizio in camera
E’ stata una vera e propria impresa arrivarci; ma finalmente io e il mio ragazzo siamo giunti nella nostra camera. Al momento ci troviamo in un albergo un’ po’ isolato in montagna. Diciamo che in giro ci sono solo marmotte e stambecchi. Abbiamo passato una sera piacevole ad assaggiare grappe di tutti i tipi e devo dire che ci siamo messi veramente d’impegno.
Ora, non so chi fra me e Marco sia più ubriaco. Io almeno non ho buttato giù nel corridoio una povera ed innocente piantina sul pavimento solo perché non riesco a procedere diritta. Vabbè nemmeno io riesco ad infilare più di un paio di passi senza sbandare; ma almeno non ho sulla coscienza delle piantine. Chissà se si riprenderà?
Infiliamo la chiave nella toppa della porta e senza neanche accendere la luce ci buttiamo sul letto facendo a gara a chi si spoglia per primo. Marco vince la competizione e si stende sul letto a pelle d’orso con una bella asta di bandiera che garrisce al vento. Niente male. Io devo disfarmi di un po’ più di vestiti rispetto a lui; inoltre ho pure perso tempo a richiudere la porta. Come ho detto prima non sono poi così ubriaca.
Sempre al buio mi spoglio e raggiungo il mio uomo sul letto. In breve ci rotoliamo ridacchiando insieme tutti felici; poi Marco ci si mette d’impegno. Dopo un erroneo affondo che ha mirato al buco sbagliato (è proprio vero che è ubriaco); lui prende la mira ed inizia a scoparmi nel modo giusto. Gemo di piacere quando mi penetra, afferro le lenzuola del letto e mordicchiandomi le labbra incomincio a godere.
Che fantastica serata si prospetta, mi sento avvampare come un fuco su cui qualcuno ha appena gettato della benzina …
… passati appena trentadue secondi dopo Marco si affloscia sopra di me ronfando di brutto.
– Marco, ma che cazzo fai? –
– Marco ! –
Lo spintono, lo scuoto; ma nulla, anzi peggio sento la sua erezione smontarsi dentro di me e poi uscire per sbaglio mentre lo scuoto. Cazzo aspettavo con ansia il momento in cui il climax mi avrebbe fatto gemere ad alta voce facendo svegliare tutti gli altri ospiti.
– Marco ! –
Nulla da fare; provo a dargli un ciccotto sulle palle. Lui mugula per un secondo e poi continua a ronfare. Mai visto prima uno che dorme e soffre allo stesso tempo.
Passano altri cinque minuti in cui gli e ne combino di tutti i colori; ma al massimo Marco bofonchia qualcosa nel sonno apre un occhio e poi ricade subito in catalessi.
Mi chiedo se abbiamo bevuto la stessa roba oppure a lui gli hanno rifilato la sciacquatura dei piatti.
Mi alzo indignata ed accendo la luce. Passeggio furiosamente per la camera. Sono ancora tutta accaldata per l’eccitazione ed anche per l’arrabbiatura che mi sta montando su.
– Arrrgh ! –
Che mi sentano pure gli altri vicini. Se io non posso scopare non vedo perché loro debbano dormire in pace. Mi siedo un attimo sul letto matrimoniale spostando una gamba di Marco che se ne sta nel mezzo.
Che mi metto a fare adesso? Non ho di certo voglia di dormire; sono troppo agitata.
Posso uscire! Sì certo; non sarebbe una brutta idea se non fosse che non c’è anima viva nel raggio di venti chilometri. Al massimo potrei incontrare un orso. Ah l’orso; chissà quanto sono grandi le sue palle?
Se mi mettessi a bussare a tutte le porte che ci sono nel corridoio di quell’albergo? Umm, meglio di no da quello che ricordo dalla cena ci sono solo famiglie e coppiette in questo posto.
Quando sto per arrendermi all’idea che mi sarei dovuta fare un servizietto da sola e poi a nanna, mi viene in mente un’idea geniale. Il servizio in camera. Ho visto dei bei esemplari maschili di servizio durante la giornata. Chissà se rispondono al telefono a quell’ora così tarda?
Fulmineamente afferro la cornetta del telefono e faccio lo zero.
