Corsa in taxi

Non sono una di quelle ragazze che prende il taxi. In genere, spesso e volentieri prendo i normali mezzi pubblici, anche perche’ costano molto di meno, rispetto alle tariffe dei taxi. Ma per andare in aeroporto, non avevo altra scelta che chiamare un taxi, che fortunatamente, hanno una tariffa preimpostata per le tratte “da/a” aeroporto.

Dovevo partire per qualche giorno e me ne stavo seduta sul sedile posteriore del taxi, a guardare la citta’ passare velocemente, mentre il riscaldamento che il conducente aveva azionato sui sedili, mi stava facendo eccitare. Sentivo tutta la mia figa bollente, per via del riscaldamento e con un movimento veloce, feci scivolare la mia mano tra le gambe, per toccare le umide labbra vogliose. Guardavo ogni tanto il conducente e mi ero accorta che lui poteva benissimo vedere tra le mie gambe, grazie ad un piccolo specchietto aggiunto, che mirava proprio nella parte bassa del sedile posteriore. Toccarmi la figa, sapendo che lui mi poteva vedere, mi eccitava ancora di piu’. Spostai con un dito la mutandina, facendo scivolare il mio dito tra le labbra, sentendo il calore della mia figa umida, che accoglieva il mio dito, mentre stuzzicavo il clitoride.

Gli occhi del conducente guardavano quasi fissi tra le mie gambe e io le allargai, per offrire la migliore della visuale. Ero sfacciata ed eccitata, mentre il mio dito entrava e usciva, sentendo le mie cosce che diventavano sempre piu’ calde. Sollevai la mano, bagnata del mio liquido eccitato e con lo sguardo rivolto verso lo specchietto del conducente, cominciai a leccarlo, gemendo come una sgualdrina in calore, mentre le mie gambe rimanevano aperte, mostrandogli tutte le mie labbra bagnate e le mie cosce. Il conducente sembrava essere nervoso e sicuramente, si stava sparando la migliore delle seghe, mentre portava lentamente in aeroporto una vacca vogliosa. Riabbassai la mano, infilandola nuovamente tra le mie gambe, accolta nuovamente dal calore della mia figa, sgocciolante e lubrificata. Volevo un’enorme cazzo che mi scopasse in quel momento, ma dovevo accontentarmi delle mie 3 dita, che infilavo avidamente dentro di me. Tenevo gli occhi chiusi, immaginando il conducente che si strizzava il cazzo tra le gambe, guardando come io mi masturbavo beatemente, lasciando come ricordo, il mio liquido voglioso sul sedile.

Gemevo sempre piu’ forte, stuzzicando la fantasia del conducente, che immaginavo ero prossimo a sborrarsi nei jeans. L’idea mi fece sorridere mentre sentivo che il mio clitoride si gonfiava, prossimo ad avere un glorioso orgasmo inaspettato. Infilavo le mie dita e ogni tanto stuzzicavo il clitoride, facendo dei selvaggi cerchi tra le labbra, sentendo il fiato mancarmi e tutti i muscoli del corpo diventare man mano rigidi. Avrei voluto essere violentata da un cavallo in quel momento, mentre sentivo l’orgasmo sempre piu’ vicino. La mia mano si muoveva forsennatamente tra le mie gambe, mentre gemevo ad’alta voce e tenendo gli occhi serrati, quasi strizzandoli. Sentivo un forte tremore, mentre improvvisamente un forte schizzo si libero’ tra le mie gambe, mentre i miei lamenti diventavano quasi urla. Il mio corpo si dimenava sotto di me, mentre la mia mano continuava a masturbare ferocemente la mia figa diventata rossa.

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Qualche minuto dopo eravamo arrivati in aeroporto e il conducente si fermo’ all’entrata. Non aveva neanche il coraggio di dirmi quanto dovevo pagare e allora io scesi, con in mano la mia borsetta e il mio bagaglio a mano, entrando all’aeroporto senza pagare il taxi. Mi girai una volta, per vederlo dritto negli occhi, mordendomi il labbro come una sgualdrinella e salutandolo con il cenno della mano.

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