Il ghigno della scimmia – seconda parte
“Apri la gabbia, adesso… e se vuoi gustati pure la scena…” ho detto al mio amico, che da un pezzo si stava facendo una ricca sega a distanza.
Sono entrata nella gabbia del grosso scimpanzé avvolta da una penombra ruffiana. Mi sono sistemata a quattro zampe al centro della sua prigione e ho aspettato che quella bestia pelosa e infoiata si avvicinasse per montarmi da dietro.
Poteva infilarmelo dove voleva (“serviti il pasto…”): in fica, in culo e in bocca. Ma doveva darsi da fare e sbattermi a dovere, doveva sudarselo il suo prossimo orgasmo.
Ho allargato cosce e chiappe divaricandole al massimo e l’ho sentito arrivare come una tempesta nel giro di pochi secondi.
Mi ha agguantata per i fianchi tremanti e ha consumato il banchetto improvvisando una specie di danza tribale, tuffandosi dentro di me divertito. S’impegnava come uno studente durante il compito in classe d’italiano, incastrato com’era col suo cazzone rosso e duro da culo.
E’ lì, nello sfintere che lo incuriosiva tanto, che si è divertito tutto il tempo gonfiandomelo per un’ora buona, venendo più volte, riposandosi un po’ e tornando a inculare testardo. Oh, lui non si chiedeva di certo fino a che punto stessi godendo io. E’ una scimmia, un animale cafone ed egoista, e pensava a fare i suoi porci comodi finché durava.
La femmina scimmia deve essere insaziabile e accontentare tutti i maschi del branco, quindi il mio scimmione – tutto preso a graffiarmi e gonfiarmi il buco del culo a forza di stantuffare fino alle viscere – avrà pensato che avessi uno sfintere robusto e resistente, bravo ad incassare a lungo, abbastanza per stare al suo gioco. Beh, in fondo, ci ha preso perché in quel momento non avrei mai detto ‘basta’ e non mi sarei mai stancata di ospitare dietro il suo gran pisello lavoratore.
Il grosso scimpanzé agiva secondo natura: d’istinto, i maschi sono cacciatori e sono spinti a trombarsi il massimo numero di femmine, a fecondarle per riprodursi anche se, mentre si sbattono la loro troia del momento, non è che stanno lì a pensare al rapporto tra attrazione sessuale e concepimento. Se ne fregano loro, in quel momento, e pensano a indurire il cazzo, a montare, a sentirsi padroni del corpo che sfondano e a svuotarsi i coglioni.
Il loro sangue è aggressivo, il loro istinto sessuale è violento, l’incastro è stupro dettato dalla natura.
Aggressione e stupro. Se questo connubio piace a una donna vuol dire che quella donna ha un’infinita forza, nella mente e nel culo. Aggressione e stupro mi provocano da sempre orgasmi feroci, nel letto della masturbazione.
Mentre quella bestia m’inculava ghignando cafona, capivo che nella scimmia cerco il maschio egoista al massimo, cacciatore, violento, opportunista, nato per catturare più femmine che può. Il migliore a scopare, senza dubbio.
Vieni, scimmia, sborrami ancora nel buco contro natura, allagalo di sperma, affonda, sfonda ancora un po’ e, poi, frena in un orgasmo che ti farà ghignare irriverente, una volta di più…
Ho anche un altro amico che lavora come custode in un circo. Il circo è distante da casa mia e lui mi chiederà, in cambio del favore che mi serve, molte più porcate dell’altro. Ma chi se ne frega… Se voglio una cosa me la prendo, non importa come e quanto mi costerà.
Prima o poi, quest’altro mio amico dovrà presentarmi una delle star d’attrazione del circo, un gorilla superdotato. Al momento buono, mi farò fare la festa da una bestia ancora più grossa, aggressiva e impegnativa a costo di farmi colare rivoli di sangue tra le cosce. Voglio quella verga nera e cattiva e l’avrò.
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