– Pronto; qui è la reception. –
Si, evvai e dalla voce mi sembra già un gran bel pezzo d’uomo. Forse la serata non è del tutto persa.
– Ciao, sono nella stanza 610; mi chiedevo se fosse possibile ordinare qualcosa. –
– La cucina è chiusa. Mi spiace, ma se vuole posso portarle delle paste confezionate e dei succhi di frutta. –
Qualunque cosa purché porti il tuo culo qui di sopra da me.
– Andranno benissimo; ti aspetto con impazienza. –
Riappendo la cornetta. E’ andato tutto alla perfezione. Tanto Marco dormirà come un ghiro fino a domani a mezzogiorno. Non sto più nella pelle; mi devo solo liberare di lui. Con uno sforzo terribile me lo trascino per la stanza e lo porto in bagno. Gli butto addosso un po’ di coperte.; che poi non dica che non mi prendo cura mai di lui. Perfetto un problema di meno con lui tolto di mezzo.
Ora devo prepararmi. Che faccio; apro la porta della camera nuda o fingo almeno di coprirmi con il lenzuolo? Nuda sarebbe un tantino volgare persino per i mie standard; con il lenzuolo potrei far finta di essermi appena svegliata e poi ops cade tutto per terra. Questa situazione mi piace abbastanza e poi non mi rimane più molto tempo. Il tipo del servizio in camera potrebbe arrivare da un momento all’altro.
Due minuti dopo un sommesso bussare attira la mia attenzione. Perfetto salto di gioia sul posto e poi vado ad aprire facendo attenzione a non inciampare sul lenzuolo che è decisamente lungo. Fantastico basta che non sia un orso e me lo scoperò per tutta la notte.
– Arrivo. –
Respiro un attimo e mi ricompongo. Apro la porta con un sorriso a trentadue denti e poi noto che il tipo in uniforme è un tantino basso. Vabbè posso scoparmi anche un tappetto. L’istante successivo noto solo un dettaglio trascurabile. Il tipo è una tipa e tiene in mano un vassoio con delle pastarine ed una bottiglia. Sospiro, il destino sa essere beffardo. Forse a quel punto avrei preferito l’orso; un orso maschio però.
Mi sarei aspettata chiunque e non una rossa con grandi occhi verdi alta un metro e sessanta.
– ‘Notte, ho portato qualche stuzzichino. –
– Pe-perfetto. – Mento balbettando.
– Gli e lo appoggio sul tavolo. –
– Grazie. –
La tipa entra con nonchalance ed appoggia il vassoio su un tavolino in fondo alla stanza.
Appena si volta noto sul suo volto una strana espressione di divertimento. Avrà visto tutti i vestiti sparsi in giro per la stanza. In effetti non mi è nemmeno venuto in mente di far sparire la roba mia e di Marco.
– Vedo che non riesci a prendere sonno. –
– Eh si, sarà l’aria di montagna; troppo ossigeno o qualcosa del genere. – Oddio adesso non mi toccherà fare pure della conversazione? Non è di certo un palliativo del sesso.
– Scusa se te lo domando ma avresti preferito essere servita dal mio collega giù alla reception? – E’ pure indiscreta la tipa; ma allora è proprio la mia serata fortunata.
– Ehh … qualcosa del genere devo ammettere. – Penso di essere arrossita tutta.
– Lo immaginavo sai? Non sono molte le ragazze che mi aprono la porta mezze nude … a proposito … – Mi indica qualcosa in basso.
Oddio mi si è scostato il lenzuolo mentre l’ho seguita per la stanza. Sono rimasta con la patatina al vento. Mi ricopro subito.
– Scusami. – Rispondo imbarazzatissima.
– Beh è stato divertente; vuoi che ti chiami il mio collega? – Però è sveglia; forse riesco a salvarmi in extremis.
– Sarebbe magnifico. – Ammetto.
– Non c’è problema, noi ci teniamo ai nostri ospiti … –
Evvai; ma dove sono finita in un hotel a luci rosse?
