Caffè macchiato

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Un caffè imbevibile, uno sguardo che già tentava di penetrare, un paio di autreggenti e uno string già umido.
Bloccati nei ricordi professionalissimi, nessuno dei due sembrava voler ammettere perchè si trovassero lì.
Avevano sempre avuto ruoli ben definiti e ora, in un attimo, questi ruoli potevano essere stravolti.
Prendere un cazzo in bocca e succhiarlo fino a farti sporcare la faccia ti metteva in posizione privilegiata: tu decidi, lui viene.
Era quello che lui desiderava da quasi 6 anni?
Era quello che lui avrebbe voluto fare quella volta che lei indossava pantaloncini e tacchi?
Era quello a cui lui pensava quell’unica volta che, uscendo dall’ufficio, si sbilanciò con un “sì, ma non guardarmi con quegli occhi…”?
Si salutarono e ognuno tornò alla propria vita. Forse. E non per molto.
Perchè quando uno ti scopa la testa, allora sei fottuta dall’inizio.
Lui ti parla e tu pensi solo a farti scopare, lì dove capita, sul tappeto, con i gomiti appoggiati a terra mentre si fa largo tra i tuoi buchi.
E allora quando ti arriva quel messaggio – “ho voglia di un tuo pompino” – ti serve solo un quarto d’ora per tornare a casa, farlo entrare in fretta e slacciargli i pantaloni.
Ha il cazzo duro da 3 ore, si fa fatica anche a togliere la cintura, capisci che è come piace a te: non troppo lungo, ma tozzo, roba che in bocca ci entra tutto e ci puoi giocare come più ti piace.
Nemmeno le mani fredde sono un problema: in quella mezz’ora tutto diventa caldissimo.
Lei è stata chiara: non più di mezz’ora, tu non devi toccarmi.
Quando inizia a leccare, il tempo si ferma. Lui le sorregge i capelli e strizza le natiche, segno che sta godendo. Ma non si lascia ancora andare, come non si lascia andare lei. Stronza com’è, la soddisfazione va concessa a piccole dosi.
Leccare dal basso verso l’alto, leccare la punta del cazzo e sentirlo trasalire, sentire le sue mani che le stringono la testa e chiedono di più.
Lui le alza il vestito e le infila un dito nella figa bagnatissima e capisce che sì, lei deve cavalcarlo anche se non lo ammetterà mai.
La fa sedere sul suo cazzo in erezione e gli occhi di lei cominciano a socchiudersi. Lo sente fino in fondo e si muove per continuare a farlo restare dentro di lei il più possibile. Vorrebbe gridare, ma non può. E’ il suo ruolo e questo non va cambiato.
Sente il dito di lui che si fa strada nel suo culo, quel culo che lui le ha sempre guardato. Quando lui glielo afferra a due mani, lei ha un brivido: sì, ha capito cosa mi piace, ha capito cosa voglio, ha capito perchè gli ho concesso solo mezz’ora.
Perchè poi non si torna indietro e si arriva alla fine.
Ma non è quello che lei ha deciso.
Per oggi….

Autore:
Waterlily

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