Il pic nic in bianco

pompino durante pic-nic

-Tesoro è tutto così bello. Non ci posso credere che tu abbia organizzato tutto questo per me… usciamo assieme da così poco e tu sei già così premuroso nei miei confronti.- sorrise lei, guardando il pic nic.
-Per te, piccola mia, questo e altro. Ero sicuro che non avrei mai incontrato una ragazza come te, Maria. Questo mondo sporco riesce ancora a partorire qualcosa di pulito.- sorrise Alberto, impegnando tutto se stesso a creare frasi d’effetto per ricevere qualche ricompensa sessuale.
-Però, adesso io devo sdebitarmi in qualche maniera…
-Tu non devi sdebitarti. Tu sei la mia musa, il mio sole… tutto gira intorno a te.
-Va bene. Ti sei meritato un bel pompino.
-Beh, se proprio vuoi sdebitarti… chi sono io per impedirtelo. L’educazione è un valore molto importante.
Maria era molto bella e all’aria aperta, in quel pic nick che Alberto aveva organizzato alla perfezione, sembrava ancora più bella del solito. Era la classica brava ragazza, nonostante a letto fosse tutto tranne che una brava ragazza.
La cosa che più lo faceva impazzire era che si faceva sempre sborrare in faccia. Era come una specie d’ossessione, come se volesse sporcare quel suo bel faccino da angioletto con dello sperma, dimostrando a tutti di poter diventare un diavolo.
Alberto si mise in piedi e, dopo aver tirato fuori il suo pisello, l’infilò in bocca alla sua fidanzata, inginocchiatasi davanti a lui.
Succhiava il cazzo, guardandolo con quel suo bel paio d’occhioni da bocchinara. Lo faceva impazzire.
Si conoscevano da molto tempo, ma erano finiti assieme da pochissimo, per via di una specie di congiunzione familiare. I loro genitori erano soci in affari e la loro unione avrebbe fatto confluire i loro beni, creando così una potenza economica importante.
Alberto non viveva quella situazione come un’imposizione, ma come l’opportunità di farsi spompinare all’aria aperta da una ragazza acqua e sapone, sborrandole in faccia.
Maria gli ciucciava il cazzo, avvolgendolo con la sua saliva, mentre lui continuava a pensare che quel bel faccino, candido ed immacolato, era in realtà quello di una troia, esattamente come tutte le donne che aveva incontrato sulla sua strada.
Erano tutte uguali, solo che lei gli avrebbe permesso di diventare molto più ricco, cosa da non sottovalutare, si faceva sborrare in faccia. Apprezzava quella qualità con estrema gratitudine.
-Se questo è il tuo modo di ringraziare, mi sa che sarò sempre molto gentile con te, piccola. Succhi il cazzo come una dea.
Era vero; succhiava benissimo il pisello. Aveva fatto a lungo pratica, facendo pompini a suo cugino, un po’ come si faceva nel medioevo, quando le ragazze venivano addestrate sessualmente dai loro parenti.
Aveva confessato quella cosa ad Alberto, ma lui non se l’era presa, anzi, aveva trovato estremamente eccitante quello scheletro nel suo armadio.
Ogni volta che finiva per incontrare suo cugino, si eccitava all’idea che il suo cazzo fosse stato all’interno della stessa bocca in cui ora stava il suo.
Essere dei pervertiti era un lavoro a tempo pieno, senza orari e pause. Si era dei pervertiti anche il giorno di natale.
-Vai… succhiami il cazzo, Maria. Non ti fermare. Sto per sborrare. Ti piace la sborra?
-Tanto.- rispose, staccandosi un attimo dal cazzo che stava ciucciando.
Godere su quel viso gli sembrava la cosa più bella ed esaltante del mondo. Quella faccetta da santarellina, a breve, sarebbe diventata la pista d’atterraggio per la sua eiaculazione.
-Vai. Vai. Vai… così. Fermati.
Alberto tirò fuori il cazzo ed iniziò a masturbarsi davanti a lei. Quegli occhi che lo guardavano, ansiosi di essere spruzzati, lo fecero sborrare all’istante.
La sborra le andò tutta sul viso e in un attimo la principessa di papà non poteva più fingere di essere una santa, con il viso macchiato di liquido seminale.
La guardò come avrebbe guardato una qualsiasi puttana, con la differenza che quella inginocchiata davanti a lui, tutta sporca di sperma, era la sua puttana.

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