– … solo che non so come dirtelo ma il mio collega è gay. –
No! Allora il destino è veramente beffardo. Scommetto che se esco da quel hotel non incontrerei nemmeno un orso infoiato. Anzi sono sicura che mi ritroverei a che fare con un orso gay. E’ la risposta definitiva; sveltina in solitaria e poi a letto. Beh, almeno ho le pastarine adesso.
– Forse penso che proverò a dormirci su; sai è stata una serata un po’ deludente … grazie per le pastarine. –
– Figurati; ma se non ti dispiace potrei farti compagnia io stanotte. –
Leggero smarrimento; devo essermi persa qualche passaggio.
– Cosa? –
– Sai … – nel frattempo mi si avvicina. Il suo profumo è molto buono. – … potremmo fare un po’ di esercizi sul letto. –
Sono letteralmente senza parole. La sua schiettezza mi punta dritta allo stomaco e mi stordisce come fosse un pugno.
– Io mi spoglio. Non so tu; ma a me piace fare ginnastica nuda e tu? –
Non so che risponderle; non ho fatto altro che pensare ad una fantastica scopata negli ultimi venti minuti ed ora che mi viene offerta sono un po’ nel pallone.
– Io sono già nuda. –
– Ma davvero? Non lo avevo notato sai. – Si sbottona la divisa e non posso fare a meno di fissarla mentre lo fa.
Quando anche i suoi pantaloni ricadono sul pavimento avverto una fitta che mi percorre tutta.
– Posso? –
– Cosa? – Ancora non riesco a credere che stia succedendo veramente.
– Questo. – Prende le mie mani che cingono il lenzuolo ed in un attimo è a terra insieme alla sua divisa.
– Sei veramente stupenda. –
– Anche tu. –
Mi spinge piano all’indietro; poi sbatto su qualcosa. Deve trattarsi del letto. Lei mi da un altro colpetto alle spalle e casco all’indietro sul soffice materasso.
– Ops, mi sa che dovrò venire li da te. –
– Sei la benvenuta. – Cazzo non so nemmeno qual è il suo nome; ma arrivati a questo punto penso proprio che ne potrò fare a meno.
Lei mi sale addosso, lentamente si toglie il reggiseno e lo butta via; poi gattonando porta il suo bacino vicino alla mia faccia.
– Questa è la specialità della casa. – Si scosta le mutandine facendo balenare le sue labbra già bagnate.
Timidamente protendo la lingua ed assaggio.
Con la testa tenuta ben salda tra le sue gambe mi do da fare sfiorandole il suo sesso con la mia lingua; unendo i miei liquidi a i suoi fino a quando non la sento gemere.
– Aspetta. – Si alza per un attimo; giusto il tempo di togliersi anche le mutandine; poi torna su di me inchiodandomi al letto e mi sbatte bene in faccia il suo sesso.
Mi sento eccitata come non mai, solo che non posso dire nulla. Posso solo continuare a leccarle il suo clitoride e poi affondare la lingua dentro di lei. Ad ogni affondo sento un suo piccolo gemito ogni volta diverso. Ad un certo punto sento che inizia e muoversi ritmicamente e leggermente su di me.
Dopo diversi minuti che mi sembra di scoppiare dal caldo la sento venire sonoramente e poi un caldo liquido mi cola sulle labbra bagnandomi tutta.
– E’ stato bellissimo. –
– Ho la lingua un po’ stanca però. –
– Allora ti dovresti riposare. – Mi aiuta a distendermi sul letto passandomi un cuscino.
– Ora è il mio turno. –
Vedo che sparisce tra le mie gambe, ma presto avverto le sue mani che mi stimolano intimamente. Le sue dita mi affondano dentro mentre le sue labbra non mi si staccano di dosso nemmeno per un secondo.
Ora è il mio momento di gemere via, via sempre più forte per ogni suo dito che mi penetra. Ad un certo punto mi scappa persino un urlo quando sento tutta la sua mano sfondarmi la figa. Cazzo non avrei mai pensato di farmi fare una cosa del genere da un’altra ragazza. Soprattutto non avrei mai immaginato di godere così tanto. Almeno raggiungerò il mio obiettivo di svegliare i vicini.
– Ehi, guarda che in albergo bisogna osservare il silenzio. – Mi fa notare la rossa.
– Allora stai zitta e continua. –
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