Carte con Gina
Ero con la mia migliore amica, Gina, una gran brava ragazza, con un viso molto spavaldo, che maschera una ragazza molto timida quando si parla di cazzi e di scopate. Neanche io so bene i dettagli delle sue vicende sessuali, o quali siano le sue fantasie piu’ perverse. Una cosa era certa, che io, me la sarei voluta scopare molto volentieri, considerato il suo corpo mozzafiato, purtroppo sempre nascosto da abiti lunghi.
Eravamo andati a fare un weekend sul lago, munite di una tenda per passare la notte. Avevamo con noi delle carte, alcuni utensili per cucinare sul fuoco ed altre cianfrusaglie che sarebbero potute tornare utili al momento opportuno. ” Pensa che mio fratello aveva conquistato la sua ex ragazza con un gioco di carte, proprio in riva ad un lago ” dissi, mentre contemplavo le carte. La serata era stata ottima, avevamo mangiato, bevuto, ed’ora era calato il buio e la quiete. ” Con un gioco di carte? Che gioco era? ” mi chiese Gina, con il suo modo sempre da brava ragazza. Era evidentemente curiosa, ma era anche evidente, che aveva capito che ero intenzionato a fare lo stesso giochetto con lei.
” Il gioco e’ facile, e’ il classico ruba mazzo, solamente che ogni qual volta che si ruba il mazzo, si ruba anche un indumento dall’avversario “, ero leggermente intimorito, sapendo la sua timidezza ” Che succede quando non ci sono piu’ vestiti? ” mi chiese lei, con leggero disagio ” Beh, la fantasia entra in gioco ” risposi io divertito, facendo ben intendere cio’ che volevo dire. Dopo qualche attesa, Gina accetto’. Dopo qualche mano eravamo entrambi nudi, io avevo il cazzo duro nel vedere quel suo splendido corpo nudo. Aveva le tette perfette, con dei capezzoli rosa, la pancia piatta, gambe lunghe ed un culo che al solo pensiero di scopare, poteva causare un’orgasmo.
Lei era diventata rossa dalla vergogna, mentre io vincevo per l’ennesima volta ” Beh, ora che si fa? ” mi chiese lei curiosa ” Beh, ora mi dai il culo ” dissi in tono secco, con il cazzo in mano. Rimase quasi sconvolta da questa mia risposta. Si alzo’, facendo rimbalzare quelle bellissime tette, mentre si girava a pecorina. Andai dietro di lei, strofinando il mio cazzo caldo tra quelle chiappe fredde. Strinsi le chiappe, in modo da farmi fare una sega dal suo culo. Godevo come un maiale, emettendo dei gemiti di piacere mentre il mio cazzo, scivolava tra le chiappe. Con 2 dita cominciai a giocare con il suo clitoride, facendole diventare la figa bagnate in pochi istanti. I suoi respiri pesanti mi facevano capire che anche la timida vacca stava godendo. Spinsi il cazzo dentro la sua figa, in una mossa netta, spingendolo tutto dentro. ” Hey, non avevi detto il culo? ” mi disse lei un po’ seccata, ” Lo devo lubrificare un po che dici? “, risposi prontamente io. Feci scivolare il cazzo dentro e fuori la sua figa calda e bagnata. Ora ero pronto per incularmela.
Misi il cazzo dritto davanti al buco del culo e cominciai a spingere la cappella. Rimasi sorpreso dal fatto che la cappella scivolo’ con la stessa facilita’ con la quale scivolo’ dentro la figa. ” Questa puttana ha il culo sfondato ” pensavo tra me e me, mentre spingevo il cazzo dentro quel culo, cosi’ bianco e sodo. Cominciai a darle delle botte secche, sbattendo tutto il mio corpo contro il suo culo, mentre lo sbattevo dentro e fuori. Le scopavo il culo e la sculacciavo, ” Godi timida puttanella? ” chiesi senza neanche pensare ” Si, sfondami il culo, voglio che mi godi dentro il culo, SI ” disse lei. Il tono della sua voce eccitata mi mando’ in tilt, cominciai a sbattere con violenza, come se volessi violentarle il culo, riempendola di botte forti e sculacciate, al punto che aveva le chiappe rosse. Continuai a sbattere mentre sentivo la sua voce che godeva, incitandomi a sborrarle tutto dentro il culo.
Con un lamento di piacere acuto, cominciai a schizzare sborra tutto dentro quel culo, ormai rosso dalle sculacciate. Muovevo il cazzo dentro e fuori con lentezza, mentre le riempivo il culo di calda e densa sborra. Continuai a fare lo stesso movimento fino a quando il cazzo non mi era diventato cosi’ piccolo, da scivolare fuori da solo. Mi guardo’, con aria soddisfatta e vogliosa e mi disse, ” Beh, hai vinto tu questa prima partita, ma io voglio la rivincita “.
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