Il gioco con due donne
Mi trovavo, senza dubbio, davanti ad una ragazza estremamente intraprendente.
Se ne stava in piscina a baciare una sua amica, solamente per farmi eccitare. Voleva dimostrarmi che il mondo poteva essere eccitante e seducente, esattamente come cercavano di vendercelo quando eravamo ancora piccoli ed influenzabili.
Forse il segreto era proprio quello: restare piccoli.
Avevo avuto differenti amanti, ma lei era un qualcosa di totalmente diverso. Era molto bella, ma non era quello a renderla diversa.
Nel suo modo di essere bella c’era un qualcosa di molto pericoloso e quello mi eccitava più d’ogni altra cosa.
Non riuscivo più a trattenere l’erezione che avevo nei miei pantaloni.
-Ragazza, io vi aspetto in camera- dissi, muovendomi verso la mia stanza.
Non bisognava mai interrompere delle lesbiche; sarebbe stato un peccato troppo grave con cui venire a patti.
Mi misi a letto, riprendendo a leggere un libro che avevo abbandonato qualche sera prima. Adoravo leggere a letto, perché riusciva a farmi distendere i nervi, mantenendo in moto il cervello.
Dovevo ingannare il tempo, aspettando due bellissime ragazze che a breve sarebbero entrate nel mio letto per spolparmi tutto.
-È permesso?- domandarono all’unisono.
-Avanti.
Michaela e Donatella. Incredibili. Ovviamente Micaela era molto più carina di Donatella, ma non era importante; l’importante era averle tutte per me.
-Siete semplicemente bellissime. Lasciatevelo dire.
Adoravo fare bei complimenti alle belle donne, perché era un bel modo di essere gentile e pragmatico allo stesso tempo.
Erano completamente nude. Si baciarono ed entrarono a letto, abbracciandomi per riscaldarsi.
Donatella mi prese subito in mano il cazzo ed io affondai la mia lingua dentro la bocca di Michaela, accarezzando le tette di Donatella.
Bisognava concentrarsi sempre su tutte e due le ragazze, senza mai lasciarne una fuori dai giochi.
Proprio mentre baciavo Michaela, sentii Donatella iniziare a baciarmi il petto, scendendo sempre di più verso il basso, arrivando fino al cazzo.
Lo inghiottì voracemente, ingurgitandolo tutto dentro di lei. Ero commosso da quel gesto così professionale.
Amavo i pompini come non amavo nient’altro. Erano la parte più importante del sesso, secondo il mio modestissimo parere.
Scivolai con una mano tra le gambe di Michaela e cominciai a masturbarla, smettendo di baciarla per perdermi nei suoi favolosi occhi.
-Siete veramente due creature molto, molto speciali.- sussurrai.
Lo pensavo davvero. Erano due persone molto belle.
Feci alzare Donatella ed incitai Michaela a continuare il lavoretto ai piani bassi, trasferendo la sua amica sulle mie labbra, per assaporare un po’ la sua lingua.
Baciava molto bene. Era sensuale e provocante, mentre giocava con la mia lingua, rimbalzando nel palato come una pallina da ping pong scivolosa.
-Vuoi esser scopata?- domandai a Donatella, mentre Michaela mi stava ciucciando il pisello.
-Sono venuta in camera tua proprio per questo.
-Perfetto.
Spostai Michaela e feci scivolare Donatella sul mio cazzo. Entrai dentro di lei, iniettandole la mia carne nella figa.
Era così bagnata da sembrare quasi inumidita artificialmente da quei gel che vendono in coda al supermercato.
S’inumidiva molto di più della mia Michaela e questo deponeva senza dubbio a suo favore.
Mi avrebbe fatto molto piacere continuare quel giochetto in eterno. Avere una relazione con due donne sarebbe stato fantastico.
Per il momento erano solamente la mia fidanzata e la sua migliore amica. Quello che dovevo fare era semplicemente concentrarmi sul durare più lungo possibile.
-Ah, ah… sei così bravo. Adoro il tuo cazzo. Lo voglio venerare come un totem del sesso.
Me lo fece inturgidire ancora di più con quelle parole. Si muoveva come se fosse diventata elettrica per via di una connessione al mio pene.
affondai le mani nella sua carne, accarezzandola come avrebbe fatto un pervertito in metropolitana.
La spinsi via con violenza, facendola mettere a pecorina. L’uomo rude stava uscendo da me.
Mi sputai sulla mano, inumidii il mio cazzo e glielo schiaffai in culo, penetrandola con violenza e rabbia. Afferrai Michaela per i capelli e le attaccai la faccia al mio culo, costringendola a leccarmi il buco dell’ano.
Mi sentivo l’uomo più fortunato del mondo e forse lo ero.
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