Il porno indipendente

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Non era di certo la prima volta in cui si abbassava a fare quel genere di lavoro, ma tutto le sembrava così sporco in quel momento.
Lavorare nel porno amatoriale era uno schifo, perché molto spesso le capitava di agganciare quei lavori che più che sessioni pornografiche, sembravano dei veri e proprio rapporti sessuali a pagamento. L’unica differenza stava nella presenza della telecamera.
-Ok… quindi io mi devo solamente inginocchiare e prendertelo in bocca?- domandò.
-Si, però la particolarità è che devi infilarti in culo un cazzo finto.
In pratica quel ragazzo aveva deciso di aprire un sito porno e stava iniziando a preparare il materiale, ma a Keira sembrava più che altro che quel tizio cercasse delle scopate a pagamento da mettere su internet per vantarsi coi suoi amici.
Per lei erano sempre soldi e nella sua vita aveva fatto cose ben peggiori di quella, ma in quelle situazioni era molto difficile non sentirsi una semplice puttana, piuttosto che un’attrice hard.
Doveva succhiare un cazzo, mentre un dildo le intasava il culo, ok… era pur sempre il lavoro che si era scelta da sola, ma sentirsi una puttana era molto brutto e avvilente per una donna.
Lo guardò sistemare una telecamera sul comodino e una sull’anta di un vecchio armadio che doveva aver visto tempi migliori, pronunciando -Azione.- guardandola negli occhi.
-Ok… vuole presentarsi ai nostri amici?
-Sì. Sono Keira e sono una succhiacazzi.- disse lei, entrando alla perfezione nella parte.
-Perfetto, perché quello che ho nelle mutande in questo momento è proprio un bel cazzo che vuole essere succhiato.
-Allora potremmo iniziare il tutto?
-Prima si spogli e infili dentro di lei quel grosso cazzo nero di gomma.
Il volto del regista non entrava mai nell’inquadratura, le parti che interessavano quel genere di pubblico erano altre; mentre il viso di Keira era perfettamente riconoscibile e chiunque avrebbe potuto riconoscerla da quelle inquadrature.
Quello era il porno… se non sfondavi, eri costretta a girare dei filmati amatoriali come quello.
Si spogliò e, dopo aver cosparso di gel lubrificante quel dildo, come da copione, se l’infilò ben dentro al culo.
Non era un’amante delle penetrazioni anali, ma col passare degli anni in quel settore aveva imparato a farsi piacere anche ciò che non amava.
Bastava respirare forte e buttarsi, o farsi buttare, dentro qualsiasi cosa. Il gioco era tanto semplice quanto doloroso.
-Adesso ho una gran voglia di ciucciare il tuo bel cazzo. Il mio sederino mi fa tanto male e voglio un ciuccio di carne per non pensarci.
Odiava quel copione che la faceva sembrare una stupida, ma quello sceneggiatore improvvisato non era di certo Hemingway.
Camminò a quattro zampe verso la sua erezione, prendendola in bocca come avrebbe fatto una troia qualsiasi in tangenziale e iniziò quel lavoretto di bocca che l’aveva fatta diventare una piccola star del porno indipendente.
In quei momenti non era una di quelle ragazze che amavano estraniarsi dal lavoro, al contrario, lei amava concentrarsi sui dettagli.
Prima di tutto: ogni cazzo aveva un sapore differente. Quando ciucciava un pisello nuovo per la prima volta, si soffermava sul gusto e sugli odori.
Il cazzo che stava succhiando in quel momento era tendente al salato e aveva un buonissimo odore. Molto spesso le era capitato di lavorare con piselli che odoravano di piscio.
Quello era il peggio che poteva capitare ad un’attrice del porno. Ma almeno per una volta, la puzza non era nell’equazione.
-Ah, si… brava la mia succhiacazzi professionista. Sei molto brava? Come hai imparato?- disse lui, sforzandosi con la voce.
-Succhiando il cazzo di mio padre.- rispose lei, riportando le battute del copione alla perfezione, riprendendo poi a succhiare il cazzo.
Provò ad immaginare come sarebbe venuto quel video, ragionando sulle due diverse inquadrature. Probabilmente il prodotto finale sarebbe risultato molto scadente e avrebbe abbassato ulteriormente i suoi standard lavorativi.
Era nata per fare quello. Nella scala gerarchica della vita lei era appena sopra il gradino della puttana, ma almeno non era su quello delle zoccole ed era già qualcosa.
Lei lo ciucciava davanti alle telecamere e quella cosa faceva la differenza.
Era un’attrice, esattamente come Marilyn, pensò, mentre un’ondata di sperma le arrivò in gola.

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