Giornata di una vogliosa ( La Visita del Capo )

Ero ritornata al negozio dopo il pranzo ricco di carne. Camminavo per il centro commerciale con in volto stampato un sorriso che poteva sembrare quasi da idiota. Quando mancavano pochi metri dal negozio, vidi che davanti alla vetrina, mi stava aspettando il capo. Non sapevo cosa volesse da me, visto che gli affari andavano alla grande e che tutto filava liscio. Comunque lo salutai ed entrammo nel negozio, chiudendo le porte dietro di noi, visto che mancavano oltre 30 minuti alla riapertura.

Camminava dietro di me e potevo sentire il suo sguardo puntato sul mio culo. Il mio capo era un tipo strano, che spesso aveva provato ad allungare le sue vecchie mani su di me. Mi voleva parlare dei saldi e mi chiedeva se ero riuscita a sistemare la merce o se avevo bisogno di aiuto. Sapevo che era una scusa per venire al negozio, per cercare di toccarmi.  Quel giorno, decisi di lasciarlo fare, ero molto felice e pensavo che il povero vecchio meritasse una ricompensa per gli sforzi fatti. La sua mano si poso´sul mio ginocchio, mentre mi parlava del magazzino, facendola scivolare fino al mio interno coscia. Mentre faceva, potevo vedere la sua eccitazione gonfiarsi nel pantalone, attirando la mia attenzione. Mentre la sua mano scivolava tra le mie gambe, io lo guardavo con un sorrisetto complice e malizioso. Avvicinai il mio dito sulle sue labbra, invitandolo a stare zitto, per poi cominciare ad abbassargli i pantaloni e le mutande.

Aveva il cazzo duro e caldo, che facevo scivolare tra le mie mani, guardandolo negli occhi. Lui osservava la mia mano che lo masturbava e aveva allungato la sua per strizzarmi le tette. I suoi occhi si muovevano ovunque ma non sui miei, che lo guardavano con malizia e soddisfazione. La sua bocca era semi aperta, con l´aria presa a godersi quel momento di gloria tanto atteso. Mi abbassai i pantaloni e le mutandine. Tenevo il suo cazzo in mano, mentre a cavalcioni su di lui, cercavo di farlo scivolare dentro di me. Lo sentivo dentro di me, mentre ondeggiavo in modo sensuale i miei fianchi sopra di lui, facendo godere il suo cazzo infilato tra le mie gambe. In tutto il tempo, lui aveva evitato di guardarmi negli occhi, anche quando mi strizzava le tette. Lo cavalcavo con un movimento costante, sentendo i suoi gemiti di piacere e la sua goduria aumentare.

Era una situazione perversa, mi sentivo abusata e usata come una puttana da strada, che stava li a cavalcare il vecchio cazzo del capo, per farlo felice. Ondeggiavo in modo sempre piu´veloce, sentendo il suo cazzo che dentro di me si gonfiava, preparandosi ad un glorioso orgasmo. Le sue mani non si erano levate dalle mie tette, massaggiandole e strizzandole ripetutamente, senza mai guardarmi negli occhi. Avevo smesso di ondeggiare e avevo cominciato ad andare su e giu´con il mio corpo, sentendo il suo cazzo duro scivolare tra le umide labbra della mia figa golosa, che ospitava il terzo cazzo della giornata. Poi sentivo la stretta delle sue mani sulle mie tette piu forti, il suo gemere piu´forte e dentro di me, il suo orgasmo che mi riempiva la figa di calda e densa sborra, con il suo cazzo che pulsava ad ogni schizzo.

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Sentivo il suo cazzo che si afflosciava, fino a scivolare fuori tra le mie gambe aperte. Il suo sguardo era soddisfatto, anche se non aveva mai incrociato il mio. Poi prosegui´sui saldi, rivestendosi di corsa e poi se ne ando´, augurandomi un buon proseguimento.

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