Da sola in auto

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La strada era silenziosa e il panorama si perdeva oltre l’orizzonte. Ogni volta provava la stessa sensazione, bastava uscire dalla città anche solo di un paio di chilometri per provare una pace immensa.

Il lavoro, i figli e tutti gli impegni di una società snervante ed alienante, avevano iniziato a renderla sempre meno libera e questo si ripercuoteva anche sul sesso. I suoi rapporti erano sempre più sporadici e mancavano di quell’intensità che solamente uno stato emotivo di calma poteva dare.

Non era colpa di suo marito, lui si era sempre dimostrato un amante generoso e pronto a soddisfare ogni sua fantasia, ma ultimamente provare un orgasmo era diventato praticamente impossibile per Maria.

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Qualche sera prima aveva preferito fare una sega a suo marito, piuttosto che mettere in scena l’ennesima scopata che sarebbe terminata con un orgasmo recitato.

Il navigatore satellitare si era spento. Probabilmente doveva esserci un problema di contatto tra cavi o roba del genere.

Maria accostò e muovendo un po’ il filo della corrente attaccato all’accendisigari, fece ripartire quel gioiellino della tecnologia.

Guardando quel panorama di campagna si sentì libera come non si sentiva da tempo immemore. Non c’era nessuno nel raggio di miglia e miglia; solamente lei e la sua libertà.

Una voglia insana l’assalì e quasi senza nemmeno accorgersene, iniziò a sfregare la sua fica con la mano destra. Aveva delle mutandine di cotone che poteva sentire al tatto, mentre con l’indice ed il medio girava attorno al suo clitoride.

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Cosa stava facendo? Perché lo stava facendo? Era semplice libertà sessuale, pensò mentre con un gesto impetuoso inserì le sue dita all’interno della fica, senza levarsi le mutandine.

Forse era una semplice perversione. Magari tutte le donne avevano fatto cose del genere, questo lei non lo poteva sapere ma sicuramente quella situazione la stava eccitando molto.

Sfregava il clitoride ed entrava dentro: clitoride, dentro, clitoride e ancora dentro. Non stava immaginando un cazzo. Era solamente lei, assieme alla sua mano.

Spostò le sue mutandine ed iniziò a stimolasi con più vigore, mentre la sua figa bagnata iniziò ad aprirsi come un fiore al sole.

Gemiti e sussulti si susseguivano man mano, seguendo l’ascesa di quell’impeto sessuale ritrovato nel bel mezzo del nulla.

Non voleva fermarsi e, soprattutto, non poteva farlo. Il godimento l’aveva pervasa in ogni sua molecola. Non poteva fare altro che continuare a scoparsi, immaginando di essere un perfetto mezzo per giungere all’estasi dell’orgasmo. Il piacere cresceva in lei, ansimante e malizioso.

Infilandosi una mano sotto il maglioncino nero, iniziò ad accarezzarsi il seno con gentilezza . Se solo ci fosse stato un uomo, avrebbe sicuramente inghiottito il suo cazzo dentro la figa, vista l’eccitazione raggiunta.

Arrivò a saltare sul sedile, come se una scossa elettrica le avesse attraversato l’intero corpo. Si aggrappò al volante, continuando a masturbarsi in maniera estremamente invasiva.

L’orgasmo scoppiò d’improvviso, facendola sentire nuovamente viva e stranamente colorata in un mondo che fino a quel momento le pareva quasi in bianco e nero. Si fermò per qualche istante, respirando in maniera affannosa.

Estraendo la mano dalla sua vagina, notò il liquido presente sulle dita e sorridendo, portò alla bocca la sua mano, leccando il frutto della sua eccitazione.

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